Cerca
Close this search box.

Challengers: il significato del film di Luca Guadagnino

Challengers è un film stratificato nella costruzione degli eventi e dei personaggi: ma qual è il suo significato?
Il significato di Challengers

Distribuito al cinema a partire dal 24 aprile 2024, Challengers è uno dei film del momento insieme a Civil War. Ciò che più ha colpito gli spettatori, oltre all’incredibile messa in scena di Luca Guadagnino, è la personalità sfaccettata di ciascun personaggio e la relazione instaurata tra i tre. Siccome l’opera sembra almeno apparentemente semplice, in realtà nasconde tanti strati al suo interno, e gradualmente mostra i segni del tempo. A tal proposito: qual è il significato di Challengers?

Il significato di Challengers, film di Luca Guadagnino

Il significato di Challengers sta tutto nel suo costante parallelismo tra la vita e il tennis. Proprio come si contrappongono due sfidanti nello sport, da un lato c’è Art, tennista che si è sempre impegnato ma senza poi dimostrare grande passione (il ghiaccio), dall’altro c’è Patrick, uno sportivo sicuro di sé, talentuoso, ma che non evolve mai concretamente (il fuoco). Le diramazioni temporali di Challengers consentono di capire gradualmente le sfumature appartenenti a ciascuno di loro, trasformando il campo da tennis in uno spazio circoscritto dove i due devono fare finalmente i conti con sé e tra essi.

Tuttavia, il rettangolo di gioco diventa il pretesto per Guadagnino per utilizzare la macchina cinema così da manifestare le infinite possibilità che la vita può offrire o togliere, scavando negli angoli più reconditi dell’esistenza dei suoi personaggi. Si parte con la grande amicizia che c’è tra Art e Patrick, ma quell’alchimia viene bruscamente interrotta dall’entrata in scena di una ragazza, Tashi, in grado di scalfire il cuore di entrambi. Ma è proprio lei a scaturire il primo bacio, tant’è che Art e Patrick si lasciano andare e danno corpo alla tensione omoerotica avvertita in precedenza.

Quest’ultimo elemento arricchisce ulteriormente la profondità psicologica dei due, siccome l’ansia li assale ed entrambi fanno di tutto per arrivare allo stesso risultato: vincere l’ambita donna-trofeo. In fondo è quasi come se volessero negare una parte di sé, un’amicizia-amore che li lega l’uno all’altro a prescindere dallo scorrere del tempo, e infatti l’ultimo abbraccio finale, con tanto di urlo liberatorio, sembra essere è una maturata presa di coscienza. Tashi, invece, finge di non avere fragilità e nasconde le sue paure parlando sempre di tennis, cercando di dominare l’altro nemmeno troppo velatamente, tant’è che Art in fin dei conti è una sua creazione. D’altronde, proietta se stessa in lui sperando che raggiunga i risultati sportivi per cui lei non ha potuto combattere in prima persona, a causa del grave infortunio (causato guarda caso dalla rabbia provata dopo un litigio con Patrick).

Patrick è invece più simile a lei di quanto non creda, infatti pur essendo di famiglia ricca prova ancora, a 31 anni, a diventare uno dei migliori tennisti al mondo, in virtù della sua sconfinata passione. Tante volte però è l’arroganza a giocargli brutti scherzi, anche nella relazione con Tashi. Tutti e tre, quindi, risultano dei personaggi realistici nella loro squilibrata umanità: non si devono per forza sentire dei vincitori, e soprattutto capiscono che non devono esserlo danneggiandosi reciprocamente; dunque, nessuno deve sovrastare l’altro rendendolo uno sconfitto. Challengers delinea traiettorie di potere, di dominio, di rancori, di sentimenti repressi, di desideri, sia sportivi che sessuali, e lo fa mettendo in mostra i corpi degli attori, le loro cicatrici, le quali rappresentano un vissuto che in quanto tale non è per forza negativo o positivo.