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Challengers: la spiegazione del finale del film di Luca Guadagnino

Il finale di Challengers può risultare enigmatico a prima vista, ma più comprensibile se inserito nella narrazione del film.
La spiegazione del finale di Challengers di Luca Guadagnino

Uscito al cinema il 24 aprile 2024, Challengers è l’ultimo film di Luca Guadagnino. Il film affronta in modo quasi inedito, per i parametri del cinema hollywoodiano contemporaneo, l’erotismo e la fluidità dell’orientamento sessuale. A lasciare stupefatti tuttavia è sicuramente il finale del film in questione, che necessita di una spiegazionequal è il senso dell’ultima scena di Challengers?

Il finale di Challengers e l’ultima scena del film di Luca Guadagnino

Nel finale della pellicola Patrick comunica a Art, con un gesto della racchetta spesso utilizzato da quest’ultimo, che la notte prima è finito a letto con la sua moglie e manager Tashi. Il tutto è inequivocabile dal momento che in uno degli in numerosi flashback che riguardano il rapporto tra i due ex amici viene mostrato come una dinamica esattamente uguale si fosse verificata per comunicare la stessa informazione. A seguito di questa sconvolgente rivelazione, Art decide spontaneamente di non vincere la finale del torneo, lasciandosi andare.

La sorpresa arriva tuttavia in questo momento del film, infatti mentre Tashi osserva sconvolta suo marito e il suo amante, consapevole di aver combinato un disastro, i due ex amici finiscono per concludere un concitato scambio sotto rete abbracciandosi calorosamente.

La spiegazione del finale di Challengers

I finali dei film di Luca Guadagnino spesso si concludono senza che vi sia bisogno di spiegazioni, la chiusura dell’intreccio è rappresentata da una esplosione di emozioni, in cui la razionalità gioca un ruolo relativamente marginale. Basti pensare in tal senso al finale di Chiamami col tuo nome, dopo la chiamata Elio si lascia andare in un piano a dirotto, su cui scorrono mesti i titoli di coda. Challengers non ha lo stesso tenore elegiaco, ma è più un racconto di amicizia e tradimenti in salsa pop. I riferimenti cinematografici da cui prende spunto l’opera di Guadagnino sono innumerevoli e passano dalla lunga tradizione di film sul tennis per sfociare ovviamente in quella delle opere con triangoli amorosi, in tal senso il rimando più ovvio è a Jules e Jim di Francois Truffaut.

Quello che cambia radicalmente nel film di Guadagnino sono tuttavia i rapporti di potere tra i personaggi, Zendaya infatti non esercita un dominio di tipo solo amoroso sui due contendenti ma financo di stampo manageriale, illudendosi di poter gestire in modo indiscriminato le vite di questi due atleti. Ecco che dunque l’abbraccio finale va ricondotto nelle trame di un film che si è speso nel raccontare il labile confine che separa l’amicizia dall’amore, senza ricorrere ai soliti stratagemmi adottati dai racconti di bromance riproposti a Hollywood. Il rapporto di cui narra Guadagnino è più viscerale e viene tuttavia disperso a causa di vane ambizioni personali o di istinti autodistruttivi (perfettamente simboleggiati dalla rete del campo da tennis) e soltanto nel finale viene riproposto nella sua purezza, nel tentativo di appianare tutto il male che i due protagonisti si sono fatti.