Articolo pubblicato il 23 Aprile 2024 da Gabriele Maccauro
La recensione di Civil War, il film scritto e diretto da Alex Garland e prodotto da A24. Secondo lo stesso autore britannico, questo sarà il suo ultimo film da regista prima del ritiro dalle scene. A seguire, trama e recensione di Civil War.
La trama di Civil War, film prodotto da A24
Come di consueto, prima di passare all’analisi e recensione del film, è bene spendere due parole sulla trama che, in questo caso, è estremamente semplice. Ambientato in un futuro prossimo in cui gli Stati Uniti stanno combattendo una sanguinosa guerra civile, Civil War racconta la storia di un gruppo di reporter che intraprendono un lungo viaggio attraverso il paese, intenti a documentare tutto quello che sta succedendo.

La recensione di Civil War: il futuro è già qui
Stanza ovale. Il Presidente degli Stati Uniti ripete, quasi come fosse una filastrocca, un discorso molto semplice: la guerra civile in atto è sul punto di essere fermata e segnerà una delle più importanti vittorie nella storia dell’intero paese. Una bugia, un’altra. La prima informazione che lo spettatore riceve guardando Civil War è dunque una menzogna che si tenta di far passare per verità , per reale. In un mondo in cui se non leggi non sei informato e se leggi sei male informato, si è deciso di dire basta, di darci un taglio. La guerra civile non è mai stata così accesa e serve qualcuno che la racconti, qualcuno che porti questa storia nelle case di ogni persona. Ecco allora come un gruppo di reporter inizia un viaggio on the road con un obiettivo molto chiaro, ovvero documentare tutto ciò che sta avvenendo negli Stati Uniti puntando dritto a Washington. I reporter sono i veri soldati, le macchine fotografiche le loro armi, l’occhio di chi osserva e la voce di chi narra ciò che serve per raccontare una storia che necessita di essere ripresa per poter essere ricordata, tramandata.
Alex Garland ha da sempre fatto della fantascienza uno dei suoi marchi di fabbrica: dal suo debutto con Ex Machina ad Annientamento e Men, il regista britannico ha sempre giocato con il genere, portandolo da una parte all’altra e piegandolo alla propria volontà , tentando di dare colore alla propria narrativa con un qualcosa di straniante, particolare, se vogliamo anche lontano dallo spettatore, distante. Con Civil War le cose sono però cambiate e mai come in questo caso l’opera appare attuale, il racconto del nostro oggi e di un presente che fa paura e che non ci viene mai raccontato nel modo giusto, ma sempre filtrato, sporcato dall’opinione altrui, tentando di indirizzare il pensiero collettivo in una direzione piuttosto che in un’altra. Il futuro prossimo di Civil War è una distopia come, d’altronde, quello che ci attende.
Ogni certezza è crollata, ma resta una speranza, una fiamma tenuta viva da Lee Smith (Kirsten Dunst), Joel (Wagner Moura) e soprattutto Jessie Cullen (Cailee Spaeny) che rappresenta il futuro da preservare, in un certo senso la nostra ultima speranza. La caratterizzazione degli stessi è uno dei punti di forza dell’intera opera, come anche quella del militare ultranazionalista, un personaggio tanto folle quanto credibile, non così lontano dalla realtà ed interpretato in maniera a dir poco incredibile da Jesse Plemons. Si tratta di un’opera potente e radicata nell’oggi, un cinema del reale che arriva – non a caso – a sette mesi dalle elezioni presidenziali americane e che sa mantenere lo spettatore incollato allo schermo perché chiamato in causa, perché parte attiva della vicenda. Civil War non da risposte, ma pone le domande giuste. Non vuole farci la morale, ma ci invita a riflettere mostrandoci l’orrore di un mondo che non possiamo accettare ed il cui destino è nelle nostre mani. Tanto basta per renderlo uno dei film più importanti del 2024.