Cerca
Close this search box.

I film di Hayao Miyazaki: dal peggiore al migliore

Ecco la classifica dei film di Hayao Miyazaki dal peggiore al migliore

Hayao Miyazaki è uno dei maestri assoluti del cinema, in particolare per ciò che concerne l’ambito dell’animazione. Nato negli anni ’40 in Giappone, la sua carriera comincia quando entra nel team dei disegnatori nella nota società della Toei. Successivamente, comincia a dirigere, disegnare e scrivere storie per gli anime in televisione, appassionandosi anche al mondo dei manga. Il cineasta esordisce al cinema con il lungometraggio Lupin III – Il castello di Cagliostro, per poi fondare nel 1985, insieme al collega e amico Isao Takahata, uno studio di produzione conosciuto oggi in tutto il mondo: lo Studio Ghibli. Il Maestro è geniale sin dagli esordi – e fino a oggi – nel creare dei mondi straordinari da un punto di vista creativo, per l’estetica e per la narrazione, sviluppando una poetica senza eguali.

 

L’inventiva ha permesso al famoso regista di dar vita a personaggi umani, spiriti e creature avvolti in scenografie suggestive e surrealiste. Il tema dei sogni ricorre più e più volte, così come è chiara l’influenza politica di Miyazaki ed il suo amore per il volo, e spesso contrappone terra e cielo. Affascinanti gli uomini da lui ritratti, poiché non si avvalgono dei classici stereotipi; le donne, invece, sono forti e indipendenti. Come anticipato, Hayao Miyazaki riesce a permeare i suoi film di quella fondamentale universalità, narrando al pubblico – composto da grandi e piccini – le difficoltà della vita in più declinazioni, ma anche il bello e le soddisfazioni che ne conseguono. Si dà modo, insomma, di riflettere sulla natura, sulla società globale e orientale, sui sentimenti prettamente umani e la tolleranza. Allo scopo di omaggiare Hayao Miyazaki: ecco la classifica dei suoi film, ordinati dal peggiore al migliore.

Ecco la classifica dei film di Hayao Miyazaki dal peggiore al migliore

I migliori film di Hayao Miyazaki

La carriera di Hayao Miyazaki è segnata da numerosi successi, e ormai può dirsi entrato di diritto nella storia dell’arte per i suoi encomiabili lavori svolti per la scrittura di manga, anime e film, nonché per i suoi meravigliosi disegni. Tra i prestigiosi riconoscimenti che ha ricevuto nell’arco della sua vita c’è il Personal of Cultural Merit in Giappone, risalente al 2012; si tratta di un premio storico poiché Miyazaki è il primo regista di anime ad averlo ricevuto. Il suo nome è anche finito nella Science Fiction and Fantasy Hall of Fame, mentre ha ricevuto l’Oscar onorario durante l’87esima edizione, precisamente il 22 febbraio 2015. Il cineasta giapponese è al momento il primo e unico regista di anime ad aver ricevuto tale riconoscimento, e quarto nell’ambito dell’animazione a seguito di Walt Disney, Walter Lantz e Chuck Jones. Ma quali sono i migliori film di Hayao Miyazaki? Di seguito la classifica dei suoi lungometraggi, dal peggiore al migliore.

12. Lupin III – Il castello di Cagliostro (1979)

Lupin III – Il castello di Cagliostro segna l’esordio alla regia di Miyazaki. Il film risulta essere un’avventura avvincente, con il personaggio di Lupin che viene esplorato nella sua essenza altruista in contrapposizione all’identità da ladro. Le sequenze d’azione, unite a delle suggestive scene proprie al cinema di spionaggio, sono ancora oggi – a distanza di oltre 40 anni – spettacolari per estetica e tensione. Inoltre non manca la denuncia all’avidità, tramite cui l’autore attacca la figura dell’uomo dominante, seminando numerosi spunti tematici che diventeranno sempre più potenti nel corso della sua carriera.

11. Laputa – Castello nel cielo (1986)

Laputa – Castello nel cielo è un film che parte subito in quarta per ciò che concerne l’azione, dando un ritmo piuttosto forsennato e ludico all’intero racconto. I personaggi risultano un po’ più infantili rispetto agli altri delineati nel corso della carriera di Hayao Miyazaki, e probabilmente il film presenta una durata eccessiva rispetto a quanto ha da dire, proprio perché si concede più azione del solito. Se da un lato c’è il fascino per i pirati del cielo in questa interessante cornice quale è l’Europa, ricreata dal cineasta come un vero campo di battaglia presieduto da macchine volanti, dall’altro c’è la tenerissima relazione tra i due giovani protagonisti. Inoltre, nella seconda parte subentra l’innovazione: i robot ecologisti

10. Il ragazzo e l’airone (2023)

Il ragazzo e l’airone è l’ultimo film in ordine cronologico di Hayao Miyazaki. Il regista qui si concede l’inserimento delle principali tematiche presenti da sempre nel suo cinema, accumulando simbolismi, metafore e intrecci narrativi che richiamano strutturalmente La Divina Commedia. Ancor più di quanto non abbia già fatto in Il castello errante di Howl, Miyazaki racconta la storia intima di un giovane protagonista fuoriuscendo dagli schemi e ibridando gli elementi presenti in maniera anarchica. Si tratta senz’altro di un’opera complessa e stratificata, forse anche eccessivamente. L’abbondanza di temi nel film rischia di rendere il tutto superficiale, ma il fascino delle audaci immagini in movimento – cruente e stupefacenti – riesce a catturare l’attenzione dello spettatore pur non lasciando emergere limpidamente il discorso imbastito dal famoso cineasta giapponese. 

9. Porco Rosso (1992)

Uno dei film più netti e marcati nell’ideologia di Miyazaki, poiché l’eroe qui rappresentato è ormai andato ‘oltre’ dal momento della sua trasformazione, anche se il come ciò avvenga non viene mai rivelato. In Porco Rosso, il protagonista è stanco per tutto ciò che ha visto in vita, stanco delle insensatezze umane e della violenza trasposta con la guerra. Quest’ultima ha un preciso connotato storico questa volta, ed è proprio l’Italia fascista. Non c’è bisogno di grosse didascalie per comprendere il Male presente, così come è perfettamente intuibile quanto il cineasta nipponico riesca a ‘sentire’ con particolare enfasi la solitudine Porco Rosso. Le due storie d’amore parallele tra loro rendono briosa l’atmosfera, specie quando ci sono due figure femminili così determinate e psicologicamente sfumate.

8. Nausicaä della Valle del vento (1984)

Nausicaä della Valle del vento è uno dei tanti film memorabili realizzati dal Maestro, in quanto le ambientazioni distopiche si rifanno sì ai romanzi di Dune, ma è il contrasto tra gli umani e la natura a rendere ‘miyazakiano’ questo lungometraggio di fantascienza. Si tratta del primo racconto in cui la protagonista ritratta dal cineasta giapponese è forte, intelligente e dotata di una spiccata personalità, tanto da arrivare a guidare il popolo contro le forze del Male, lottando soprattutto in cielo (tema poi ripreso da Miyazaki nel corso della carriera). Le vicende apocalittiche invitano alla riflessione, così come non ci si lascia ingannare dalle apparenze mostruose delle creature qui presenti, le qualità sono in realtà affabili e di animo gentile. Il finale è a dir poco ascetico, rivelando il cinismo insito nell’umanità, contrapposto alla spasmodica e naturale volontà di sopravvivenza degli altri esseri viventi. Il regista sin dagli albori della sua carriera dimostra una fantasia travolgente e un’arte narrativa immaginifica e allo stesso tempo cruenta

7. Ponyo sulla scogliera (2008)

Un film creato con una fervida immaginazione, come solo Hayao Miyazaki è in grado di fare. Nella classifica dei suoi lungometraggi, Ponyo sulla scogliera non è più avanti solo perché si tratta di una filmografia – quella del cineasta nipponico – di livello assoluto. In ogni caso, tra i migliori film andrebbe menzionato, fosse solo per la potenza dell’universo qui generato, dotato di regole tutte sue e perfettamente coerenti con le scenografie abilmente disegnate, alternando sfondi dipinti ad acquerello ad altri colorati con sfumature tenui. La distinzione tra i bambini e gli adulti riprende un po’ quella di Il mio vicino Totoro, e qui gli elementi irrazionali vengono accettati in quanto apparenti fenomeni naturali; tuttavia, mentre per gli adulti risulta questo, i bambini nelle onde anomale vedono il mondo animale, restandone stupefatti. La madre di Ponyo è il vero centro di tutto, mentre il padre è un umano schizofrenico piuttosto latitante. I valori impressi nel film sono universalmente validi e condivisibili (la donna è il centro; l’uomo è incerto; tema ecosostenibilità), e ancora una volta vengono espressi con una naturalezza insormontabile

6. Kiki – Consegne a domicilio (1989)

Kiki – Consegne a domicilio è un racconto più realistico di quanto non si possa pensare, e mette in scena una metafora che il regista non intende celare in alcun modo, proprio perché i tratti urbani e le vicende sociali sembrano prese direttamente dalla vita di tutti i giorni. Un unicum meraviglioso però, questo film di Miyazaki, che arricchisce ancor di più una filmografia già di suo imponente e fondamentale per la storia dell’animazione nel cinema. Si fa presto ad empatizzare con la piccola Strega, che qui è una ragazza in cerca dell’indipendenza, determinata a lasciare casa per immergersi in una cultura lontana dalla propria. La realtà rurale lascia spazio agli sfondi che richiamano alla perfezione le città portuali mediterranee, con una prevalenza esteticamente scozzese. Il caos cittadino, la perdita momentanea dei poteri, l’indifferenza della gente, i sacrifici per vivere (studiare e lavorare); sono tutti elementi simbolici e potenti nell’equilibrio del film. 

5. Princess Mononoke (1997)

Princess Mononoke è in grado di rendere impercettibili le animazioni digitali perfettamente fuse con quelle tradizionali, dove le inquadrature disegnate da Hayao Miyazaki riescono ad avere una funzione davvero avvolgente. Il tema ecologista viene catapultata nella storia giapponese, in particolare nell’era Muromachi tra il 1300 e il 1500, tingendo gli sfondi di elementi medievali suggestivi. Inoltre, è per questo che qui i contadini e le donne, a differenza di altri periodi nella storia del Giappone, ricoprono un ruolo primario. Ci sono sequenze sanguinolente e inquietanti, così come lo è la guerra e la complessità morale. Le divinità, di fatto, si trasformano in creature maligne quando cominciano a riempirsi il cuore di odio. 

4. Il mio vicino Totoro (1988)

Il mio vicino Totoro è uno dei migliori film di Hayao Miyazaki, poiché qui il regista nipponico riesce a ritrarre con una tenerezza mai vista prima l’ordinario, toccando vette straordinarie per la storia dell’animazione. La commistione del sogno vissuto dalle due bambine protagoniste e della realtà più cinica e difficoltosa alla quale sono sottoposte tramite la figura – quasi sempre fuori campo – della mamma, rende questo film un vero prodigio. Essendo il racconto ancorato allo sguardo fantasioso delle due sorelline, ogni gesto viene enfatizzato pittoricamente e liricamente, ma soprattutto rende straordinario qualunque elemento posto di fronte la vista. Ad esempio, i punti neri che compaiono davanti agli occhi quando essi si disabituano alla luce dopo un po’, vengono raccontati come un qualcosa di imperdibile e magico. Lo stesso Totoro e i suoi amici, sono dotati di un character design senza pari, dolce e irreale.

3. Si alza il vento (2013)

Si alza il vento rientra tra i migliori film di Miyazaki senza alcun dubbio, perché esplicita ancora una volta le grandi passioni e idee del cineasta. L’amore per l’ingegneria e quello per il volo, in quanto segno di libertà e pace, si fondono a-politicamente con il contenuto, erigendosi a moto rivoluzionario, andando quindi incontro alla guerra fisica (Seconda Guerra Mondiale) e psicologica (rubare i piani ad una nazione; omologazione culturale). Ancora una volta il regista si avvale di un sentimento nobile e struggente, narra di una relazione intensa così come lo è il sogno del suo protagonista, dentro il quale è contenuta la verità e, di conseguenza, la realtà. L’ossimoro più bello non può che essere la rappresentazione di un presente malinconico – se non deprimente – contrapposto a un chiaro messaggio di speranza per l’avvenire. L’animazione pittorica è una gioia per gli occhi. 

2. Il castello errante di Howl (2004)

Il castello errante di Howl è un film incredibile da ogni punto di vista, partendo dal significato e passando per le animazioni perfettamente combinate tra il tradizionale e il digitale, terminando per il racconto diegetico apparentemente disordinato quanto emblematico. Infatti, la morale di fondo è dotata di una potenza spropositata, poiché condanna la guerra come Male assoluto in grado di trasformare chiunque, ma allo stesso tempo contrappone la suddetta visione con un raggio di speranza miracoloso che consiste nel cambiamento. I personaggi sono sfaccettati – Howl, Calcifer, la Strega – e anche quando sono cattivi vi è in realtà la possibilità di recupero e redenzione per loro. La tenerezza colpisce soprattutto sul finale, perché guardando la propria Storia a ritroso (come dovrebbe fare l’umanità tutta) si potrebbe comprendere effettivamente di più, migliorandosi. 

1. La città incantata (2001)

Il miglior film di Hayao Miyazaki è il premio Oscar La città incantata, la risposta orientale al racconto occidentale di Alice nel paese delle meraviglie. Si tratta della narrazione più surreale e onirica del cineasta, soprattutto parlando di un percorso di formazione che segna il passaggio da una fase di vita all’altra. Le immagini qui presenti sono di pittoriche e armoniose, riuscendo persino a dar vita agli oggetti inanimati. Il sogno di Chihiro, infatti, serve a ritardare la sua realtà, ovvero la fine dell’infanzia in favore dell’adolescenza. Anche in questo caso, come nel film precedente del regista, non c’è una vera scissione tra buoni e cattivi, tanto da rendere complementari persino le streghe gemelle. L’universo creato in La città incantata rappresenta la summa poetica ed estetica del famoso cineasta nipponico, alternando momenti cupi ad altri ben più dolci, poetici e talvolta ricchi di tensione.