“Porco Rosso” è il penultimo film dello Studio Ghibli distribuito al cinema su iniziativa della Lucky Red. Si tratta di un film d’animazione risalente al 1992, diretto dal maestro Hayao Miyazaki. La sinossi è semplice ma accoglie in sé diverse chiavi di lettura, tuttavia questa è una peculiarità che ci sentiamo di asserire ad ogni film del regista giapponese. Il film narra la storia di un ex-pilota italiano, dall’aspetto di un maiale per via di un maleficio lanciatogli chissà quando e perché (come al solito, alcuni dettagli sono volutamente non spiegati), che vola all’avventura sui cieli dell’Adriatico a bordo del suo idrovolante rosso fuoco, sfuggendo al giogo fascista e sbarcando il lunario come cacciatore di taglie. L’arrivo di un pilota americano lo costringerà a nuove battaglie per salvare l’onore suo e quello di una bellissima fanciulla.
Evidenti gli omaggi all’Italia e ad alcune figure storiche realmente esistite, in primis il nome del protagonista, tributo alla famiglia Pagot, pioniera dell’aviazione italiana, ma anche l’aviatore Arturo Ferrarin. L’intuizione più grande è l’ambientazione, siccome c’è grande cura nella ricostruzione storica del periodo della seconda guerra mondiale, e Miyazaki non perde occasione per ribadire da che lato è schierato, come se il protagonista del film fosse in realtà il suo alter ego. “Meglio essere un maiale che un fascista”, riassume con forza le posizioni politiche dell’autore nipponico, da sempre schierato a sinistra. Per di più Porco Rosso viene visto come un eroe in patria, salva dai pirati del cielo i più bisognosi, e l’incipit dimostra subito tutta l’anima della pellicola: azione, romanticismo e divertimento (le bambine sono personaggi adorabili).
D’altronde parliamo di un’avventura che riesce a fondere slapstick comedy e profonde riflessioni, sequenze mozzafiato e toccante romanticismo, come accennato in precedenza. Ma approfondiamo: Porco Rosso si divide tra pirotecnici scontri aerei con i pirati della banda Mamma Aiuto, e l’amore impossibile per Gina, donna di carattere e di una bellezza senza eguali. Suo acerrimo rivale, tra i cieli e in amore, è il pilota americano Donald Curtis, sbruffone e irriverente, con il sogno di diventare un famoso attore hollywoodiano. Nella filmografia di Miyazaki hanno sempre un posto di rilievo le figure femminili, in questo caso ne abbiamo due: Gina e Fio. Nell’universo narrativo del regista, infatti, quante splendide e risolute eroine abbiamo? È la giovane Fio, ad esempio, a prendere in mano le redini dell’azienda di famiglia, dimostrando le sue capacità in un ambiente riservato solitamente agli uomini. E la bella Gina non ha difficoltà a farsi rispettare da pirati e avventurieri, nonché a preferire l’idea romantica dell’attesa, del mantenere una promessa fatta anni prima, rifiutando le avances del bell’americano.
Inoltre, prima abbiamo parlato del protagonista come alter ego del regista: a conferma di ciò, basta vedere una sequenza, quella degli aerei abbattuti che salgono come fantasmi verso le nuvole. Miyazaki riesce a mostrare tutta la drammaticità e l’insensatezza della guerra e il disperato senso di impotenza del suo eroe, mescolando come sempre realismo sociale e fantasia. Nell’enigmatico finale, preceduta da una “imperdibile” scazzottata, si lascia spazio all’immaginazione dello spettatore che dovrà ricostruire gli eventi accaduti nel corso degli anni. Altro richiamo e prova d’amore per il cinema classico, è presente con le locandine a prova della concretezza del sogno di Donald Curtis. Forse l’opera minore del maestro, eppure ci ritroviamo di fronte una onnipresente genialità. Semplicemente è tale la grandezza degli altri prodotti, che a dispetto degli altri anche un bellissimo “Porco Rosso” non riesce ad entrare nella top.
