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Recensione – Collateral, l’apoteosi del cinema di Michael Mann

Collateral è uno dei più grandi capolavori di Michael Mann, ma cosa lo rende così importante?
Il film diretto nel 2004 da Michael Mann, Collateral

SCHEDA DEL FILM

Titolo del film: Collateral
Genere: Azione, thriller, noir
Anno: 2004
Durata: 120min
Regia: Michael Mann
Sceneggiatura: Stuart Beattie
Cast: Tom Cruise, Jamie Foxx, Jada Pinkett Smith, Mark Ruffalo, Javier Bardem, Jason Statham
Fotografia: Dion Beebe, Paul Cameron
Montaggio: Jim Miller, Paul Rubell

Colonna Sonora: James Newton Howard
Paese di produzione: Stati Uniti d’America

La retrospettiva sul cinema di Michael Mann continua con Collateral, presentato in anteprima alla 61esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia e diretto dal regista di Chicago nel 2004. Di seguito, ecco dunque trama e recensione del film.

La trama di Collateral, l’ottavo lungometraggio diretto da Michael Mann

Come sempre, prima di passare alla recensione ed analisi del film, due parole sulla trama di Collateral che, forse mai come in questo caso nel cinema di Michael Mann, è estremamente semplice: Max Durocher (Jamie Foxx) è un tassista di Los Angeles ed un giorno, dopo aver accompagnato a casa Annie (Jada Pinkett Smith), fa salire sul suo taxi Vincent (Tom Cruise). Egli propone a Max di fargli da autista per tutta la notte, perché è in città per lavoro: deve solo accompagnarlo in alcuni posti e poi riportarlo in aeroporto. Max accetta. Tutto cambia quando un cadavere cade sul tetto del taxi di Max, che scopre così la verità, ovvero che Vincent è un assassino e le 5 fermate che deve fare sono per uccidere i suoi 5 bersagli. Da qui in poi, un turbinio di emozioni, adrenalina mista a paura per uno dei film più grandi degli ultimi decenni e con uno dei finali più belli non solo della sua intera filmografia, ma della storia del cinema.

Il film del 2004 diretto da Michael Mann, Collateral

La recensione di Collateral, il capolavoro di Michael Mann

Ha tutto inizio nel 1989. A Stuart Beattie viene in mente l’idea di un tassista che porta in giro sul proprio taxi un uomo, un assassino, senza saperlo. Si chiama The Last Domino ma nessuno vuole farne un film. Ne fa una sceneggiatura, passa anche in mano alla Dreamworks, ma non se ne fa nulla per anni, fino a quando non se ne interessa Russell Crowe. Per intenderci: Russell Crowe ad inizio millennio era un po’ come Leonardo Di Caprio oggi, ovvero un attore/star talmente potente che se dice di voler fare un film, quel film si fa. Ed infatti la produzione cambia atteggiamento ed inizia a pensare a chi affidare il film. Si parla di Mimi Leder, poi di Janusz Kaminski ma poi, proprio grazie a Crowe – che ci aveva lavorato sul set di Insider – Dietro la Verità – spunta il nome di Michael Mann. Il caso vuole che però Crowe si faccia indietro e Mann si ritrova da solo con questo progetto in mano. Nonostante i produttori spingessero per ambientarlo a New York, Mann lo ambienta a Los Angeles. Per il ruolo del tassista vorrebbe un attore comico ma che abbia anche delle venature drammatiche, chiama Adam Sandler ma lui rifiuta e si opta quindi per Jamie Foxx, con cui aveva già lavorato sul set di Alì. Infine l’assassino: c’è chi, giocando sul parallelismo del taxi, vorrebbe Robert De Niro, ma Mann riesce ad ottenere Tom Cruise. Adesso è tutto pronto, adesso Collateral può prendere vita.

 

Il film con cui Michael Mann verrà per sempre ricordato è certamente Heat – La Sfida eppure Collateral, forse proprio perché viene dopo, è l’apoteosi del suo cinema. Un film che sembra quasi chiudere un qualcosa iniziato 23 anni prima, quando nel 1981 uscì Strade Violente di cui sembra un upgrade e continuato proprio con Heat – La Sfida nel 1995. Perché ha toccato tanti generi in carriera ed è stato anche in grado di plasmarli a suo piacimento ed a favore della storia da lui raccontata, ma la vera dimensione di Michael Mann è e resterà sempre il noir-thriller e Collateral sembra proprio una summa del suo pensiero cinematografico, l’incontro tra i due film sopracitati ma con una maggiore consapevolezza, sia riguardo le proprie capacità da regista che del mondo stesso. D’altronde, a Michael Mann non serve poi molto: Los Angeles di notte, due attori, un’idea. Il film parte infatti da un soggetto estremamente semplice e che in mano al regista sbagliato sarebbe stato il classico film d’azione in cui si spara in continuazione e perfetto per dormire sul divano la domenica pomeriggio ma Michael Mann – è sempre bene ribadirlo – non è un regista qualsiasi ed a fare la differenza è proprio la sua mano.

 

Tom Cruise – con quel trucco che ricorda William Petersen in Manhunter, a proposito di rimandi e collegamenti col passato – e Jaime Foxx sono semplicemente perfetti, ma Michael Mann lo è ancora di più nel riuscire sempre a spostare il focus su ciò che desidera, giocando con lo spettatore stesso. D’altronde, lo spettatore non può non essere rapito da questa storia che è sì adrenalinica ma che si prende i propri tempi, con delle sequenze come quella nel locale jazz o nella discoteca – John Wick chi? – che sono da perdere il fiato. Collateral è però un film molto più stratificato di quanto si possa pensare, perché da un lato racconta questa storia con un realismo quasi esasperante – il modo in cui muore il personaggio di Mark Ruffalo è talmente crudo e vero, con lui che da un momento all’altro scompare dalla scena che, senza paura di suonare blasfemo, ricorda Il Pianista di Roman Polanski – ma dall’altro gioca con i suoi due protagonisti e su come sembra siano due facce della stessa medaglia. Nella già citata scena nel locale jazz, Jamie Foxx sembra di troppo, quasi invisibile e, in una scena successiva, deve addirittura fingere di essere Vincent. Anche una scena che superficialmente può sembrare inutile come quella dei due coyotes è, in realtà, decisiva per la lettura dei due, che sono a tutti gli effetti animali selvatici, randagi. Inoltre, Jamie Foxx è sì Max il tassista, ma è anche la rappresentazione in carne e ossa della stessa Los Angeles: lui la conosce come le sue tasche, scherza con Annie (Jada Pinkett Smith) sul fatto che abbia avuto fortuna con i semafori, ma la fortuna non c’entra perché conosce Los Angeles meglio di qualsiasi altra cosa al mondo. I fan di Le Bizzarre Avventure di Jojo direbbero che Los Angeles è un po’ lo Stand di Jamie Foxx, ed avrebbero ragione.

 

Chiaramente poi, il film non si risparmia sotto nessun punto di vista e tratta quelli che sono sempre stati gli stilemi del cinema di Michael Mann, dunque un’analisi della natura umana, su come siamo tutti uguali e sono piccole scelte a fare la differenza e su come poi gli stessi Stati Uniti siano un paese degradato e degradante, dove un uomo che muore in metropolitana viene ritrovato dopo ore perché nessuno se ne accorge, concetto che ottiene una potenza spaventosa con il finale perfetto del film. Collateral è dunque il punto più alto della carriera di Michael Mann, la cui filmografia è stata fatta fino a questo momento di tanti alti e pochi bassi – forse solamente La Fortezza, ad oggi dimenticato – e che aspettiamo si arricchisca con Ferrari, il suo nuovo film dal 2015 – anno di Blackhat – che sarà in anteprima all’80esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia

Voto:
5/5
Andrea Barone
5/5
Andrea Boggione
4.5/5
Christian D'Avanzo
5/5
Riccardo Marchese
4/5
Alessio Minorenti
5/5
Matteo Pelli
5/5
Paola Perri
4/5
Vittorio Pigini
4.5/5
Bruno Santini
4.5/5
Giovanni Urgnani
5/5
0,0
Rated 0,0 out of 5
0,0 su 5 stelle (basato su 0 recensioni)
Voto del redattore:
Data di rilascio:
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Cast:
Genere:

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