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La recensione di La fortezza, film diretto da Michael Mann

La recensione di La fortezza, di Michael Mann

SCHEDA FILM

Titolo del film:
La fortezza
Genere: horror; fantasy
Anno: 1983
Durata: 96 minuti
Regia: Michael Mann
Sceneggiatura: Michael Mann
Cast: Scott Glenn, Alberta
Watson, Jürgen Prochnow, Gabriel Byrne, Robert Prosky, Ian McKellen, William Morgan Sheppard, Royston Tickner, Phillip Joseph, Michael Carter
Fotografia: Alex Thomson
Montaggio: Dov Hoenig
Colonna Sonora: Christopher Franke, Tangerine Dream, Edgar Froese, Johannes Schmolling
Paese di produzione: USA

La fortezza è un film horror fantasy scritto e diretto da Michael Mann, distribuito al cinema nel 1983. Il film è tratto dall’omonimo romanzo di F. Paul Wilson, e ad oggi è ormai poco ricordato nonostante il tentativo di cavalcare l’onda sia estetica che narrativa appartenente proprio agli anni ’80. Nonostante ciò, in questa sede è giusto ritagliargli uno spazio d’analisi per completare la retrospettiva su quel gigante, cinematograficamente parlando, di Michael Mann. Il mostro presente nel film è stato disegnato da Enki Bilal. Di seguito la trama e la recensione di La fortezza, film scritto e diretto da Michael Mann. 

La trama di La fortezza, diretto da Michael Mann

Ecco la trama di La fortezza, film scritto e diretto da Michael Mann:

 

“La storia è ambientata in un castello in Romania, nel 1941, dove vive un uomo con i suoi figli. Una notte un esercito di militari tedeschi, capitanato da Klaus Woermann (Jürgen Prochnow), riesce a insinuarsi nella fortezza. Nello stesso momento due guardie vengono colpite da una strana luce che proviene da una croce. Dopo averla osservata attentamente capiscono che l’oggetto è stato realizzato con l’argento puro. Uno dei militari decide di prendere la croce e addentrarsi in una misteriosa caverna dove vede sorgere una sfera di energia che poi lo colpisce, eliminandolo. Si scopre così che, estraendo la croce, è stata risvegliata una creatura malvagia che viveva intrappolata nel castello.

 

In pochissimo tempo, i soldati cominciano a morire come mosche e Woermann ordina invano la ritirata. Per sconfiggere la presenza malefica arriva allora un altro battaglione, questa volta guidato da un nazista, il maggiore Kaempffer (Gabriel Byrne). Questi inizia a uccidere alcuni abitanti del paese convinto che il motivo delle morti dei militari sia in realtà da imputare ai partigiani. Niente di tutto questo, però, è vero. Riusciranno alla fine i due capitani a liberarsi del demone che infesta la fortezza e il villaggio? Per fortuna, potranno anche contare sull’aiuto del dottor Theodore Cuza (Ian McKellen) e di sua figlia Eva (Alberta Watson)”

La recensione di La fortezza, di Michael Mann

La recensione di La fortezza: l’horror di Michael Mann è ambizioso ma si impantana in sé stesso

La fortezza è un film horror dalle tinte fantasy, ma che non rinuncia a mescolare a questi generi anche il war movie, tinteggiando dei personaggi guerrafondai opposti tra di loro. Basti pensare ai due leader dell’esercito alemanno, in quanto uno è un fanatico hitleriano e l’altro un idealista bisognoso di una sorta di redenzione sia personale che nazionale. Tuttavia, il film appartiene al filone dei B-movie e non lo nasconde in nessuna occasione, mostrando intuizioni estetiche poco convincenti e invecchiate tremendamente, già dopo poco tempo dalla sua distribuzione. Infatti, i lampi di luce e gli effetti visivi presenti per tutta la durata del lungometraggio non sono all’altezza del racconto, il quale è però limpido nell’azione grazie ai funzionali virtuosismi di Michael Mann. Il regista, come dimostrerà nel corso della sua carriera, riesce sinergicamente a mescolare le immagini – fluidissime – con la colonna sonora; in questo caso la combo regala agli spettatori una fruizione dal sapore allucinato

 

In La fortezza si ha la netta sensazione di star assistendo a qualcosa di originale ma confuso, poiché la sceneggiatura evidenzia una serie di lungaggini e di banalità simboliche che addensano inutilmente il lungometraggio, di per sé interessante. Ci sono troppi personaggi, e pochi di essi possono realisticamente affermarsi come riusciti. Ciò non fa altro che rendere verbosi i dialoghi, rallentando inspiegabilmente il ritmo di un horror che finisce per impantanarsi. La maggioranza dei comparti è sopra le righe, calcando la mano su più elementi, dalla recitazione fino ai già citati effetti visivi. La retorica del Bene contro il Male è talmente semplificata da risultare schematizzata e mai incisiva, specie nella presentazione precoce del mostro, esteticamente artigianale ma psicologicamente nullo. Il limite di La fortezza è proprio questo, ovvero possiede del materiale sulla carta originale ma inciampa in espedienti estetici e narrativi poco risoluti, ma soprattutto non credibili. 

 

In fin dei conti il film è troppo ambizioso per i pochi mezzi che mette in scena, ammazzando pian piano la tensione piuttosto che incentivarne la crescita graduale. Da questo punto di vista, a seguito di aspetti esasperati e ridondanti perché superficiali, si giunge al finale senza il desiderio di saperne di più. La spiegazione è semplice: in 96 minuti, La fortezza si spiega in maniera goffa e ingenua, accomunando la figura del mostro a quella dei nazisti. Ci si chiede sì quale dei due sia il vero Male assoluto, ma i tentativi di generare un qualsivoglia senso di stupore sono ordinari e in contrasto con l’estroso racconto scritto e diretto da Michael Mann. L’occasione, sfortunatamente, non è stata colta: gli scontri bellici e l’elemento soprannaturale coesistono fino ad un certo punto, poiché la storia si sovraccarica di futili eccessi

Voto:
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