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I peggiori film horror del 2023

Un anno cinematografico molto complicato per il genere horror, nel quale i titoli usciti al cinema o in streaming che andrebbero dimenticati sarebbero diversi e molto deludenti.
The Nun 2 tra i peggiori film horror del 2023

Come ogni fine anno che si rispetti, giunge a gran voce anche il tempo di procedere con le consuete classifiche conclusive sui migliori e peggiori film usciti in sala o in piattaforma in questa stagione, iniziando proprio con i peggiori film horror del 2023.

Quali sono i peggiori film horror degli 2023?

Quello che si appresta a concludersi è stato un anno molto complicato per il genere horror, con i titoli della Flop che supererebbero di gran lunga quelli della Top, in termini sia quantitativi che qualitativi. Si arriva così a quella posizione quasi dell‘imbarazzo nella scelta di selezionare i peggiori film horror del 2023, soprattutto per la loro collocazione in classifica, ma con un podio inamovibile che necessita di essere immediatamente dimenticato.

Demeter Il risveglio di Dracula tra i peggiori film horror del 2023

10) Demeter: il risveglio di Dracula (André Øvredal)

La classifica dei peggiori film horror dell’anno viene inaugurata con l’ultimo diretto dal regista norvegese Andrè Øvredal. In sé, The Last Voyage of the Demeter non risulterebbe particolarmente orrido dall’essere bocciato a prescindere, specialmente dal suo lato più propriamente tecnico. Tuttavia, con il termine “peggiori” si vuole intendere anche le aspettative tradite o lungamente non rispettate, cosa che questo film rappresenterebbe in pieno. Con le capacità tecniche che si riconoscono ad Øvredal, attingere da un materiale “sacro” (o meglio profano) come quello del Dracula di Bram Stoker lasciava infatti aspettative decisamente alte. Al film, tuttavia, non può bastare un intrigante pacchetto tecnico-estetico per una visione che si lascia trasportare dalla noia, con un minutaggio spropositato soprattutto quando non hai nulla da raccontare, se non un pretesto per poter rievocare una situazione narrativa ed ambientale “alla Alien” a bordo di una nave.
Occasione decisamente persa.

9) Renfield (Chris McKay)

Ma per me questo è l’unico sequel diretto con il Dracula e il Renfield di quel film. Per cui sì, mi piacerebbe che venisse usato questo concetto nel marketing. Sarebbe un modo divertente per posizionarlo.

Queste le parole spese dal regista per ribadire come, il Renfield del 2023, sia da considerare un sequel diretto del leggendario Dracula di Todd Browing del 1931, per un’operazione commerciale, a detta del regista, “divertente”. Peccato che, quando si toccano le pietre miliari del cinema (che non sono certo intoccabili), occorre andarci sempre piano, con rispetto, cosa che questo film con protagonisti Nicholas Hoult e Nick Cage sicuramente non pensa nemmeno di fare. Divorato da un’effettistica videoludica plastificata, il film si mostra come un horror-comedy scanzonato e tendente al parodistico, non riuscendo a cogliere né un lato né l’altro.

Si prova infatti ad infarcire un’ironia grottesca e demenziale ad un contesto narrativo che, in sé, sarebbe anche serio come il rapporto delle relazioni tossiche (di lavoro, affettive ecc…). Un film, dunque, che in sé sarebbe tiepidamente da bocciare per le tante sbavature in sede di scrittura, una messa in scena decisamente finta, un ritmo schizofrenico e qualche impaurita risata forzata; entra tra i “peggiori” quando non riesce a trattare dinamiche serie ed importanti (la strada direttamente della parodia disimpegnata sarebbe stata una strada più intelligente) e soprattutto a colpa di una strategia di marketing volta a riallacciarsi con un capolavoro per il genere e non solo.
Irrispettoso.

8) Scream VI (Tyler Gillett e Matt Bettinelli-Olpin)

L’epocale film di Wes Craven del 1996 ha rappresentato un importantissimo punto di svolta nel mondo dell’horror, con uno slasher che, con intelligente arguzia, sapesse rimodellare gli stilemi del genere per poterli poi svecchiare, non rinunciando al sano divertimento da brivido. Con gli anni, tuttavia, la saga ha continuato a ripresentare la solita storia incentrata sulla figura del Ghostface, le stesse battute metacinematografiche e con la domanda “Chi si celerà questa volta dietro la maschera?” che è diventata ormai un vero e proprio meme social. Da rivoluzionario, il fenomeno di Scream ha lentamente fatto il giro, per poi diventare un film che, inizialmente, avrebbe colpito con sadica ironia. Quello diretto da Tyler Gillett e Matt Bettinelli-Olpin non fa sicuramente eccezione, presentando un horror senza un briciolo di tensione, con diversi momenti soporiferi, un’interazione crescente tra i personaggi in termini di minutaggio ma inversamente proporzionata alla profondità della stessa, senza guizzi narrativi che possano ravvivare la visione se non i “classici giochetti del Ghostface” che, ora, anche basta.
Insipida minestra riscaldata.

7) Saw X (Kevin Greutert)

Più o meno sullo stesso livello di bassezza si collocherebbe il nuovo, decimo ed inesorabile (si pensa già all’undicesimo senza pietà) capitolo della saga di Saw, sebbene con delle particolarità rispetto a Scream che, sulla carta, sarebbero potute essere anche interessanti se ben studiate, ma così non è stato. Con il nuovo film del franchise creato da James Wan nel 2004 (più di uno ogni 2 anni) si sceglie di mettere completamente al centro della narrazione il personaggio interpretato da Tobin Bell, prendendosi sì un intrigante rischio di caparbietà, ma ottenendo di fatto un risultato che forse sarebbe stato proprio da evitare.

Anche questa saga, infatti, stava sempre più continuando a ristagnare sui soliti stilemi (il cambio di maschera in Scream, le nuove trappole sempre più improbabili in Saw) e con questo film, per smuovere un po’ le acque, si prova a riflettere una luce differente sull’intelligente ed “epico” psicopatico John Kramer, trasformato in un tenero vecchietto pronto ad aiutare donne e bambini. Senza considerare poi la contestualizzazione temporale (il film si collocherebbe cronologicamente immediatamente dopo il film del 2004, ma con Bell più vecchio che mai) e le trappole che costituiscono a conti fatti delle vere e proprie esecuzioni senza possibilità di rivalsa, la morale dell’iconico personaggio di Kramer viene completamente snaturata per un film che non sa divertire nemmeno dal punto di vista del gore e dello splatter.
Vorrei ma non posso.

6) Thanksgiving (Eli Roth)

Tra i peggiori film horror del 2023 rientra anche, purtroppo, il nuovo lungometraggio prodotto e diretto da Eli Roth. Un nome, questo, che continua a circolare nel campo soprattutto di quell’horror di stampo squisitamente di “serie B” (facendo anche del bene, c’è da dirlo, soprattutto per operazioni come History of Horror) sebbene, nonostante apprezzabili note registiche, i suoi film alla fine risultino spesso una “scopiazzatura” qua e là di altri titoli. Un’operazione questa spesso mascherata dall’esercizio di omaggi e citazionismo ma con il risultato, alla fine, di realizzare film horror di “serie B” di altri film horror di “serie B”, comunque sapendo divertire… ma in quest’ultimo aspetto non è sicuramente il caso di Thanksgiving.

Quello che inizialmente si mostrerebbe come spietata critica al consumismo statunitense, soprattutto come futuro evergreen per il periodo del Ringraziamento, alla fine si mostra come un insipido revenge-movie, che farebbe leva su un plot-twist intuibile senza nemmeno arrivare a metà visione (dando semplicemente un occhio di riguardo al cast del film). Il villain non è ammaliante, la maschera è decisamente dimenticabile e lo slasher – che dovrebbe far sentire tutti i colpi inferti alle proprie vittime – non sa di nulla, con omicidi decisamente troppo celeri e poco originali, senza considerare i diversi momenti di ironia involontaria e scelte dei personaggi decisamente discutibili. I 15 milioni $ di budget sicuramente non aiutano a mascherare l’operazione da “sporco B-movie”.
Tacchino gonfio e stomachevole in tavola.

5) Piggy (Carlota Martínez-Pereda)

In una lista composta quasi totalmente da titoli volgarmente definiti “commerciali”, a metà si va a piazzare un film che, invece, verrebbe rivestito – specialmente dalla critica internazionale – dal mantello dell’autorialità, rappresentando di fatto l’elemento che affosserebbe l’opera di Carlotta Martinez-Pereda. La regista non farebbe altro che aggiungere infatti minutaggio al suo stesso cortometraggio, vincitore del premio Goya nel 2019, presentando un nuovo horror d’autore che non sa minimamente dove volersi indirizzare. Piggy avrebbe infatti la pretesa di raccontare una sofferente storia di formazione che passa soprattutto per il body-shaming, che cerca di sfruttare – senza volerlo davvero – gli elementi del brivido e dell’orrore (slasher e revange-movie su tutti).

L’interpretazione della protagonista Laura Galán è davvero molto buona e l’idea iniziale del film sarebbe potuta essere decisamente più incisiva, raccontando di una ragazza obesa, emarginata e denigrata che decide di farla pagare a chi di dovere (ovviamente con un’intelligente impostazione e contestualizzazione del caso). Ne esce invece un film che non sa mettere in tensione nemmeno per un momento e non sa nemmeno se deve o meno far emozionare attraverso l’empatia, che aggiunge relazioni interpersonali inutili e senza la minima profondità, con un’impostazione visiva poco incisiva e soprattutto una flemma narrativa molto ingombrante, specialmente se le tematiche (importanti) vengono buttate – è il caso di dirlo – al macello.
Pretenzioso ed inconcludente.

Winnie the Pooh sangue e miele tra i peggiori film horror del 2023.

4) Winnie the Pooh: Sangue e miele (Rhys Frake Waterfield)

Quando si cerca di stilare una Flop dei peggiori film dell’anno, la regola di base sarebbe e dovrebbe essere quella di non “sparare sulla croce rossa”, evitando di menzionare opere che attingono a piene mani dal mondo del trash, dell’amatoriale e delle visioni orride (non nel senso onorevole del termine in questo caso). Difficile però non menzionare l’opera montata, scritta e diretta da Rhys Frake Waterfield, con una carriera al momento costellata da altri film horror “fuori dagli schemi”. Si fatica ancora a capire il senso di rappresentare i personaggi di Alan A. Milne in chiave orrorifica (le simili operazioni legate ad esempio alla figura del Grinch e a Peter Pan sarebbero sulla carta già più sensate), ma la visione stessa di questo Winnie the Pooh: Sangue e miele è a dir poco imbarazzante, per rimanere dolci. Per quasi tutto il tempo la noia fa eco a risate non richieste e non di gusto, seguendo le vicende di personaggi incommentabili sia dal punto di vista della scrittura sia recitativo, con degli animaleschi villain che farebbero solo tenerezza, senza contare i contorni delle maschere facilmente ben visibili.
Insalvabile.

3) The Nun 2 (Michael Chaves)

Si arriva così sul podio del peggio di questo 2023 dell’orrore, con questo titolo che incarnerebbe al 100% quello “standard” per il genere che dovrebbe essere abbandonato quanto prima, riferendosi prevalentemente all’infinita sfilza dei capitoli delle saghe cinematografiche di un successo sempre più inspiegabile (arrivano infatti quasi altri 300 milioni $ da questa operazione). Il secondo capitolo della (non richiesta) saga spin-off di The Nun presenterebbe, infatti, tutti gli odiosi elementi di un horror che, ormai, sembrerebbe essere scritto da ChatCPT invece che dalle 6 mani impegnate in sede di sceneggiatura: soliti dannosi cliché, jumpscare riempitivi perché di terrore non c’è minimamente traccia, inserimento di inutili personaggi per cercare di allungare la brodaglia narrativa. Il tutto condito da una mediocre messa in scena ed effetti speciali da pugno in un occhio.
Anche basta.

2) La Casa – Il risveglio del male (Lee Cronin)

I due gradini più alti della classifica sono poi occupati da “film” che, oltre ad una spregevole realizzazione tecnica in sé, attuerebbero una vera e propria politica di sciacallaggio. Uscendo dalla furba operazione ad esempio di Renfield che utilizzerebbe la “scusa” della commedia, questi sono film che cercano di ottenere più successo possibile semplicemente sfruttando i grandi titoli originali di riferimento, profanando senza condizione di causa opere che non meriterebbero di essere profanate, ma omaggiate. Il primo di questi è proprio l’opera seconda di Lee Cronin, al quale viene commissionato un nuovo capitolo dell’iconica saga de La Casa, il quale sceglie di prenderne le dovute distanze dal materiale originale (tono, personaggi ed ambientazione) ma copiando e non rubando tecniche e stilemi di Raimi in diverse occasioni, solo per il tentativo di affezionarsi il pubblico ma risultando invece fastidiosamente fuori luogo (non solo Raimi, ma a rimanere sullo stomaco è anche una citazione a Shining particolarmente ed insensatamente forzata).

Al di fuori, tuttavia, della fastidiosa operazione a monte, il film comunque tenta costantemente di arrancare dietro soluzioni narrative che sono un vero e proprio insulto alla decenza, con jumpscare telefonati che “arricchiscono” una visione splatter che diventa solo involontariamente comica. A salvarsi risulterebbe solo il lavoro (prevalentemente estetico) operato sul personaggio interpretato da Alyssa Sutherland, il resto decisamente da buttare.
Uno scherzo non divertente finito male.

1) L’Esorcista: il Credente (David Gordon Green)

Il gradino più alto della Flop Horror del 2023 non poteva non venire occupato dal 16° lungometraggio prodotto, scritto e diretto da David Gordon Green che, dopo aver messo le mani alla saga di Halloween, si cimenta nel sesto capitolo di un altro franchise, che trova le sue basi su uno dei film più importanti nella storia del cinema. Senza il piacere di ripetere le parole riguardanti l’azione di “sciacallaggio” dell’opera originale (che qui comprenderebbe anche l’iconico tema della colonna sonora), L’Esorcista: Il Credente lascia decisamente stordito lo spettatore nel senso più respingente possibile.

La vera impresa sarebbe quella di “credere” che esista qualcosa che si salvi in un film che perde sotto tutti i punti di vista: quello di una scrittura imbarazzante e senza il minimo interesse, quello di un pacchetto tecnico-estetico disfunzionale, quello di recitazioni approssimative e chi più ne ha più ne metta. Incommentabile la sequenza dell’esorcismo (un Avengers: Assemble religioso dove, a mancare, è proprio l’esorcista, o meglio sarebbe stato preferibile fosse mancato del tutto e dove wikiHow insegnerebbe come l’amore scacci tutti i demoni cattivi), jumpscare inutili e nemmeno efficaci, costruzione tediosa di tanti personaggi ai quali non importa niente nessuno ed altri elementi scadenti fanno di questo film, in sé, uno dei peggiori dell’anno (non solo del genere horror) con il discorso legato allo “sciacallaggio” che lo fa salire in testa alla Flop2023.
Credere e convincersi che non esista.