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Recensione – Thanksgiving, l’horror diretto da Eli Roth

Thanksgiving copertina recensione

SCHEDA DEL FILM

Titolo del film: Thanksgiving

Genere:Anno: Horror

Durata: 110 minuti

Regia: Eli Roth

Sceneggiatura: Jeff Rendell

Cast: Patrick Dempsey, Addison Rae, Milo Manheim, Jalen Thomas Brooks, Nell Verlaque, Rick Hoffman, Gina Gershon

Fotografia:Milan Chadima

Montaggio: Michele Conroy e Michel Aller 

Colonna Sonora: Brandon Roberts

Paese di produzione: USA

Esce nelle sale italiane e di tutto il mondo il 16 novembre 2023 Thanksgiving, l’ultimo film del regista americano Eli Roth. L’opera ruotata intorno a una serie di omicidi che avvengono in corrispondenza della festività del Giorno del Ringraziamento, per mano di un misterioso killer.

 

Di seguito la trama e la recensione di Thanksgiving.

La trama di Thanksgiving, diretto da Eli Roth

Di seguito la trama ufficiale della pellicola: “Dopo che una rivolta del Black Friday finisce in tragedia, un misterioso assassino ispirato dal Giorno del Ringraziamento terrorizza Plymouth, Massachusetts, il luogo di nascita della festa. Eliminando i residenti uno per uno, ciò che inizia come una vendetta casuale si rivela presto essere parte di un piano di sterminio più ampio e sinistro. Riuscirà la città a scoprire l’assassino e a sopravvivere alle vacanze… o a diventerà ospite della sua contorta tavola natalizia?”

Recensione Thanksgiving foto

La recensione di Thanksigiving, un divertente horror postmoderno

I film di Eli Roth sono spesso deludenti. Quello che da molti infatti è considerato come un piccolo regista di culto, e che ha basato sulla sua amicizia e collaborazione con Tarantino parte della sua celebrità, si è rivelato in realtà a più riprese essere un cineasta che, nel maldestro tentativo di omaggiare grandi maestri del genere horror, finiva per scimmiottarne lo stile, in alcuni casi persino sfiorando la parodia involontaria. Molto spesso l’unica cifra stilistica riconducibile al suo cinema è quella del ricorso al gore oltre ogni misura e degli immotivati bagni di sangue che coinvolgono i personaggi a schermo, caratteristiche che gli sono valse il titolo di inventore del sottogenere horror “torture porn“, nello specifico in relazione al suo film forse più noto ossia il primo capitolo della saga di Hostel. Quello che rendeva spesso deficitari i film di Roth, se non a tratti completamente irricevibili, era la scarsa grazia con cui questi tratti stilistici volutamente parossistici si andavano ad amalgamare con uno stampo narrativo che, visto il contenuto dell’opera, risultava essere oltremodo serioso. L’ottima notizia dunque in relazione a l’ultima fatica di Eli Roth è che il regista americano molla completamente gli ormeggi e si cimenta nel cinema che gli riesce meglio; ovvero quello privo di pretese e finalizzato unicamente a divertire genuinamente.

 

Thanksgiving fin dall’inizio non nasconde nemmeno per un secondo la sua natura citazionista nei confronti del cinema che ha formato il gusto di Roth, da sempre estimatore e divulgatore di film horror, anche di bassa lega, degli ultimi decenni dello scorso secolo. Anche un cieco sarebbe d’altronde in grado di riconoscere lo sfacciato omaggio che viene tributato a Halloween fin dalla sequenza iniziale, pur tuttavia la relazione che l’opera decide di instaurare con questo film (e non solo) si rivela essere un coinvolgente meccanismo di sovversione delle aspettative. Il regista americano, fin dalla prima lisergica scena, decide infatti di spingere il piede sull’acceleratore e di creare un delizioso pastiche di sangue e brutalità. Il film riesce piuttosto abilmente a bilanciarsi tra il registro splatter e quello comico, parodiando molte tendenze dello slasher contemporaneo, ormai soltanto interessato ad alzare la posta in gioco per quanto concerne le efferatezze mostrate a schermo.

 

Ovviamente il film non è un’opera perfetta e i difetti abbondano, a partire dalla trama affatto originale espressa attraverso lo stile di semi-parodia del genere che viene messo in atto e che può essere ricondotto piuttosto agevolmente allo schema collaudato da Scream oltre vent’anni fa. Quello che però fa scorrere velocemente la pellicola e che potrebbe finire per renderla un piccolo cult horror in relazione a questa festività a stelle e strisce è la l’autoconsapevolezza dei suoi limiti. Roth rinuncia, come accadeva per esempio in Green Inferno o nello stesso Hostel, ad ammantare il prodotto di uno strato di inconciliabile gravitas ma lascia che ogni evento a schermo susciti una spontanea espressione di disgusto o una risata sentita. A convincere è per l’appunto questo piglio quasi ludico della pellicola che tuttavia non scavalla mai nella completa demenzialità, fattore che ricorda, seppur ovviamente in tono minore, l’idea di cinema dell’orrore che caratterizza il cinema di Sam Raimi. Nonostante le esagerazioni infatti il film mantiene un dignitoso livello di tensione per tutta la sua durata e, tra uno squartamento e l’altro, soddisfa le pretese di intrattenimento dello spettatore. Altra freccia all’arco del film sono alcune sequenze che non possono fare a meno di far scaturire un macabra ilarità. Insomma questo slasher è uno spassoso giro sulle montagne russe e un gustoso commentario delle tendenze horror contemporanee.

Voto:
3/5
Andrea Boggione
0/5
Christian D'Avanzo
0/5
Vittorio Pigini
0/5
Bruno Santini
0/5
0,0
Rated 0,0 out of 5
0,0 su 5 stelle (basato su 0 recensioni)
Voto del redattore:
Data di rilascio:
Regia:
Cast:
Genere:

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