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Recensione – Miami Vice, diretto da Michael Mann

Uno dei film meno considerati di Michael Mann, ma è giusto così o andrebbe rivalutato?
Miami Vice, film diretto da Michael Mann nel 2006

SCHEDA DEL FILM

Titolo del film: Miami Vice
Genere: Thriller, azione, poliziesco
Anno: 2006
Durata: 133 min
Regia: Michael Mann
Sceneggiatura: Michael Mann
Cast: Colin Farrell, Jamie Foxx, Gong Li, Naomie Harris, Ciéran Hinds, Justin Theroux, Barry Shabaka Henley
Fotografia: Dion Beebe
Montaggio: William Goldenberg, Paul Rubell
Colonna Sonora: John Murphy
Paese di produzione: Stati Uniti d’America, Paraguay, Uruguay, Germania

La retrospettiva sul cinema di Michael Mann continua con Miami Vice, film del 2006 e trasposizione su grande schermo della fortunata serie tv prodotta da Mann tra il 1984 e il 1990. Di seguito, ecco trama e recensione di Miami Vice.

La trama di Miami Vice, il nono lungometraggio di Michael Mann

Come di consueto, due parole sulla trama di Miami Vice, prima di passare alla recensione del film. Tratto dall’omonima serie tv anni ’80, Miami Vice racconta la storia di Sonny e Rico Colin Farrell e Jamie Foxx – due agenti di Miami mandati a smantellare un traffico di droga per conto dell’FBI. Lo faranno infiltrandosi nel cartello stesso, sotto copertura, ma le cose si complicano col passare del tempo e soprattutto nel momento in cui Sonny inizia una relazione con Isabella e, di pari passo, la sicurezza della moglie di Rico viene compromessa. Il tutto porterà ad un finale pieno di pathos e perfettamente coerente con lo stile di Michael Mann.

Miami Vice, film diretto da Michael Mann nel 2006

La recensione di Miami Vice: l’epica pop di Michael Mann

A Michael Mann piace giocare col fuoco. D’altronde, ogni opera da lui realizzata, in un modo o nell’altro, è stata una scommessa e – purtroppo per lui – gli svariati fiaschi al botteghino ne sono un segnale ben chiaro. Ma Michael Mann, prima di diventare Michael Mann, non era altro che un giovane che lavorava in tv con un ritmo forsennato. Dopo anni di gavetta, nel 1984 si presenta una grande occasione: alcuni pezzi grossi hanno tra le mani la storia di due agenti sotto copertura alle prese con il narcotraffico, in giro per Miami su auto veloci e vestiti sgargianti. Si chiama Miami Vice ma, per vedere la luce, ha bisogno di uno showrunner e la scelta ricade proprio su Mann che è sì giovane ed ancora con poca esperienza, ma ha già ben chiaro ciò che vuole fare da grande, dà indicazioni ben chiare su cosa vuole dalla serie, le ottiene e, nel momento in cui esce, Miami Vice diventa la serie tv più cool di tutti gli Stati Uniti quando ancora non erano cool le serie tv. È un successo assoluto.

 

Gli anni passano, Michael Mann inizia a dirigere lungometraggi e si afferma come uno dei più grandi registi americani grazie a film come Strade Violente – suo vero debutto nel 1981, La Fortezza del 1983, Manhunter del 1986, L’ultimo dei Mohicani del 1992, Heat – La Sfida del 1995 e poi ancora, Insider – Dietro la Verità del 1999, Alì del 2001 e Collateral del 2004. Nella produzione del Biopic su Muhammad Alì, Mann conosce Jamie Foxx e pare che anni dopo, ad una festa organizzata per l’anniversario d’uscita del film, Foxx dica a Mann quanto figo sarebbe se iniziasse a lavorare ad un adattamento per il cinema della serie cult degli anni ’80. Cool, per l’appunto. Mann, che è ormai l’affermato fenomeno che tutti ormai conosciamo, non riesce a resistere e decide di mettersi subito al lavoro, perché il primo amore non si scorda mai. Nasce dunque il film di Miami Vice, con Jamie Fox nei panni di Ricardo “Rico” Tubbs. Manca però l’interprete di James “Sonny” Crockett che, in tv, veniva interpretato dall’iconico Don Johnson. Si opterà per Colin Farrell, scelta che lascerà non pochi perplessi. È dunque tutto pronto per Miami Vice. 

 

Nato sì, ma quanti problemi. Il film infatti sembra maledetto, da Jamie Foxx che, dopo aver lavorato nuovamente con Mann in Collateral e soprattutto dopo aver vinto il premio Oscar per Ray, chiede più soldi e si rifiuta di andare fuori dagli Stati Uniti, cosa che obbliga Michael Mann a cambiare il finale del film – previsto inizialmente in Paraguay – fino allo stesso Mann, che continua a cambiare i piani in corso d’opera, riscrivendo delle scene ed aggiungendone di nuove. Insomma, l’ambiente non è il massimo, soprattutto se pensiamo al fatto che non è più il 1984 ma il 2006 e l’amore per le macchine veloci, i vestiti sgargianti e quel modo di fare da macho che hanno molti dei personaggi sembra ormai essersi appassito. Stiamo dunque parlando di un film che non regge il paragone con le altre opere del regista ma che forse, più di qualsiasi altra, merita di esistere, proprio perché viscerale, un chiodo fisso nella mente di Michael Mann che lo ha portato anche a produrre, nel 2022, Tokyo Vice. Miami Vice è un film imperfetto, ma sarebbe stato un disastro assoluto in mani diverse, ma Mann riesce ad imprimere il proprio segno anche qui, concependo un’epica pop, con il romanticismo che lo ha sempre contraddistinto a farla da padrone e riuscendo dunque, nonostante tutto, ad elevare l’opera, portandola non solo alla sufficienza, ma ad opera di valore. Bisogna essere dei fenomeni, bisogna essere Michael Mann per riuscirci.

Voto:
3.5/5
Andrea Boggione
4/5
Christian D'Avanzo
4/5
Matteo Pelli
4/5
Giovanni Urgnani
4/5
0,0
Rated 0,0 out of 5
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Voto del redattore:
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