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“Army of the Dead”: il ritorno di Snyder allo zombie movie

Il 18 Marzo 2021 è arrivato qui in Italia in digitale la tanto attesa edizione estesa firmata da Zack Snyder della “Justice League”, film che ha ricominciato a far parlare e discutere di uno dei registi che più divide critica e pubblico grazie ad una filmografia che comprende titoli come “Sucker Punch” e il film animato “Il Regno di Ga’Hoole”, ma soprattutto i vari cinecomics tratti dai fumetti della Dc come “Watchmen”, “‘L’Uomo d’Acciaio” e “Batman V Superman”. Ora, almeno fino ad oggi, pare che abbia concluso questo suo percorso con la Warner Bros. Il cineasta statunitense con il suo nuovo film “Army of the Dead”, da lui co-scritto e diretto, ha deciso di tornare alle sue origini, a quel genere che ha dato il via alla sua carriera cinematografica quando nel 2004 realizzò il remake di “Zombi” film di George Romero del 1978. Questa volta ci racconta la storia di un gruppo di mercenari capitanata da Scott Ward, interpretato da Dave Bautista, che viene assoldato dal proprietario di un casinò per recuperare 200 milioni di dollari dal caveau del suo stesso edificio, prima che il governo degli Stati Uniti dia l’ordine di distruggere con un attacco nucleare l’intera città di Las Vegas, che si trova in quarantena per via di un’epidemia di zombi. Il progetto nasce nel 2007 e doveva essere inizialmente una co-produzione tra Universal Pictures e la già citata Warner Bros; diversi anni dopo nel 2019 Netflix ne acquista i diritti di distribuzione ed assume Snyder che si occupa della regia, ma anche del soggetto e della stesura della sceneggiatura assieme a Joby Harold e Shay Hatten. Il film è disponibile da oggi 21 Maggio proprio sulla piattaforma streaming statunitense. “Army of the Dead” è un horror che si mescola al genere action dando vita ad atmosfere niente male: visivamente il film riesce tutto sommato a descrivere bene l’ambiente circostante ed intorno ai vari personaggi, i quali si integrano bene sia con gli esterni, questa particolare Las Vegas in quarantena, sia con i vari interni, un casinò abbandonato e oramai in balia degli zombi, che risultano entrambi parecchio suggestivi. La colonna sonora è molto coinvolgente, nonostante siano presenti diversi brani che passano da un genere all’altro. Tutto ciò che c’è intorno però funziona davvero poco: partiamo proprio dai non morti realizzati con un design sicuramente molto moderno ma che continuo a trovare troppo distante dal classico stereotipo dello zombie che ha sempre funzionato e che ha fatto la storia del genere. Qui abbiamo tante e diverse tipologie di zombie con tante caratteristiche che però vengono solo abbozzate, all’interno di un immaginario che non spaventa, non provoca chissà quale emozione e risulta anche parecchio prevedibile.

ARMY OF THE DEAD (Pictured) DAVE BAUTISTA as SCOTT WARD in ARMY OF THE DEAD. Cr. CLAY ENOS/NETFLIX © 2021

“Pensaci, quello che abbiamo fatto e le persone cha abbiamo salvato che ci ha portato? E se per una volta, una volta sola, facessimo qualcosa per noi?” 

Ward, Dave Bautista

Fanno parte del cast, oltre al già citato Bautista, Kate la figlia di Scott interpretata da Ella Purnell, Omari Hardwick ovvero Vanderohe, Ana de la Reguera che riveste i panni di Cruz, il braccio destro di Ward, ed anche Theo Rossi che interpreta Burt, Hiroyuki Sanada ovvero il magnate Hunter Bly ed, infine, Matthias Schweighofer e Tig Notaro che rispettivamente interpretano Ludwig e Marianne, lo scassinatore e il meccanico della squadra. Questi ultimi sono sicuramente le uniche note positive, gli unici due personaggi che hanno un background quanto meno interessante nonostante una povera evoluzione, proprio come il resto del cast.

Insomma “Army of the Dead” è uno zombie movie ricco di riferimenti a molti altri film dello stesso genere, ma senza un briciolo di originalità e che non riesce ad intrattenere lo spettatore grazie ad un ritmo altalenante ed un pessimo montaggio. Il film ha un’eccessiva quantità di slow motion, tanto cari al regista statunitense, che vanno ad appesantire diverse sequenze action e che di conseguenza vanno ad influire sulla riuscita della pellicola. “Army of the Dead” almeno sulla carta però aveva tutte le caratteristiche e le possibilità di poter stupire il pubblico attraverso quella scarica di adrenalina che un film del genere dovrebbe lasciare. Un altro titolo della filmografia di Snyder che dividerà parecchio critica e pubblico che si rivela essere una grande occasione sprecata per poter dare vita a qualcosa di divertente, spensierato e ricco di azione, tutto ciò che il film personalmente non riesce a dare. Un ritorno allo zombie movie da parte di Zack Snyder che non colpisce nel segno, ma che pare faccia già parte di un franchise e di cui è già in preparazione un prequel, nella speranza che sia più interessante di questo primo capitolo. 

– Andrea Boggione