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I migliori film di fantascienza degli anni ’30: il futuro diventa presente con l’era del sonoro

Per un genere cinematografico molto attento agli effetti dell’innovazione tecnologica, come quello della fantascienza, l’avvento del sonoro ha portato un vero terremoto artistico e produttivo nel mondo del cinema.
L'uomo invisibile tra i migliori film fantascienza degli anni 30

Dopo gli avanguardistici esperimenti ed opere già di per sé eccellenti nell’era del muto, il cinema conosce forse il suo momento storico più importante che, non a caso come evoluzione tecnologica, impatta anche nel mondo della fantascienza.

I migliori film di fantascienza degli anni ’30: il sonoro stravolge le regole dell’industria

Alla fine degli anni ’20, due eventi in particolare ebbero grande effetto sull’industria cinematografica americana, ovvero la Grande Depressione e soprattutto l’epocale cambiamento avvenuto con l’emblematico Il cantante di jazz. In quest’ultimo caso si assiste ad un vero e proprio terremoto per la Settima Arte, tanto per l’aspetto produttivo dei vari lungometraggi quanto nella fruizione del pubblico, con i film che ora possono concentrarsi anche sui suoni che prima non poteva restituire sul grande schermo, come canti, bisbigli, urla ma anche e soprattutto il suono ambientale.

Il pubblico doveva uscire in qualche modo dalla drammatica situazione socio-economica scaturita dalla Grande Depressione e il cinema poteva essere un mezzo formidabile per evadere, almeno per un po’, da quella realtà. Fu così che in tale obiettivo si spinse il cinema fantastico, quello che più di tutti riusciva a traghettare lo spettatore verso un mondo mai visto prima, con il sonoro che diventa qui un altro elemento fondamentale con i sussulti della magia, della scienza e della natura che permettono al meglio una maggiore immedesimazione. Tuttavia, mentre per altri generi come per i musical e gli horror la situazione si fa estremamente ghiotta, la propensione visionaria della fantascienza ha ancora bisogno di farsi le ossa, registrando in questo decennio un flebile successo, specialmente quando questa viene usata più come mezzo per altri tipi di visioni cinematografiche.

Importante da registrare anche la prima apparizione nel 1934 del personaggio di Flash Gordon nell’omonima serie a fumetti che, solo 2 anni più tardi, ha permesso di inaugurare un serial cinematografico ad hoc che potesse interessare al grande pubblico. Oltre al primo lungometraggio – sempre nel 1936, quale condensato degli episodi del serial – Flash Gordon ha spalancato di fatto le porte alla space opera, che sarà determinante per il futuro del cinema di fantascienza.

Migliori film fantascienza anni 30 La fine del mondo

I prodigi del 2000, di David Butler – 1930

Come accennato l’avvento del sonoro fu determinante, nel bene e nel male, per riscrivere le regole cinematografiche allora conosciute, con un periodo dove alcuni generi più di altri hanno potuto incontrare un ampio consenso. Su tutti si impone infatti il musical, capace di raccontare le sue storie in un modo mai visto prima, avvicinandosi anche agli altri generi cinematografici invece conosciuti. Oltre al sentimentale e alla commedia, tra questi rientra anche la fantascienza, con I prodigi del 2000 diretto da David Mutler che ne diventa un importante esponente.

Il film è una singolare commedia musicale che sorprende principalmente per la sua originale storia che vede protagonista un uomo, interpretato da El Brendel (Ali), folgorato nel 1930 e riportato in vita da un gruppo di medici e scienziati nella New York del 1980. Rinominato “Single 0” il protagonista non riconosce il nuovo mondo sotto i suoi occhi, dove gli abitanti non hanno un nome ma un numero, i matrimoni vengono stabiliti e scelti dal governo, le nuove nascite avvengono artificialmente. Incontrerà LN-18 di cui si innamorerà e per la quale inizierà un’avventura che coinvolgerà anche il pianeta Marte.

La fine del mondo, di Abel Gance – 1931

Dopo aver realizzato un’opera avanti negli anni rispetto alla sua epoca, ovvero il Napoleone del 1927, il regista parigino A. Gance realizza con il suo film successivo un altro titolo epocale. Intuibile già dal titolo, La fine del mondo del 1931 rappresenta il primo illustre esempio dell’era del sonoro di trattare il tema apocalittico del disaster-movie, con uno scienziato che nel film individua una cometa in rotta di collisione con la Terra, annunciando la fine di ogni cosa. Nel suo film Gance mostra la fondamentale necessità della nascita di una “Repubblica Universale”, che possa abbattere le barriere socio-politiche presenti nel mondo soprattutto davanti ad un cataclisma di portata globale. Uniti per la sopravvivenza della specie e non solo, adattando su schermo uno dei migliori “antenati” del cinema caro alla condizione climatica ed ambientale.

Il dottor Jekyll, di Rouben Mamoulian – 1931

Il classico racconto gotico di Robert Louis Stevenson è ormai pienamente entrato nell’immaginario collettivo di allora, avendo avuto già 14 rappresentazioni su schermo. Quello del regista di origini armene Rouben Mamoulian resta però il primo adattamento sonoro, che brilla non solo per il rispetto della complessità del materiale letterario originale sulla scissione dell’uomo tra bene e male, ma anche e soprattutto per l’incredibile contributo tecnico apportato alla Settima Arte. In particolare, ad essere acclamata in modo universale è l’interpretazione del protagonista Fredric March, premiato sia al Festival di Venezia (alla sua prima edizione) che agli Oscar. Il dottor Jekyll del 1931 può però contare su un comparto foto-scenografico davvero superlativo, che restituisce un’atmosfera gotica ed espressionista, oltre al geniale lavoro sul trucco, specialmente nella sequenza di trasformazione del protagonista.

L’isola delle anime perdute, di Erle C. Kenton – 1932

In seguito ad un naufragio, Edward finisce su una remota isola dell’Oceania dove il suo proprietario, il dottor Moreau, sta attuando una serie di esperimenti scientifici molto singolari su animali ed esseri umani. Questa la sinossi de L’isola delle anime perdute, primo adattamento cinematografico tratto dal romanzo fantascientifico di H. G. Wells del 1986, il quale viene considerato il primo vero esponente del sottogenere c.d. uplift (quando una razza avanzata cerca di intervenire sull’evoluzione di una specie animale) che segnerà un importante filone per il genere, come ad esempio per la saga de Il pianeta delle scimmie. Quello diretto da Erle C. Kenton nel 1932 resta un titolo speciale diventato col tempo un vero e proprio cult, tanto per il cinema soprattutto di fantascienza quanto per le sue venature gotiche ed orrorifiche, nonostante sia stato fortemente censurato per oltre 30 anni.

Il dottor X, di Michael Curtiz – 1932

Più di 10 anni prima di ricevere il suo Oscar al Miglior Regista per l’intramontabile Casablanca, l’autore ungherese M. Curtiz realizza questo horror fantascientifico che vede protagonisti Lionel Atwill, Fay Wray e Preston Foster. Incarnando a pieno lo stilema dello scienziato pazzo, Il dottor X narra delle indagini di Jerry Xavier riguardo ad una misteriosa serie di omicidi, dove un serial killer sta uccidendo e sbranando le sue vittime durante la fase di luna piena.

Migliori film fantascienza anni '30 La distruzione del mondo

La distruzione del mondo, di Felix E. Feist – 1933

Mentre il film di Gance di 2 anni prima potrebbe essere riconducibile ad un’opera che usa le visioni apocalittiche più come mezzo che come fine, per analizzare il contesto più dal punto di vista politico e sociale, La distruzione del mondo diretto da Felix E. Feist si concentrerà maggiormente sui suoi eccezionali effetti speciali per “distruggere” New York. Liberamente tratto dall’omonimo romanzo di S. Fowler Wright, il film è stato ritenuto perduto per quasi 50 anni ma, fortunatamente, nel 1981 venne scoperta una copia che ha mostrato l’incredibile valore della pellicola. Qui la trama viene semplicemente utilizzata come pretesto per mostrare su schermo la devastante potenza della natura e l’impotenza dell’uomo che non può contrastarla, con impressionanti sequenze di distruzione scenografica che reggono ottimamente il secolo di vita.

L’uomo invisibile, di James Whale – 1933

L’autore di origini britanniche, in 20 anni di onorata attività regista, ha regalato veramente tanto alla Settima Arte, con il suo nome che viene inevitabilmente associato alla figura cinematografica del Mostro di Frankenstein. Nel 1933, tuttavia, James Whale realizza un altro grande film sempre incentrato sul ciclo dei Mostri Universal, ovvero L’uomo invisibile. Questa resta un’opera a dir poco brillante e spettacolare non solo dal punto di vista tematico, che vede protagoniste le violente manie di onnipotenza di uno scienziato che ha scoperto il segreto per diventare invisibile, ma anche e soprattutto da quello tecnico. Oltre alla regia maestra dell’autore de Il castello maledetto e La maschera di ferro del 1939, il grande classico della fantascienza del 1933 stupisce anche e soprattutto per gli incredibili effetti speciali.

La vita futura, di William Cameron Menzies – 1936

A tornare nel 1936 è ancora una volta il nome di H. G. Wells, con un altro adattamento cinematografico di un suo romanzo (The Shape of Things to Come), per un film che viene registrata come la più ambiziosa e costosa produzione fantascientifica degli anni ’30. Anticipando in un certo senso opere dalla complessità e profondità narrativa come 2001: Odissea nello spazio, La vita futura narra dell’epopea di un secolo fino al 2036, cercando di anticipare e prevedere sviluppi, derive e virtù del progresso scientifico, umano e socio-politico dell’essere umano sulla Terra. In questa affascinante operazione dall’occhio prettamente fantascientifico sul riuscire a vedere il futuro, il film di Menzies e la sceneggiatura dello stesso Wells riescono ad anticipare molto se non tutto il loro prossimo destino, come per la “vista” dell’imminente Secondo Conflitto Mondiale, l’emergenza pandemica, la corsa ai carburanti e lo sposalizio/scontro con la rinnovazione tecnologica.

Il raggio invisibile, di Lambert Hillyer – 1936

Il 1937 è l’anno di Orizzonte perduto, film di Frank Capra tratto dall’omonimo romanzo di J. Hilton che prova ad immaginare un utopico mondo migliore attraverso l’idilliaca civiltà chiamata Shangri-La, scoperta da un gruppo di scienziati e politici schiantato in una zona sperduta tra le montagne dell’Himalaya. Un’opera sicuramente affascinante (grazie soprattutto al suo regista) più presente tuttavia nel cinema fantastico, a differenza de Il raggio invisibile, film dell’anno precedente e diretto da Lambert Hillyer. Nonostante un accoglimento altalenante del titolo, questo horror fantascientifico è riuscito a diventare comunque molto influente nel genere di riferimento per gli anni seguenti, che gode soprattutto del duello recitativo (frequente in quegli anni) tra Boris Karloff e Bela Lugosi.

Il figlio di Frankenstein, di Rowland V. Lee – 1939

Se per James Whale è stato scelto L’uomo invisibile, questa speciale classifica non poteva sicuramente essere privata di una delle icone cinematografiche più importanti per il genere della fantascienza, ovvero il mito del Mostro di Frankenstein. Al confine con il nuovo decennio, lo stesso anno di Ali che non tornano di Tim Whelan, viene infatti distribuito il terzo capitolo della saga degli anni ’30 che segue quelli di Frankenstein e La moglie di Frankenstein, entrambi diretti ovviamente da Whale. Il figlio di Frankenstein di Rowland V. Lee deve inevitabilmente fare i conti “purtroppo” con i due giganti che lo precedono; tuttavia, il titolo presenta le sue ambizioni tecniche, estetiche e recitative. Il tenebroso tratto espressionista viene ovviamente rispettato e curato a dovere, nonostante le prove di Technicolor, ma a stupire e convincere maggiormente è stata l’evoluzione narrativa e caratteriale dei personaggi in scena, con la conferma di Boris Karloff nei panni del Mostro e l’introduzione di Ygor che viene interpretato da un irriconoscibile Bela Lugosi.