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I Migliori Film di Fantascienza degli anni ’20: pilastri ed opere visionarie dal cinema muto

Il cinema muto è un periodo storico fondamentale per la Settima Arte, anche e soprattutto per porre le basi del cinema ma sapendo regalare anche opere che ancora oggi, dopo un secolo di distanza, ancora risultano fuori dal loro tempo.
Algol tra i migliori film di fantascienza degli anni 20

Uno dei generi cinematografici più popolari e visionari della Settima Arte, la Fantascienza ha saputo registrare – nei suoi primordi – alcune pellicole che, dopo quasi ed oltre un secolo di storia, ancora abbagliano per l’impressionante capacità di meravigliare il proprio pubblico.

I migliori film di fantascienza degli anni ’20: dal passato del cinema muto opere visionarie e futuristiche

Così come avvenne con Le manoir du diable del 1896 per il genere horror, è ancora il genio del prestigiatore Georges Méliès a porre le prime fondamentali pietre per costruire la torre del cinema fantascientifico. Sono infatti gli anni soprattutto di Le voyage dans la Lune del 1902 e di Voyage à travers l’impossible di due anni dopo, inventando di fatto strabilianti effetti speciali (soprattutto per l’epoca), ma che non hanno perso il proprio smalto artistico. Il termine “fantascienza” (originalmente “science-fiction”, in quanto in Italia il termine viene tradotto solo nel 1952) vede convenzionalmente la propria nascita solo nel 1926, coniato da Hugo Gernsback, con il cinema di genere che infatti poggiò necessariamente molto della propria narrativa sulla letteratura scientifica, fantastica e d’avventura, quest’ultima specialmente con ambientazione esotica.

Superando così i primi due decenni del ‘900, tra avanguardistici esperimenti soprattutto tecnici, si arriva così alla nascita di un’industria composita per la Settima Arte che sapesse puntare anche su questo particolare genere, attingendo da quegli elementi che tanto meravigliavano (e meravigliano tutt’ora) il pubblico internazionale e potendo contare negli anni ’20 alcuni tra i migliori film di fantascienza che fungono da solide basi per questo genere.

Il dottor Jekyll e Mr. Hyde, di John Stuart Robertson – 1920

Il film del regista canadese John S. Robertson è tratto dal celebre racconto gotico di Robert Louis Stevenson, il quale si avvicina inevitabilmente al racconto dell’orrore, soprattutto per gli elementi narrativi del sottogenere e materiale originale d’appartenenza. Resta altrettanto indubbio, tuttavia, come la figura del dottor Jekyll sia una delle più iconiche per quanto riguarda l’iconografia del c.d. mad-doctor, facendo piombare il film del 1920 di diritto nel novero del genere di fantascienza. Ormai appresa nella cultura generale, la mostruosa trasformazione del protagonista in “Il dottor Jekyll e Mr. Hyde” avviene proprio a causa di un siero creato in laboratorio, capace di scindere il bene dal male dalla personalità di un essere umano, con tragici conseguenze.

Algol, di Hans Werckmeister – 1920

Lo stesso anno di un capolavoro della storia del cinema, come Il gabinetto del Dottor Caligari, ecco un’altra grande perla della Settima Arte proveniente anch’essa dall’espressionismo tedesco. Il primo lavoro del regista di Berlino Werckmeister è, infatti, un sorprendente e visionario melodramma fantascientifico, che poggia le sue basi narrative sul mito del Faust. Tra alieni, astronomia e demoni, la favola di Algol narra dell’ascesa e decadimento di un uomo che acquisisce il mefistofelico potere di creare energia praticamente illimitata, ma che ne vuole custodire egoisticamente il segreto a discapito della povertà sociale.

Аėlita, di Jakov Aleksandrovič Protazanov – 1924

Tratto dall’omonimo romanzo dello scrittore russo Aleksej Nikolaevič Tolstoj, il film del 1924 è il primo diretto da Jakov A. Protazanov al suo rientro in patria dopo l’operato europeo, con la necessità di riportare su schermo gli sconquassanti cambiamenti socio-politici della sua terra: la nascita dell’Unione Sovietica.

Con Aélita, uno dei fondatori del cinema russo realizza il primo vero colossal sovietico di fantascienza, con una storia di amore ed intrighi di potere divisi tra il pianeta Terra e Marte. Oltre alla narrazione, inevitabilmente di rimando a temi strettamente politici, ed un’ottima ricostruzione soprattutto scenica del “fantastico”, il film costituirà una delle fonti d’ispirazione principali per molte opere fondamentali per il genere.

Futurismo, di Marcel L’Herbier – 1924

Conosciuto anche con il titolo internazionale L’Inhumaine, che si riferirebbe così ad anima e carattere della sua venerata protagonista interpretata da Georgette Leblanc, quella del 1924 è una delle opere più celebri del regista, poeta e musicista francese Marcel L’Herbier. Quest’ultimo è, infatti, uno dei nomi di spicco che ha contribuito fortemente all’affermazione nel cinema dell’avanguardia narrativa e questo Futurismo ne è un chiaro esempio. Una storia di rancore, amore non corrisposto e gelosia, che presenta diversi elementi fantascientifici (specialmente nel dispositivo incredibilmente simile a quella che sarà la futura televisione) anche attraverso la sua ricercata scenografia cubista.

Parigi che dorme, di René Clair – 1925

Il regista, sceneggiatore ed attore parigino René Clair, considerato tra i maestri cinematografici francesi non solo dell’era del muto, inaugura la sua carriera nel mondo del cinema nell’anno di uscita di questo suo mirabile mediometraggio. La trama di Paris qui dort ruoterebbe attorno al misterioso raggio creato da uno scienziato e capace di far addormentare tutta la popolazione della capitale francese, ad eccezione del guardiano della Torre Eiffel ed un gruppo di nuovi visitatori. Oltre all’efficace e lungimirante lavoro specialmente in sede di montaggio, quest’opera resta uno dei precursori del genere fantascientifico.

Il Mostro, di Roland West – 1925

Rimanendo a tema scienziato pazzo, sebbene il film del 1925 di West sia stato all’epoca catalogato tra i film horror, con spiccati elementi gotici ed un inusuale tono grottesco, non rimarrebbe poi così complicato annoverare Il Mostro tra i migliori film di fantascienza degli anni ’20. Con una trama che muove i suoi primi passi nel campo dell’investigazione, il film mostra infatti su schermo una delle prime apparizioni della fondamentale figura del mad-doctor, interpretato qui da un evergreen come Lon Chaney, ossessionato dal scoprire il segreto per la vita eterna.

Charleston, di Jean Renoir – 1926

Cavalcando il fenomeno della Revue Nègre, il regista francese Jean Renoir – figlio del celebre pittore impressionista – realizza con questa sua quarta regia un cortometraggio dai connotati del musical e della fantascienza. Ambientato infatti nel 2028, Charleston (Sur un air de Charleston) pone al centro della narrazione uno scienziato alieno che fa visita ad un pianeta sconosciuto, dove si imbatte in una “selvaggia” del posto. Non avendo in comune lingua né tradizione, i due iniziano a ballare per comunicare e conoscersi. Una visione frizzante dove l’avanguardistica regia di Renoir la fa da padrone, specialmente nelle tecniche di montaggio.

Metropolis, di Fritz Lang – 1927

Ambientato nel 2026 (100 anni dopo quando venne scritto) uno dei grandi capolavori del maestro di origini austriache Fritz Lang viene ancora considerato non solo uno dei capisaldi più importanti per il genere, ma proprio uno dei migliori film di fantascienza di sempre (solo 2 anni più tardi il regista realizzerà anche Una donna nella luna).

Questo grazie non solo ad una ricercatissima narrazione pluristratificata, che trova il suo fuoco principale nella lotta di classe, supportata da un ottimo ritmo espositivo, ma anche e soprattutto per la sua imponente e futuristica messa in scena, tanto nella ricostruzione della scenografia quanto nella visionaria regia di Lang e gli effetti speciali. Non dovrebbe essere così assurdo affermare che quasi tutto il cinema di fantascienza moderno derivi da Metropolis (che, a sua volta, deve inevitabilmente molto all’Aélita di Protazanov).

La mandragora, di Henrik Galeen – 1928

Rimanendo all’interno dei confini cinematograficamente floridi della Germania, specialmente in questo periodo storico, il regista austriaco H. Galeen (che nel 1915 co-dirige il leggendario Der Golem) realizza quest’opera fantascientifica basata sul romanzo Alraune di Hanns Heinz Ewers. La trama di questa sorprendente pellicola ruota attorno agli esperimenti del professor Jakob, ricercatore di successo volto a scoprire i segreti della natura umana partendo dal patrimonio genetico.

Fecondando una prostituta con il seme di un assassino morto impiccato, Jakob crescerà una bambina in un ambiente protetto e controllato, ma la quale oscura natura riemergerà ben presto. Protagonisti di La mandragora sono Brigitte Helm, dopo il suo debutto all’età di 19 anni proprio in Metropolis, e uno dei maggiori esponenti del cinema espressionista tedesco, ovvero Paul Wegener (Lo studente di Praga, Der Golem).

L’isola misteriosa, di Benjamin Christensen – 1929

Il decennio degli anni ’20 arriva così a concludersi con il film di uno dei grandi esponenti del cinema danese, principalmente riconosciuto per i suoi splendidi lavori nel campo dell’horror, come ad esempio La stregoneria attraverso i secoli del 1922. Per la regia di Benjamin Christensen (con Lucien Hubbard e Maurice Tourneur non accreditati), L’isola misteriosa è basato sull’omonimo romanzo di Jules Verne, avvicinandosi infatti più al racconto d’avventura, con l’impresa anche e soprattutto sottomarina del conte Dakkar.

Il film sarebbe dovuto essere il primo sonoro della Metro-Goldwyn-Mayer, ma incontrò non poche problematiche produttive e di sviluppo, con l’interesse di questa pellicola che rimane di altissimo profilo grazie soprattutto al grande tasso di spettacolarità della sua messa in scena.