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Perfect Blue: la spiegazione del finale del film di Satoshi Kon

Perfect Blue è il film d’esordio di Satoshi Kon, nonché un capolavoro di cui si parla particolarmente soprattutto a proposito del finale: ma qual è la sua spiegazione?
Perfect Blue: la spiegazione del finale del film di Satoshi Kon

Perfect Blue è il film d’esordio del regista giapponese Satoshi Kon, distribuito al cinema nel 1997. In Italia arriva per la prima volta dal 22 al 24 aprile 2024, grazie all’evento Nexo Digital che permette di vedere – sul grande schermo – alcuni grandi lavori dell’animazione giapponese e non solo. In occasione di questo arrivo al cinema, tantissime persone che non hanno avuto modo di rapportarsi al film lo fanno per la prima volta, scoprendo anche parte di quella complessità tanto cara al regista, soprattutto per il finale della pellicola. Ma qual è la spiegazione del finale di Perfect Blue?

Il finale di Perfect Blue: che cosa succede alla fine del film?

Per tentare di comprendere di più a proposito della spiegazione del finale di Perfect Blue, è importante citare innanzitutto come finisce il film di Satoshi Kon e che cosa raccontano le ultime scene della pellicola in questione. Quando prende parte alla scena di stupro che dovrà recitare, Mima cambia definitivamente il suo modo di rapportarsi alla vita, con la realtà che inizia a sgretolarsi intorno a lei. Non sa se ha davvero compiuto i crimini che riguardano le persone che hanno lavorato con lei (sceneggiatore, fotografo) e non sa davvero se è viva; inoltre, continua a vedere una persona, il suo stalker, sul set dove recita e non solo, oltre che una versione di sé idol che le dice di essere “sporca”, poiché si è allontanata dal mondo della musica. Soltanto dopo aver scoperto chi si cela questa identità sarà libera di tornare ad essere la vera Mima.

La spiegazione del finale di Perfect Blue

A questo punto, è possibile fornire anche la spiegazione del finale di Perfect Blue, nonostante lo spettatore viva quella stessa confusione che riguarda anche Mima nel film di Satoshi Kon. Ci si rende conto, infatti, che è Rumi, l’agente di Mima, ad essere la vera artefice di tutto ciò che succede nella pellicola: la donna, una ex idol che è stata dimenticata dopo la sua breve parentesi nel mondo della musica, sembra volersi ribellare rispetto a quel passato che l’ha riguardata, fino a credere di essere la vera Mima che, però, viene tradita dalla Mima che decide di diventare attrice. È Rumi a inviare il primo fax minatorio e a gestire il sito web dedicato alla cantante e attrice, nel quale descrive dettagliatamente la sua giornata; indossando una parrucca, inoltre, perseguita Mima che – però – è costantemente in preda alle allucinazioni della sua follia, dunque crede di aver a che fare con una versione di sé più lucente e maggiormente scattante e veloce, oltre che evanescente. Infine, è Rumi a provocare lo stalker di Mima, fino a fargli uccidere sceneggiatore e fotografo, minacciando anche la stessa vita di Mima.