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Recensione – Blade 2: il primo cinecomic diretto da Guillermo Del Toro

Il secondo capitolo della trilogia basata sul Diurno Cacciatore di vampiri è il quarto film diretto dal regista messicano Guillermo Del Toro, nonché il suo primo cinecomic. Sebbene poi questa risulti la prima volta che il regista non figuri tra gli sceneggiatori in uno dei suoi film, molto della sua poetica viene assorbita da questo film con Wesley Snipes.
La recensione del primo cinecomic diretto dal regista Guillermo Del Toro Blade 2

SCHEDA DEL FILM

Titolo del film: Blade 2
Genere: azione, orrore, avventura
Anno: 2002
Durata: 117 minuti
Regia: Guillermo Del Toro
Sceneggiatura: David S. Goyer
Cast: Wesley Snipes, Kris Kristofferson, Luke Goss, Leonor Varela, Ron Perlman, Norman Reedus, Donnie Yen
Fotografia: Gabriel Beristáin
Montaggio: Peter Amundson
Colonna Sonora: Marco Beltrami
Paese di produzione: Stati Uniti d’America

In attesa del prossimo “Blade” con protagonista Mahershala Ali, la trilogia iniziata nel 1998 rimane al momento la prima ed unica trasposizione sul grande schermo del Diurno cacciatore di vampiri della Marvel. Il secondo capitolo è diretto dal regista Guillermo Del Toro, che per la prima ed unica volta nella sua filmografia non ne cura anche la sceneggiatura. Ecco la recensione di “Blade 2” diretto da Guillermo Del Toro.

Blade 2, la trama del film di Guillermo Del Toro

In seguito ad aver trovato e salvato il proprio mentore Abraham Whistler, Blade fa la conoscenza di Nyssa, vampira molto abile nel combattimento corpo a corpo e figlia dell’anziano Damaskinos. Questo informa Blade della grande minaccia rappresentata da Jared Nomak, membro di una nuova razza di vampiri denominata Mietitori e mutati misteriosamente da un virus fuori controllo, i quali possono nutrirsi sia di umani che di vampiri. Per scongiurare l’estinzione di entrambe le razze e sconfiggere Nomak, Blade dovrà unire le forze con l’Emobranco, un team specializzato che, inizialmente, avrebbe dovuto sconfiggere lo stesso Diurno cacciatore di vampiri.

Blade 2 con Wesley Snipes film Del Toro

Blade 2, la Recensione: Del Toro catapultato in una storia shakespeariana di vampiri

<<Tieniti stretti gli amici…e ancora più stretti i tuoi nemici.>>

Con il quarto lungometraggio diretto da Guillermo Del Toro salta subito all’occhio come il regista messicano si sia ritrovato un po’ per caso a dirigere “Balde 2”, che infatti avrebbe dovuto confermare nuovamente Stephen Norrington dietro la macchina da presa e alla sceneggiatura viene confermata la penna di David S. Goyer. Il secondo capitolo cinematografico sul Diurno cacciatore di vampiri rappresenta infatti la prima ed unica volta nella sua filmografia dove Del Toro non ne cura direttamente la sceneggiatura e ciò è paradossalmente assurdo, in quanto la storia del personaggio interpretato da Wesley Snipes incarna molto della poetica cinematografica del regista messicano. Questa è stata anche la sua prima volta per iniziare ad approcciarsi al mondo del cinefumetto, per un cineasta da sempre appassionato fin dall’infanzia al mezzo che lo ha poi supportato nelle creative fasi del disegno, bozze e storyboard. Sono infatti gli anni questi della creazione della fortunata era cinematografica per la Marvel contando, oltre ovviamente il primo capitolo del 1998, anche “X-Men” di Bryan Singer del 2000 e lo “Spider-Man” di Sam Raimi dello stesso anno del film di Guillermo Del Toro.

 

Insomma il regista messicano, che nel momento di inizio produzione del film stava concludendo “La spina del diavolo” e sicuramente l’ultima esperienza hollywoodiana con “Mimic” ha lasciato cocenti ferite, si ritrova catapultato in una nuova avventura, anomala e particolare, sebbene l’intenzione sia sempre quella di portare sullo schermo il proprio cinema. Questo trova qui nuova linfa nella storia del suo tormentato protagonista, che viene plasmato da Del Toro in un antieroe emarginato e temuto per la sua diversità, il quale si porrebbe come ottima mascotte per la filosofia cinematografica del regista per via della sua ibrida natura. Ancor più del suo precedente capitolo, in “Blade 2” la linea di confine che separa il bene dal male, una razza da un’altra, risulta come non mai assente o trasparente, per un film che annulla di fatto il concetto razziale quale semplice creazione artificiale di chi detiene il potere. Ancora una volta il profondo cinema di Del Toro fa immergere lo spettatore nella realtà e nel punto di vista del “mostro”, cercando di abbattere le barriere attraverso la formidabile arma dell’empatia, ma il tutto avviene attraverso un’avventura fantasy e spettacolare dal lato action, con derive horror e molta ironia.

 

Con il secondo capitolo sul Diurno cacciatore di vampiri non si può sicuramente parlare di un film perfetto per Guillermo Del Toro, specialmente per quanto riguarda alcune sbavature tecniche dal lato soprattutto dell’effettistica e per alcune sequenze action che non riescono ad incidere quanto dovrebbero, ma l’idea che lascia “Blade 2” – col senno di poi dando un’occhiata ai suoi prossimi lavori – è quella di una “prova generale” del regista per il genere, un’occasione per sperimentare il suo primo vero sostanzioso budget a disposizione. Detto questo, tuttavia, non si può oscurare quanto effettivamente valga uno dei migliori cinecomic (restringendo in particolar modo il campo agli adattamenti Marvel) mai fatti. Dopo “Cronos”, Del Toro ambienta una nuova storia shakespeariana di vampiri nella perfetta location della gotica Praga che riesce ad impreziosire un immaginario visivo molto accattivante, specialmente per esaltare le palette cromatiche dei film del regista, con l’oro ambrato ed il rosso sangue che vanno a scaldare le sequenze più mortifere. A differenza però del suo film d’esordio, qui Del Toro tende ad aumentare a concentrarsi appunto sul lato action del racconto, sapendo far divertire attraverso combattimenti, anche e soprattutto di arti marziali con acrobatiche coreografie, ed un certo senso di spiritualismo che si avvicina anche alla realtà Orientale. Vampiri, sangue, ironia, combattimenti e i tormenti del protagonista esaltano quella che per Del Toro rappresenta di fatto l’ultima prova prima di realizzare il suo personale “Hellboy”.

Voto:
4/5
Matteo Pelli
4.5/5
Matteo Farina
4.5/5
Andrea Boggione
4/5
Emanuela Di Pinto
4/5