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I Migliori Film Horror degli anni ’50: le nuove paure, tra tecnologia e Cortina di Ferro

Al termine del Secondo Conflitto Mondiale i problemi socio e geo-politici non si sono sicuramente risolti, con le nuove paure che travolgono anche il grande cinema dell’orrore.
La casa dei fantasmi film horror anni '50

Con il termine della Seconda Guerra Mondiale, inevitabilmente anche il cinema si presta a rispecchiare i tempi che corrono: le ferite del conflitto ancora aperte, le continue innovazioni tecnologiche, il desiderio di ripartire e scoprire il nuovo, un certo vento rivoluzionario che avrà poi gli effetti decisivi nel decennio successivo. Il cinema horror non fa altro che continuare a portare sul grande schermo le paure anche di questo particolare periodo storico dove, la parola d’ordine, sembrerebbe essere proprio “fantascienza”. Ecco di seguito i migliori film horror degli anni ’50.

I migliori film horror degli anni ’50: innovazioni tecnologiche, nuove paure e nuovi nemici “invisibili”

Anche e soprattutto a causa del ruolo determinante degli Stati Uniti nella Seconda Guerra Mondiale, che ne consegue un ridimensionamento degli assetti geo-politici che vede al centro quasi sempre il governo di Washington, anche l’espansione nel mondo del cinema hollywoodiano assiste ad un periodo particolarmente florido e fondamentale per la storia della Settima Arte. Tuttavia, soprattutto l’inizio degli anni ’50, denotò contemporaneamente anche un periodo fortemente buio per il cinema d’oltreoceano, a causa dell’infervorare della Guerra Fredda. La spiccata tensione geopolitica tra il blocco occidentale (U.S.A.) e quello orientale (URSS) aveva infatti portato al fenomeno del Maccartismo, quale atteggiamento politico (che prende il nome dal presidente degli Stati Uniti Joseph McCarthy) istitutore delle c.d. “lista nere” nelle quali figuravano simpatizzanti (veri, presunti o del passato) del comunismo.

 

Questa “caccia alle streghe” allontanò i sospettati da Hollywood, facendo perdere loro il lavoro (spesso trattasi appunto di registi e sceneggiatori) e instaurò un clima di tensione all’interno della stessa popolazione, con i cittadini che non poterono fidarsi più nemmeno del proprio vicino di casa. Tale situazione sociale non poteva infatti non riversarsi nel cinema horror che, appunto, poté contare anche sull’apporto del genere fantascientifico. Gli anni ’50 portarono infatti a veri e propri pilastri di spessore per il genere scifi, come “Ultimatum alla Terra” del 1951 o “La guerra dei mondi” del 1953, che si fece promotore delle paure dell’uomo di quel periodo, in particolare verso l’ignoto, verso ciò che non si conosce, come la corsa allo spazio (nel 1947 nacque l’ufologia), la deriva scientifica post Hiroshima e Nagasaki (mad-doctor e mutazioni genetiche) ed appunto la “minaccia comunista”.

 

Tutti elementi che si fondano nel cinema horror-fantascientifico di questo decennio in continue rinnovazioni per la Settima Arte, sebbene il passato del genere non venga completamente abbandonato. L’impronta gotica, che ha rubato completamente la scena nei decenni precedenti, non è infatti sparita, con soprattutto la produzione cinematografica britannica nota come Hammer Film Productions che si è presa carico, in questo periodo storico, di riproporre sul grande schermo le grandi icone dell’horror sotto però una veste rinnovata. Una ventata orrorifica di “vecchio stampo” che prese particolarmente piede soprattutto in Europa infatti (che da un lato non presentava la stessa conflittualità geopolitica degli Stati Uniti e, dall’altro, gli ingenti danni causati dal Conflitto Mondiale obbligava uno sfruttamento diverso delle risorse rispetto alle major hollywoodiane), la quale portò anche a quello che viene considerato il primo film horror del cinema italiano. Ecco di seguito i migliori film horror degli anni ’50.

L'invasione degli ultracorpi migliori film horror anni '50

L’invasione degli ultracorpi, di Don Siegel – 1956

Tratto dall’omonimo romanzo di fantascienza di Jack Finney dell’anno precedente, l’undicesimo lungometraggio diretto dal regista statunitense Don Siegel viene considerato ancora oggi uno dei pilastri del genere fantascientifico, il quale ha avuto tre remake con “Terrore dallo spazio profondo” del 1978, “Ultracorpi – L’invasione continua” del 1993 ed il più recente “Invasion” del 2007. Film di denuncia, come metafora appunto della Guerra Fredda e del Maccartismo, “L’invasione degli ultracorpi” vede protagonista Kevin McCarthy nel ruolo di un medico, che inizia ad accorgersi pian piano che gli abitanti della città in cui vive sono stati rimpiazzati da extraterresti incapaci di provare emozioni. Proprio per la sua anima contrastante con la concezione politica che si stava ormai accendendo negli Stati Uniti, il film di Siegel è stato rimaneggiato soprattutto nel finale per rientrare più nell’ottica ottimista della produzione. Ciò non toglie che “L’invasione degli ultracorpi” si pone come uno dei film più importanti degli anni ’50, che muove dalle basi fantascientifiche per rappresentare la paura del comunismo e dello spazio ignoto attraverso sostanzialmente uno zombie-movie ricco di un climax di tensione ed atmosfere rese perfettamente angoscianti dalla splendida messa in scena in Bianco e Nero.

Fluido mortale, di Irvin S. Yeaworth Jr – 1958

Se il film di Siegel vedeva alieni vestirsi di sembianze umane, il secondo lungometraggio di Irvin Yeaworth diviene col tempo un vero e proprio cult per il genere horror-fantascientifico specialmente per la rappresentazione dell’orrida creatura del Blob, divenuta un’ottima maschera informe di riferimento per il cinema. Omaggiato in moltissimi lungometraggi che lo hanno seguito, per la forma del mostro inglobalizzante e senza una reale delineazione che ben si presta a metafore sociali, “Fluido Mortale” rappresenta il primo film in cui il celebre attore Steve McQueen ricopre un ruolo da protagonista.

Godzilla 1954 film horror anni '50

Godzilla, di Ishirō Honda – 1954

Dalla paura per lo spazio e degli alieni, a quella del nucleare, con i fantasmi di Hiroshima e Nagasaki che ancora aleggiano nella memoria soprattutto in terra del Sol Levante (mai dimenticati). Così il regista nipponico Ishirō Honda, a metà degli anni ’50, inaugura il genere Kaijū Eiga con il lungometraggio che vede protagonista il mostruoso Gojira, che fonde gli elementi orrorifici del monster movie con quelli fantascientifici nel superamento del limite tecnologico a scapito dell’ordine naturale delle cose. “Godzilla” colpisce principalmente anche e soprattutto per la sua svolta nel campo degli effetti speciali, ma inscena anche un’aspra critica alla corsa agli armamenti (specialmente al nucleare) ed una valida rappresentazione dell’incapacità dell’uomo a far fronte alle minacciose ed indomabili forze della natura. Una pietra miliare del cinema (non solo del genere) che ha inaugurato una serie cinematografica che vanta al momento oltre 30 film, senza contare gli innumerevoli spin-off.

L’esperimento del dottor K., di Kurt Neumann – 1958

Uno degli ultimi lungometraggi della florida filmografia del regista di origini tedesche Kurt Neumann, “L’esperimento del dottor K.” è l’adattamento del romanzo dell’anno precedente “The Fly” di George Langelaan, il quale verrà nuovamente trasposto dal regista canadese David Cronenberg nel film “La Mosca” con protagonista Jeff Goldblum di quasi 30 anni dopo. Il film di Kurt Neumann con protagonista Vincent Price viene considerato ancora oggi come un pilastro per il genere horror-fantascientifico, che continua a trattare la pericolosità della manipolazione genetica ed, in generale, della sovversione delle leggi della fisica ad opera della troppa intraprendenza, avidità e brama di potere dell’essere umano. Un’opera divenuta col tempo anche un vero e proprio cult-movie tanto per una certa originalità della trama quanto per la mostruosa trasformazione di David Hedison.

Il mostro della laguna nera, di Jack Arnold – 1954

Se i film precedenti incarnano le pericolose derive della troppa ricerca scientifica e la paura nel futuro, il cinema horror degli anni ’50 non intende però dimenticare quanto poco conosciamo del passato e del presente del nostro tempo, ricordando allo spettatore che i mostri possono trovarsi già negli angoli più remoti del globo. Ne è un esempio il 5° film di Jack Arnold, un regista che soprattutto in questi anni si è mostrato portavoce di un mostruoso cinema horror-fantascientifico come “Tarantola” o “Radiazioni BX”. “Il mostro della laguna nera” rimane tuttavia l’opera più famosa del regista statunitense, per la quale la casa di produzione Universal continua a portare avanti il suo filone dei Mostri narrando una storia basata su una leggenda dell’Amazzonia e prendendo anche spunto dalla fiaba de “La bella e la bestia”. Un classico del cinema omaggiato in diversi modi da molti cineasti di spessore, arrivando fino al film premio Oscar di Guillermo Del Toro “La forma dell’acqua”.

Il mostruoso uomo delle nevi, di Val Guest – 1957

Un’altra casa di produzione che, a partire da questo periodo storico, si è presa carico di rilanciare nel mercato europeo il fascino dei mostri è la Hammer Film Productions. Nel 1957 viene infatti prodotto, dalla casa britannica, il 24° lungometraggio del regista londinese Val Guest, basato per la prima volta sulla creatura leggendaria dello Yeti. “Il mostruoso uomo delle nevi” è tratto infatti dal dramma scritto da Nigel Kneale e narra dell’avventura dell’antropologo inglese Tom nelle lande desolate dell’Himalaya alla ricerca della mitologica creatura. Un monster-movie dall’ottima messa in scena in bianco e nero, che tende a puntare principalmente sulle corde drammatiche e d’avventura, senza tralasciare la tensione (soprattutto del survival) ed una ricercatezza tematica che colpisce efficacemente.

Dracula film horror anni '50

Dracula il vampiro, di Terence Fisher – 1958

Citando la casa di produzione Hammer, non si può evitare di tirare in ballo il Conte rappresentativo del cinema horror, con il 28° lungometraggio del regista britannico Terence Fisher, nonché la sua opera più celebre. Successivo a “La maschera di Frankenstein” dell’anno precedente, “Dracula il vampiro” è il primo capitolo della serie cinematografica sull’iconico personaggio Principe delle Tenebre prodotta dalla Hammer. Il film di Fisher è anche la prima (di dodici) apparizione del celebre attore Christopher Lee nei terrificanti panni di Dracula, per un lungometraggio che riprende l’ormai navigata narrazione del romanzo di Bram Stoker, ma riproponendola sotto una luce inedita ed affascinante, specialmente nel moderno uso del colore.

I vampiri, di Riccardo Freda – 1957

Parlando del Principe delle tenebre quale padre delle “creature della notte”, gli anni ’50 registrano anche quello che viene considerato il primo film horror italiano. Si tratta de “I Vampiri”, scritto e diretto dal regista di origini egiziane Riccardo Freda, sebbene il titolo rappresenterebbe un dolce inganno produttivo-commerciale, in quanto non presenti effettivamente mostri a denti aguzzi, ma piuttosto un racconto poliziesco dagli elementi fantascientifici. Resta ferma l’atmosfera perfettamente gotica messa in scena dall’allora direttore della fotografia Mario Bava, appena due anni prima il suo esordio dietro la macchina da presa. Il film di Freda regala una visione particolarmente cupa e caratterizzata da diversi livelli di tensione, sebbene la ricostruzione dell’immagine resti il pregio principale, arricchito da un uso degli effetti speciali decisamente all’avanguardia.

La notte del demonio film horror anni '50

La notte del demonio, di Jacques Tourneur – 1957

Restando nello stesso anno a respirare aria gotica ma tornando nel Regno Unito (ma non sotto la Hammer Production), dopo aver regalato pellicole di alto spessore del cinema horror nel decennio precedente – soprattutto con “Il bacio della pantera” – il 30° lungometraggio del regista di origini francesi Jacques Tourneur è un puro racconto orrorifico costellato di stregoneria, sedute spiritiche e presenze demoniache. Nell’indagine dello psicologo John riguardo alla morte misteriosa di un suo collega, ne “La notte del demonio” il protagonista interpretato da Carver Dana Andrews si ritrova nel bel mezzo del conflitto tra razionalità scientifica e paranormale superstizione. Le sequenze che mostrano direttamente la creatura demoniaca, sebbene comunque molto efficaci, vengono “incollate” alla pellicola direttamente dalla produzione, in quanto la troupe con Tourneur in primis intendeva lasciare intatta la misteriosa atmosfera di ambiguità sull’esistenza del paranormale. Ne esce in ogni caso un’opera che vola dritto tra i migliori film horror degli anni ’50.

La casa dei fantasmi, di William Castle – 1958

Dieci anni prima di produrre “Rosemary’s Baby” di Roman Polanski (del quale sarebbe dovuto essere anche il regista, poi ipotesi scartata per la reputazione nel campo dei B-movie), il produttore e regista statunitense William Castle realizza un film horror destinato a diventare un vero e proprio classico per il genere, per la capacità di divertire portando una certa dose di ironia senza sacrificare l’orrore e la tensione su schermo. Di natura squisitamente B-movie per lo scarso budget a disposizione – con convincenti oggetti di scena prelevati dalle case infestate dei luna park – “La casa dei fantasmi” narra di un eccentrico milionario interpretato da Vincent Price, disposto a regalare 10.000$ a chi riesca a sopravvivere una notte nella sua casa infestata anche se, dietro la storia, sembrerebbe esserci altro. Budget risicato per una messa in scena goticamente claustrofobica ed efficace per atmosfera ed effetti speciali, che ha contribuito fortemente il regista Alfred Hitchcock ha realizzare da lì a poco il suo capolavoro.