Cerca
Close this search box.

I Migliori Film ambientati a Tokyo

I migliori film ambientati a Tokyo, Your Name

Una delle città più affascinanti del mondo, la “capitale orientale” Tokyo è praticamente da sempre una delle ambientazioni più influenti e suggestive del grande cinema sin dai suoi albori. Di seguito si tenterà di elencare quali sono i migliori film ambientati a Tokyo, che hanno scelto la metropoli giapponese come luogo per narrare le proprie storie.

I migliori film ambientati a Tokyo: un tempio sacro per il grande cinema

Con i suoi 14 milioni di abitanti, Tokyo è la seconda capitale al mondo per popolazione dopo Pechino e la più grande economia metropolitana del mondo; un clima temperato, con grande varietà di di laghi, fiumi e aree verdi che circondano la sofisticata area urbana lungo tutto il vasto territorio. Cucina apprezza a livello internazionale, storia, un’economia sempre in fermento e molta attenzione alla cultura per le varie università di prestigio sul luogo e per lo spazio concesso ed importanza concessi agli eventi pubblici.


Potrebbe sembrare una città da sogno, perfetta, paradisiaca, eppure spesso i grandi maestri del cinema – il distretto di Tokyo ha dato i natali a molti di questi, tra cui Akira Kurosawa e Yasujirō Ozu giusto per fare due nomi – hanno rappresentato la vita e le storie che scorrono tra le vie della capitale nipponica in termini decisamente meno entusiastici. Tokyo rimane infatti uno degli scenari cinematografici più affascinanti per la Settima Arte, che ha ambientato opere fondamentali non solo per il panorama giapponese, che spaziano dal film storico a quello di fantascienza, dal melodramma all’horror comprendendo anche l’animazione che spesso destruttura la metropoli al tempo della distopia.


Cercando di rimanere “fedele” al territorio di partenza con pellicole made in Japan – non volendo comprendere nella lista film “stranieri” quali possono essere ad esempio “Lost in Traslation” di Sofia Coppola, o “Enter the void” di Gaspar Noé – si cercherà di seguito di scegliere i Migliori Film ambientati a Tokyo, elencati in ordine cronologico e, quando necessario, selezionare solo un film per regista.

Viaggio a Tokyo classifica

Viaggio a Tokyo, di Yasujirō Ozu – 1953

Una classifica con i migliori film ambientati a Tokyo non poteva certo non incominciare attraverso la filmografia di uno dei suoi artisti principali, con la metropoli che accompagna spesso (a volte direttamente nel titolo) se non unicamente il poetico cinema di Yasujirō Ozu.

 

Considerato probabilmente il capolavoro del prolifico e storico autore nipponico (al quarto posto nella classifica di Sight and Sound dei 100 migliori film di tutti i tempi), l’opera del regista delle piccole cose “Viaggio a Tokyo” è stato votato come “Miglior film di sempre” nel 2012 da un sondaggio tra registi cinematografici sempre per la rivista di Sight & Sound.


Attraverso un delicato Bianco e Nero ed una struggente colonna sonora, la “regia invisibile” di Ozu racconta di due persone anziane che, dalle campagne, partono per andare a visitare i figli nella metropoli di Tokyo. Tuttavia questi ultimi non hanno né tempo né tantomeno voglia di occuparsi dei propri genitori.

Un toccante trattato sul disfacimento del nucleo familiare, dei valori e della tradizione a vantaggio di una modernità materialista e capitalista, che lascia sempre meno spazio alla gioia del quotidiano, rincorrendo il successo e una caotica stabilità.

Godzilla, di Ishirō Honda – 1954

La compassionevole coppia di anziani protagonista nel film di Ozu non è la sola a volersi dirigere verso Tokyo, ma addirittura c’è chi vuole direttamente radere al suolo l’intera città e sostanzialmente vendicarsi della corsa agli armamenti dell’essere umano, un prodotto della bomba atomica.

 

Si parla naturalmente di uno dei più famosi mostri del cinema (se non IL), ovvero del celebre kaiju Gojira (“Godzilla”) nato dal lavoro di un’elevata équipe su iniziativa del produttore di Toho Tomoyuki Tanaka durante un (senza farlo apposta) viaggio a Tokyo, come piano di riserva per un progetto andato a male.

 

Questo “piano B” del 1954 diretto da Ishiro Honda è finito per diventare indubbiamente uno dei film storicamente più importanti della cultura giapponese, influenzando il mondo in ogni arte (che sia cinematografica, illustrativa o musicale), inaugurando il prolifico ed amato genere Kaijū Eiga ed essendo capostipite della popolare saga di Godzilla che registra, al momento, 32 lungometraggi ufficiali.

Akira, di Katsuhiro Ōtomo – 1988

Non si può ripercorrere alcuni tra i migliori film della storia giapponese senza toccare uno dei generi cinematografici che più di tutti è stato rivoluzionato dall’Arte nipponica, ovvero quello dell’animazione.

 

Nel 1988 il genere – che fino a quel momento registrava sostanzialmente a livello mondiale il monopolio di Walt Disney – è stato infatti stravolto dalla quarta opera del regista Katsuhiro Ōtomo, “Akira”, basato sull’omonimo manga da lui stesso sviluppato e strabiliante avventura cyberpunk ambientata in una distopica Neo Tokyo nata sulle macerie prodotte dallo scoppio di una bomba devastante e della terza guerra mondiale.

 

Una rivoluzione tanto stilistica e grafica quanto contenutistica, con l’animazione giapponese che travalica i confini nazionali e fa conoscere al mondo l’Arte nipponica nel saper mescolare in un’opera giovanile d’azione (addirittura splatter in diversi frangenti) la complessità di pellicole come ad esempio “Metropolis”, “2001: Odissea nello Spazio” o “Blade Runner”, sfrecciando tra i palazzi di una nuova Tokyo con uno stile divenuto iconico e fortemente influente.

Madadayo, di Akira Kurosawa – 1993

Quando un cinefilo/cineasta (e non) ripensa al cinema giapponese, non può non venire alla mente uno dei suoi principali esponenti, ovvero l’imperatore Akira Kurosawa, celebrato ed omaggiato dai maggiori autori in tutto il mondo.

 

Una filmografia imprescindibile quella del maestro nipponico nato e morto nella sua stessa Tokyo, scenario di molte opere anche ambientate durante il periodo Edo – o comunque nel Giappone feudale come “I sette samurai” o “Ran” – ma anche nella contemporaneità come gli splendidi “Cane Randagio” e “Vivere”. Tutti i 31 film di Kurosawa potrebbero benissimo formare una classifica a sé, ma per celebrare la capitale – ed in un certo senso lo stesso autore rimasto indissolubilmente legato – si sceglie direttamente il suo “testamento artistico”.

 

Madadayo” è infatti l’ultimo film di Kurosawa e si potrebbe tradurre con “non ancora”, frase pronunciata dagli anziani nella cultura giapponese al proprio compleanno, come rituale per esorcizzare la morte. Il “maestro” regista nipponico si nasconde qui dietro la figura del “maestro” protagonista del racconto, che celebra il passare degli anni insieme ai propri ex-alunni, proprio come il rapporto regista-pubblico alla soglia dell’addio: una riflessione sulla bellezza della vita, sull’amore e sul rispetto, anche verso la morte, celebrata dall’Arte.

L’estate di Kikujiro, di Takeshi Kitano – 1999

Citando chi ha riscritto la storia del cinema (non solo Giapponese) occorre fare riferimento anche a chi, quella storia, sta continuando ancora oggi a farla rivivere, con il maestro Takeshi Kitano ormai divenuto autore di culto in tutto il mondo, nato nella Tokyo dell’immediato dopoguerra.

 

Kitano regala al cinema grandi capolavori come “Sonatine” del 1993 e “Dolls” del 2002 ma, tra le tante perle segnate dal peculiare stile artistico del maestro nipponico, si sceglie una di quelle più splendenti e più delicate che omaggia – a suo modo – le proprie origini, quel padre alcolizzato ed assente ma comunque celebrato, i quartieri malfamati d’infanzia che imprimeranno la sua filmografia.

 

L’estate di Kikujiro” (nome del padre del regista) narra del piccolo Masao che, rimasto solo in città per le vacanze estive, decide di andare a trovare la madre dopo tanto tempo. Nel viaggio verrà accompagnato da un vicino di casa – “vicino” anche alla Yakuza e dedito all’alcol e alle scommesse – e dalle note emotive del compositore Joe Hisaishi. Una sceneggiatura dello stesso Kitano, ovviamente anche attore nei suoi film, praticamente perfetta che regala un’opera prestigiosa del Sol Levante drammatica, divertente e che scalda il cuore.

Ju-on, di Takashi Shimizu – 2000

Animazione, dramma, fantascienza, ma anche molto cinema horror tra i migliori film ambientati a Tokyo. Qui con Takashi Shimizu, ovvero uno dei principali esponenti della nuova J-Horror esplosa definitivamente con il “Ringu” di Hideo Nakata, giusto 2 anni prima il primo grande successo del regista nipponico.

 

Ju-on” è infatti uno dei titoli di spicco di questa ventata cinematografica del Sol Levante, che sta continuando a terrorizzare il pubblico di tutto il mondo anche a decenni di distanza, primo capitolo della fortunata ed omonima saga che porterà poi al remake statunitense “The Grudge”.

 

Una ghost-story che narra episodi diversi, apparentemente scollegati tra loro, ma accomunati dal diffondersi di una maledizione tanto inquietante quanto letale, con il piccolo Toshio che diventa iconico sulla strada di Sadako/Samara.

Kairo, di Kiyoshi Kurosawa – 2001

Ancora J-Horror, ancora Kurosawa (Kiyoshi), ancora Tokyo palcoscenico di grande cinema con un’agghiacciante riflessione sul rifugio nel Web e l’evasione dalla noia quotidiana e dalla solitudine, peccato che in rete si stia diffondendo un sito che spingerebbe gli utenti al suicidio e che trainerebbe i fantasmi nel mondo terreno.

 

Per il genere e per questo particolare movimento, che impazza nel panorama cinematografico nipponico dalla fine degli anni ’90 e che travalica i confini nazionali, Kiyoshi Kurosawa è sicuramente un altro nome di spicco che, grazie al precedente “Cure” del 1997 e “Kairo”, rafforza la potenza del genere horror (spesso sovrannaturale) contaminato dalla questione sociale, in entrambi i casi con la capitale giapponese come luogo, tempo e protagonista del racconto.

 

Con il film del 2001 – anch’esso hollywoodianizzato con “Pulse” del 2006 – Kurosawa realizza un poetico trattamento all’isolamento, al tema hikikomori, all’esistenzialismo del Passaggio all’Aldilà, cinicamente visto dall’autore come una ripetizione infinita della solitudine sofferta in vita; il tutto attraverso una grande regia e messa in scena che impostano un ghost-movie che vira verso l’apocalittico vivendo di orrore e tensione.

Si alza il vento, di Hayao Miyazaki – 2013

Tornando all’animazione giapponese, tra i migliori film ambientati a Tokyo non poteva certo mancare un altro grande maestro figlio (l’ennesimo) della metropoli, quale Hayao Miyazaki, con uno dei film più personali dell’amato e celebre autore giapponese.

 

Emozionante e profondo racconto semi-biografico dello storico progettista ed inventore di aerei Jirō Horikoshi, “Si alza il vento” narra proprio la storia dell’influente ingegnere giapponese: dal suo viaggio a Tokyo per iniziare a studiare la materia, passando per la lavorazione presso la Mitsubishi, fino a quando la sua innocente passione sarà destinata a scontrarsi con gli interessi militari della Seconda Guerra Mondiale.

 

Nascondendosi pienamente dietro il suo protagonista illustrato, il maestro Miyazaki mostra attraverso i suoi occhi lo spiccato spirito pacifista che da sempre ha contraddistinto le sue splendide opere, inneggiando la vita e la creatività e spiccando realmente il volo grazie all’immancabile supporto di Joe Hisaishi alla colonna sonora, ad un magnifico impatto visivo ed una calorosa storia d’amore.

Tokyo Tribe classifica Tokyo

Tokyo Tribe, di Sion Sono – 2014

Animazione, dramma, fantascienza e horror, ma c’è spazio in questa peculiare classifica anche al musical, ma si è obbligati – soprattutto in questo caso – a lasciare da parte la concezione “ordinaria” che lo spettatore medio potrebbe avere di questo genere.

 

Altro autore di culto e tra i più prolifici ed influenti del panorama cinematografico giapponese moderno, il regista, sceneggiatore, scrittore e poeta nipponico Sion Sono colleziona nella sua filmografia pellicole fortemente incisive che vanno da “Suicide Club” a “Cold Fish”, passando per il memorabile “Love Exposure”, ma con “Tokyo Tribe” del 2014 si raggiungono vette quasi inarrivabili in termini di follia e grande cinema.

 

In un Giappone dispotico, la capitale è infatti suddivisa in quartieri governati dalla rispettiva gang criminale (ognuna con la propria caratterizzazione fisica, stilistica e morale) le quali si danno quotidianamente battaglia a suon di mazze chiodate, rap ed hip-hop, ma il tutto sta per sfociare in una guerra totale. Un’opera monumentale, folle, allucinante, ritmata dal primo all’ultimo minuto, adrenalinico per le svariate sequenze action, grottesca e a tratti esilarante, surreale e con una regia ed una sceneggiatura di Siono dall’altro mondo.

Your Name., di Makoto Shinkai – 2016

In conclusione ai migliori film ambientati a Tokyo, risulta doveroso terminare con un altro film d’animazione, che ha definitivamente affermato il suo autore come uno dei più importanti artisti della sua generazione (non solo per il genere) e con il successo che ha reso diversi quartieri della capitale giapponese illustrati nell’opera vere e proprie mete turistiche per ogni fan.

 

Si tratta ovviamente dell’animatore e regista nipponico Makoto Shinkai, che con la sua quinta opera “Your Name.” raggiunge il successo di anime con il maggiore numero di incassi nella storia, correlato all’omonimo romanzo dello stesso regista pubblicato lo stesso anno.
Raccontando di come, la studentessa di provincia Mishua e il ragazzo di città Taki, un giorno per magia iniziano a scambiarsi rispettivamente i loro corpi – scoprendo pregi e difetti della metà opposta – Shinkai anima il puro sentimento con una love-story fortemente emotiva.

 

Scrittura poetica di un’opera sublime tanto dal lato visivo – con un montaggio mirabile e quel tocco di digitale ad impreziosire illustrazioni di per sé incredibili – quanto da quello contenutistico, intrecciando abilmente pretesti fantastici in un racconto da una prima parte molto comica e divertente e da una seconda più drammatica e straziante.