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100 anni di Disney: la classifica di tutti i classici dal peggiore al migliore

La “casa di Topolino” raggiunge lo storico risultato dei cento anni dalla sua fondazione. In onore dello studio d’animazione, che ha segnato la storia del cinema, la classifica di tutti i classici, dal peggiore al migliore.
La classifica di tutti i classici Disney dal peggiore al migliore

Il 16 ottobre 1923 due fratelli, Walt e Roy, fondarono un piccolo studio di animazione che nel corso di un secolo diventerà uno dei maggiori imperi economici che l’industria dell’intrattenimento abbia mai conosciuto. In un secolo ha segnato l’immaginario collettivo di intere generazioni, ha fatto discutere dividendo ammiratori e detrattori, ha acquisito marchi di successo ampliando sempre di più la propria sfera di profitto. 

I classici Disney dal peggiore al migliore

Per tutti Disney significa “classici” animati, che hanno inevitabilmente fatto la storia del cinema e dell’animazione: su questa base, in occasione dei 100 anni di Disney, si presenta una speciale classifica di tutti e sessantuno i classici Disney, ordinati dal peggiore al migliore.

62) Taron e la pentola magica

La maglia nera e il titolo di “peggiore classico Disney” spetta un film che avrebbe tutte le carte in regola per fare bene, ma getta tutto alle ortiche. Manca epicità, manca di spettacolarità, mancano i giusti contesti e i personaggi restano memorabili per i motivi sbagliati. Gli aspetti orrorifici potranno anche destare un lieve interesse ma se manca la base… Inspiegabile il tentativo, in rete, nel corso degli anni di riportarlo all’attenzione del pubblico.

61) Mucche alla riscossa (Home on the Range)

Un’avventura western troppo brutta per essere vera, pessimo lo stile d’animazione, scadente il character design. A livello di scrittura non va certo meglio con un umorismo raccapricciante ed una caratterizzazione generale ben al di sotto della media dei film precedenti e successivi. Arrivare alla fine è un’ardua impresa.

60) Le avventure di Ichabod e Mr. Toad

Se il racconto di Mr Toad può risultare almeno godibile con leciti dubbi sul finale, il secondo precipita rovinosamente mettendo in scena personaggi a dir poco superficiali: da un professore che ambisce a mangiare a scrocco e sposarsi per puro interesse economico, il solito maschio alfa tutto muscoli e niente cervello e una ragazza che gode nel vedere l’intero villaggio pendere ai suoi piedi finendo per maritarsi con chi solo poco prima aveva rifiutato. La sequenza finale è l’unica parentesi interessante ma si arriva sfiniti. Il voice over di entrambe le storie è esasperante.

59) Lo scrigno delle sette perle (Melody Time)

I due episodi Once upon in wintertime e Tutta colpa della samba evitano la disfatta totale (alla meglio sono guardabili), il resto o è il nulla o porta contenuti agghiaccianti: dalla prepotente propaganda religiosa a quella politica mostrando l’atmosfera della conquista del West con piena disonestà intellettuale. Non ci si può rifugiare nemmeno nella tecnica.

58) Saludos amigos

Commissionato dal “Dipartimento di Stato” degli Stati Uniti per rappresentare la politica del buon vicinato in un periodo in cui i paesi dell’America Latina stavano stringendo legami con il Terzo Reich. Uno spot di meno di un’ora in cui si mostra per quello che è: un’operazione di facciata; infatti, il cortometraggio “El gaucho Goofy” assomiglia ad una presa in giro. Viene lasciato il meglio per ultimo introducendo il personaggio del simpatico pappagallo brasiliano “Josè Carioca”. Paradossalmente il momento migliore è il più breve.

57) Bongo e i tre avventurieri (Fun & Fancy Free)

Per essere uno dei pochissimi classici in cui compaiono i tre personaggi più iconici dello studio, dire che è deludente è un eufemismo. La struttura del racconto è farraginosa è continuamente smorzata dalle voci in voice over della parte in live-action, con la marionetta veramente insopportabile. La storia di Bongo può dirsi decente ma il tutto si riduce sempre ad un noioso scontro maschile per la partner.

56) I tre caballeros

L’omaggio al Sudamerica è più efficace qui che nel tentativo precedente però il risultato rimane altrettanto soporifero, soprattutto nella prima metà. Un po’ di brio lo porta il simpatico pappagallo Josè Carioca dando una breve scossa a ritmo di samba anche se non sufficiente a salvare in toto la barca. Le sequenze miste tra animazione e live action mostrano il fianco all’invecchiamento e Paperino in questo frangente è più eccitato che mai…

55) Robin Hood

Il menestrello Cantagallo è l’elemento migliore di tutto il film, ciò fa capire che questa versione della leggenda con animali antropomorfi ha ben poco da dire. L’asticella della spettacolarità è decisamente ribassata, come tutti i classici di quel periodo, i poveri trionfano sui ricchi ma allo stesso tempo trionfa anche la noia.

54) Oliver & Company

Ambientazione metropolitana per un particolare adattamento dell’opera di Dickens: Oliver Twist. Nel complesso l’opera risulta tutto sommato gradevole, anche se la tecnica risente della riduzione di budget dovuto ai flop commerciali precedenti, il perfetto esempio di un risultato senza infamia ma senza lode.

53) La bella addormentata nel bosco (Sleeping Beauty)

Ricco di sequenze suggestive con la rappresentazione del male degna di questo nome, le fatine sono un trio affiatato e divertente. In questa favola però i due protagonisti tipici della favola (principe e principessa) sono i personaggi più insignificanti dell’intero insieme. I rapporti di forza tra le fate e Malefica cambiano in base alla convenzione narrativa del momento.

52) Lilo & Stitch

Si gioca nettamente al ribasso, tanto da sembrare un episodio di una serie televisiva ma nella concezione negativa di allora, nettamente superata nei tempi odierni. Interessante l’aspetto in cui nella vita la vera lotta si affronta con le insidie di tutti i giorni, ma lo stimolo al dibattito finisce qui. Narrativamente parecchio raffazzonato, una serie di pretesti per raggiungere l’atto conclusivo e Stitch riesce a stare antipatico anche dopo la redenzione.

51) I Robinson – Una famiglia spaziale (Meet the Robinsons)

Al cinquantesimo posto nella classifica dei classici Disney c’è I Robinson. Le promesse per una buona riuscita non vengono purtroppo mantenute, se si può chiudere un occhio sui viaggi nel tempo senza regole non si può invece non ignorare come i momenti in cui è coinvolta la famiglia, fin dalla sua presentazione, siano noiosi e appesantiscano il ritmo. Il cattivo si riduce colpevolmente ad una macchietta, andando in netto contrasto con la sua seriosa caratterizzazione.

50) Bolt – Un eroe a quattro zampe

La sequenza d’apertura fa davvero ben sperare, la parte centrale però è un brodino annacquato pretestuoso per arrivare alla conclusione, che quantomeno chiude il tutto in bellezza.

49) Chicken Little – Amici per le penne

Primo classico Disney completamente in CGI è una profonda riflessione sul bullismo, l’accanimento sui più deboli e l’incomunicabilità tra padre e figlio. La sensazione però è quella di non essere abbastanza per un film di novanta minuti, costringendosi a lungaggini più o meno tediose. I personaggi secondari sono anonimi se non antipatici.

48) La carica dei 101 (One hundred and one dalmatians)

Vive di momenti piacevoli ma nel complesso la narrazione è fin troppo semplice. Crudelia Demon ancora oggi è una delle incarnazioni del male rimaste più iconiche. Il matrimonio tra Rudy e Anita è forse il più deprimente della storia del cinema. Primo classico realizzato con la tecnica della xerografia.

47) Il libro della giungla

Rielaborazione della favola di Rudyard Kipling in un periodo dove il cambio di genere non destava alcun tipo di polemica. Lo sviluppo narrativo lascia parecchio a desiderare, solo le canzoni meritano di essere ricordate. Uno dei pochi casi, forse l’unico, in cui i rispettivi film live action sono superiori alla fonte animata.

46) Dinosauri

Un esperimento non solo tecnico che vuole uscire dai noti schemi strutturali e formali. Un buon leader si riconosce per come tratta i più deboli e i più bisognosi. Il lato tecnico inevitabilmente fa i conti con il tempo trascorso, che per il digitale vale doppio.

45) Encanto

Le crepe non si trovano solo negli edifici ma anche nelle nostre famiglie. Un sistema che deve urgentemente rinnovarsi e questo onere spetta alle nuove generazioni. Il discorso sulla gravosità dei superpoteri strizza l’occhio alla poetica Marvel, ma bastano gli ultimi minuti a gettare tutto alle ortiche causando un pericoloso cortocircuito.

44) Musica Maestro (Make mine music)

Il migliore tra quelli distribuiti durante la seconda metà degli anni’40. Un omaggio a tutti i generi musicali dove l’attrazione delle immagini animate predominano sulla narrazione. Il cortometraggio finale con la balena-tenore fa riflettere ancora oggi sull’incapacità dell’uomo di comprendere la natura che lo circonda.

43) Winnie the Pooh – Nuove avventure nel Bosco dei 100 Acri

Si conferma il prodotto dal target di riferimento più basso e veste questi panni nel modo migliore. Tutti i personaggi del bosco dimostrano di essere una famiglia saldamente legata, ognuno con le proprie personalità e i propri aspetti caratteriali. Ultimo classico ad essere stato realizzato in animazione tradizionale.

42) Wish

Riflettendo sulla condizione e sul ruolo dell’uomo e della donna nella società, lo scontro tra bene e male diventa un duello tra collettività e individualismo, in cui il “noi” deve vincere sull’ “io”. L’essere il classico del centenario si dimostra più un fardello che un’opportunità, dovendo convivere forzatamente con una serie di riferimenti ed omaggi spesso invadenti.

41) La spada nella roccia

Le origini della leggenda che se analizzato nella sua interezza non risulta granché, preso per segmenti invece si possono riscontrare momenti piacevoli e divertenti, grazie principalmente alla strana coppia Merlino-Anacleto. Tra questi risaltano sicuramente il duello di magia e la canzone del fossato ma nessuno oggi si è ancora dimenticato della scoiattolina col cuore spezzato.

40) Gli Aristogatti

Ancora una volta il motivo d’interesse più alto non riguarda l’intreccio narrativo ma principalmente i personaggi che ne fanno parte. La band multietnica di gatti randagi non può non restare nei cuori degli spettatori. Classico che più di tutti ha subito le ingerenze dell’adattamento italiano e che, anche per questo motivo, si trova al 40esimo posto nella classifica dei film Disney. 

39) Le avventure di Winnie the Pooh (The Many Adventures of Winnie the Pooh)

Tra tutti i classici questo si rivolge prevalentemente ai piccolissimi ed in ciò trova la sua identità: ogni personaggio rappresenta un tipico aspetto emotivo dell’infanzia, la messa in scena è molto peculiare mischiando cinema e letteratura.

38) Red e Toby nemiciamici (The Fox and the Hound)

Due amici messi l’uno contro l’altro dalle convenzioni sociali che causano la perdita dell’innocenza mentre l’essere umano con la sua arroganza mette a rischio sé stesso e gli altri. La sequenza di scontro con l’orso lascia a bocca aperta, in particolare per la sua violenza efferata.

37) Koda, fratello orso (Brother Bear)

La connessione uomo-natura mediante la spiritualità e la metamorfosi in un viaggio alla scoperta di valori fondamentali quali amicizia e identità. Meritava sicuramente una tecnica migliore, infatti i personaggi poco si amalgamano con i fondali animati.

36) La principessa e il ranocchio

Qualora il livello qualitativo si fosse mantenuto sui livelli del prologo si starebbe parlando di un vero e proprio gioiello. Purtroppo, il cuore del film viene clamorosamente a mancare dando l’idea ancora una volta di dover raggiungere a tutti i costi un’agognata durata standard.

35) Le avventure di Bianca e Bernie (The rescuers)

Un proletario e una donna: due figure sottostimate che nella loro missione di salvataggio avranno il compito di far ricredere una società classista e misogina. Ma la vita concede possibilità di riscatto anche ai bambini, vittime dell’avidità e dell’egoismo degli adulti.

34) Bianca e Bernie nella terra dei canguri (The rescuers down under)

Ai bambini spetta di nuovo l’ingrato compito di fronteggiare la sete di guadagno dell’uomo, che saccheggia e depreda la natura senza alcun tipo di scrupolo. Wilbur è una spalla comica davvero efficace, film forse fin troppo fagocitato dalla schiera di capolavori usciti in quel periodo. Primo sequel considerato canonico nella filmografia Disney.

33) Fantasia 2000

Sostanzialmente un copia-incolla del precedente uscito sessant’anni prima con qualche aspetto inedito, di conseguenza parte da una base solida. Ma andando oltre la tipica operazione di revival non si trova molto altro.

32) Frozen II – Il segreto di Arendelle

Per costruire un futuro migliore è necessario guardare al passato per riconoscere gli errori compiuti dai nostri antenati invertendo così la rotta, che altrimenti porterebbe alla distruzione. Troppe canzoni che appesantiscono il ritmo generale e Kristoff si conferma un corpo estraneo.

31) Frozen – Il regno di ghiaccio

L’amore tra sorelle è compatto nel contrastare una minaccia assai pericolosa: il maschio prevaricatore desideroso di togliere ciò che alle donne spetta di diritto. Let it go è una delle canzoni originali più belle mai realizzate per un film d’animazione. Decisamente male per quanto riguarda i personaggi secondari, Olaf è tra i meno convincenti in assoluto e Kristoff non si capisce perché sia lì.

30) Raya e l’ultimo drago

Nell’entrare nella parte nobile della classifica dei classici Disney, si introduce la 30esima posizione di Raya e l’ultimo drago. Tecnicamente impeccabile con una regia briosa che garantisce un ritmo costante ed equilibrato. Da non sottovalutare inoltre il modo in cui si veicola il messaggio della fiducia verso gli altri e sulla convivenza tra i popoli. Ma l’individualismo della protagonista è ingiustificato dato il suo ruolo politico e l’umorismo si dimostra sempre più decadente.

29) Le follie dell’imperatore (The Emperor’s New Groove)

Fuori dagli schemi dall’inizio alla fine, la favola raccontata rompendo qualsiasi forma o stile senza rinunciare ai principi educativi tipici, veicolati attraverso l’evoluzione di un protagonista che diversamente dal solito non è buono in partenza ma lo deve diventare. Anche nelle battute si cerca di sperimentare nuove formule, mancando forse di autocontrollo.

28) Atlantis – L’impero perduto

La spedizione guidata da un equipaggio formato da un crogiuolo di etnie tipico della società statunitense. Il caucasico anglofono veste i panni del colonizzatore spietato. Grande spettacolo con un lavoro stimolante nel costruire una cultura ex-novo, in particolare sulla lingua scritta e parlata. Un passo indietro per quanto riguarda il character design.

27) Pocahontas

Il nuovo mondo sta per essere conquistato sotto la bandiera della propaganda che alimenta la febbre dell’oro e delle risorse. Una storia d’amore avvincente che rischia di essere distrutta da un potenziale spargimento di sangue. Ottime le canzoni ed il finale è tutt’altro che scontato. Lascia sbalorditi in negativo la tecnica d’animazione, per di più se si considera il periodo in cui è uscito.

26) Rapunzel – l’intreccio della torre (Tangled)

Il canto del cigno delle principesse Disney per come si sono fatte conoscere soprattutto per quanto riguarda l’eros. Nasce così un nuovo periodo che va di pari passo col ritrovato successo commerciale. La tecnica e la regia sono di alto livello e anche il ritorno al musical può dirsi riuscito.

25) Oceania (Moana)

Tra i primi 25 classici Disney trova spazio Oceania. Per risolvere la crisi di oggi occorre uscire dai confini nazionali e non solo abbandonando una linea conservatrice sempre più nociva. Ma il vero cambiamento è la mentalità con cui si superano le proprie linee, non si esce per conquistare ma per restituire qualcosa sottratto ingiustamente, quindi rimediando agli errori precedenti. Le animazioni sul corpo di Maui sono esilaranti. Un’ esperienza che premia sia la vista che l’udito.

24) Dumbo – L’elefante volante

La paura della diversità e la conseguente discriminazione fanno sì che, contestualizzato al suo periodo storico, sia un film avanguardistico. Proprio per questo la canzone degli afroamericani stride con tutto il discorso sopracitato, venendosi a creare così un cortocircuito a dir poco imbarazzante impedendogli di essere un capolavoro a tutti gli effetti. La sequenza degli elefanti rosa è rimasta iconica fino ad oggi.

23) La sirenetta

Primo passo nel dare un’anima kolossal ai film d’animazione, numeri musicali pregevoli che ravvivano un senso di spettacolo destinato a crescere nei film successivi. Inizia anche ad essere presente una componente erotica non indifferente.

 

22) Strange World – Un mondo misterioso

La parola chiave è sostenibilità: l’urgenza di raggiungere una consapevolezza nel cercare un’alternativa energetica dialoga direttamente con la situazione attuale. Va di pari passo con la questione ambientale anche la riflessione sul cambiamento della figura maschile e finalmente la componente LGBTQIA+ è esplicita senza fasulle e ipocrite strizzate d’occhio.

21) Il pianeta del tesoro

L’unico classico non ambientato sulla Terra rielaborando in maniera accattivante e suggestiva il romanzo di R.L. Stevenson. Spettacolo garantito in una pellicola dove si alza l’asticella della maturità a proposito dell’assenza genitoriale. Il suo flop commerciale fa sanguinare il cuore tutt’ora.

20) Bambi

Settantacinque anni prima di Cristopher Nolan il nemico non si vede, non ha forma, ma la sua minaccia è incombente e distruttiva. Un percorso di crescita caratterizzato dalla morte, dall’amicizia e dall’amore. Il connubio tra sceneggiatura e colonna sonora raggiunge il suo apice nella sequenza del temporale. Con questo film si entra inevitabilmente nella parte alta dei migliori classici Disney. 

19) Cenerentola

Esempio perfetto di quando il “come” è più importante del “cosa”, una favola ormai improponibile oggi ma che rimane viva grazie alla tecnica applicata. Il gioco di ombre e il montaggio accelerato permettono una grande valorizzazione dell’immagine, in grado di trasmettere sensazioni emotive forti ed incisive.

18) Le avventure di Peter Pan (Peter Pan)

Rimanere bambini per sempre è una bellissima illusione, ma solo crescendo si può migliorare imparando dai propri errori. Quella che quindi pare una fortuna in realtà si dimostra un limite. La lezione che impara Wendy tramite la conoscenza di Peter è ciò che devono imparare gli spettatori a cui questo film è rivolto.

17) Alice nel paese delle meraviglie

Vivere in un mondo senza regole significa perdersi in un caos pericoloso e oscuro. Senza un ordine costituito si smarrisce la strada scontrandosi con ogni tipo di insidia. L’avventura onirica si dimostra un espediente efficace.

16) Basil l’investigatopo

Il peggior nemico dei geni è la solitudine, sono troppo bravi per stare con gli altri e gli altri non amano aver a che fare coi geni. Anche loro però prima o poi hanno bisogno di aiuto, provando sulla loro pelle la fallibilità. Ma da essa può nascere qualcosa di buono. Un piccolo gioiellino da riportare in auge nella memoria collettiva.

15) Tarzan

15esima posizione tra i migliori classici Disney per Tarzan. Il valore della famiglia che esula dai legami di sangue e dai legami etnici, non mancando le difficoltà nell’essere diversi. La natura è rappresentata in tutta la sua amoralità: dà e toglie senza guardare in faccia a nessuno, affascinante nel suo essere ostile.

14) Big Hero 6

Due modi diversi di elaborare il lutto: c’è chi lo affronta da solo non riuscendo a voltare pagina e chi invece grazie agli amici riesce ad accettare il proprio destino e guardare avanti. Finalmente si è riusciti a dimostrare che si può essere eroi senza bisogno di sferrare un singolo pugno. L’ambientazione che mischia San Francisco e Tokyo è resa benissimo, come se fosse possibile una fusione del genere.

13) Biancaneve e i sette nani

La sua esistenza è già storia del cinema, tutta la potenzialità creativa del disegno si è concretizzata in un lungometraggio ricco di momenti indelebili rimasti scolpiti per quasi un secolo. Le citazioni all’espressionismo tedesco sono evidenti e per la qualità messa in gioco pare che questi anni non siano mai passati.

12) Ralph Spaccatutto (Wreck-It Ralph)

Nessuno può stabilire chi siamo né se siamo giusti o sbagliati, nemmeno una classe dirigente che manipola le menti con la sua propaganda, inducendo la massa all’odio e all’emarginazione dei diversi. Ma ciò che tutti reputano un handicap, in realtà è la risorsa più importante capace di rendere speciali.

11) Ralph Spacca internet

La minaccia contemporanea non viene da chissà dove. La possessività tossica del maschio odierno manda in frantumi l’intero tessuto sociale. E cosa meglio di internet è adatto a rappresentare la comunità mondiale del nuovo millennio? I camei delle principesse sono un ottimo modo per auto parodiarsi in maniera intelligente.

10) Pinocchio

Si entra nella top 10 dei migliori classici Disney con un lavoro incredibile, Pinocchio. In assoluto tra le migliori trasposizioni della favola di Collodi. Il livello è altissimo e costante per tutta la durata. L’ultimo atto con la balena è sensazionale, in grado di far impallidire le produzioni più moderne. Non vengono risparmiate tinte orrorifiche in grado di trasmettere terrore. Le figure più sinistre sono quelle adulte, che vedono nei bambini un commercio profittevole.

9) Lilli e il vagabondo

L’ingenuità di una creatura borghese convinta che il mondo sia come casa sua. L’incontro con Biagio le permetterà di capire che fuori dal suo giardino c’è un cosmo pieno di sfumature, contraddistinto da luci e ombre. Ma sarà proprio lei ad insegnargli la lezione più importante: la libertà sta nell’ordine.

8) Hercules

Una commistione di generi che convivono in perfetta armonia: commedia sentimentale, epica, musical e kolossal. L’antropocentrismo americano trova il suo massimo compimento nel momento in cui la vita terrena è preferita alla vita eterna. Strano a dirsi ma la versione in lingua italiana si lascia piacere di più rispetto a quella originale.

7) Fantasia

Un vero e proprio concerto cinematografico, un evento in cui il suono e l’immagine generano un sodalizio carico di spettacolo e attrazione. Ogni cortometraggio si lascia ricordare, ma ovviamente L’apprendista stregone domina prepotentemente la scena. La carta vincente, quindi, non è il racconto ma l’esibizione in sé per sé.

6) Aladdin

Possiede tutti i crismi che il cinema commerciale dovrebbe avere: intrattenimento, tecnica, potenza produttiva, comicità e profondità. Il Genio catalizza su di sé ogni singolo aspetto: la sua depressione è mascherata da un’ esuberanza che fa piegare in due dalle risate; le sue magie portano spettacolo e ritmo facendo sognare ad occhi aperti. Il personaggio secondario meglio scritto di tutto il parterre.

5) Zootropolis (Zootopia)

Quinto posto tra i migliori classici Disney per Zootropolis. Il sogno americano diventa incubo, la propaganda della metropoli dalle mille opportunità si sgretola sotto i colpi di una realtà profondamente razzista e sessista (in particolare l’ambiente della polizia americana). Affascinante la resa visiva della città con tutti i suoi ecosistemi differenti.

4) La bella e la bestia

Ai piedi del podio, nella speciale classifica dei classici Disney dal peggiore al migliore, c’è La bella e la bestia. Belle e suo padre di fatto sono un elemento di disturbo entrato prepotentemente in un sistema conservatore e bigotto. L’eroe fiabesco è donna, sia nelle sue qualità fisiche che morali. I numeri musicali fanno storia a parte, colorati e sfarzosi. Il prologo raccontato tramite vetrate dipinte mette i brividi ogni volta.

3) Il re leone

Terzo posto tra i migliori classici Disney per Il re leone. È più di una semplice trasposizione rielaborata dell’Amleto di Shakespeare, ma un quadro politico preciso in cui si mette in scena un’idea chiara e precisa come deve essere uno Stato. Il suo successo planetario sempre più espanso nel corso dei decenni parla per lui.

2) Mulan

Al secondo posto tra i migliori classici Disney trova meritatamente spazio Mulan. Il femminismo con la F maiuscola, il potere gestito completamente dalla figura maschile causa guerre e morte mettendo a rischio l’esistenza di un’intera nazione. Il messia cambia connotati e davanti a lei ci si può solo che inchinare in segno di: gratitudine, rispetto e penitenza.

1) Il gobbo di Notre Dame

Parafrasando Domenico Modugno: “penso che un sogno così non ritorni mai più”. Il migliore tra i classici Disney e tanto agognato primo posto nella speciale classifica è occupato da Il gobbo di Notre Dame. L’apice in cui ogni dettaglio è reso alla perfezione, risultato che si raggiunge in rarissime occasioni, forse uniche. L’equilibrio perfetto ottenuto bilanciando le varie componenti. Non ci si nasconde dalle tematiche trattate, è diretto ed esplicito come mai prima né dopo. Avere il coraggio e l’audacia di argomentare discorsi controversi all’insegna della magia cinematografica.