Cerca
Close this search box.

Stardust: Il fantasy dimenticato

Dopo l’incredibile successo de “Il signore degli Anelli”, trilogia che ha cambiato per sempre la storia del cinema, era inevitabile che Hollywood venisse inondata da produzioni fantasy, dando vita a un trend che durò per buona parte dei primi anni duemila.

Poche furono però le pellicole degne di nota, molte quelle mediocri, ma ancora di più furono i flop a confermare come in realtà quello de “Il signore degli anelli” fosse un caso unico difficilmente replicabile. Nel calderone dei vari “Narnia”, “Eragon” e “La bussola d’oro” vi fu però un film, sicuramente più piccolo per budget e pretese, fin troppo passato in sordina, che merita senza dubbio di essere scoperto e riscoperto: “Stardust”

Uscito nel 2007, “Stardust” porta la firma alla regia e alla sceneggiatura di quel Matthew Vaughn, nato come produttore dei film dell’amico Guy Ritchie e da poco passato dietro la macchina da presa con “Pusher”, che successivamente si dedicherà a tanti Instant-cult del cinefumetto, come “Kick-Ass”, “X-Men: L’inizio” e la saga di Kingsman.

Liberamente tratto da un romanzo di Neil Gaiman (con il benestare dell’autore) Vaughn e la sua co-sceneggiatrice di fiducia Jane Goldman adattano l’opera originale, piuttosto seriosa per tematiche e atmosfera, senza snaturarla ma alleggerendola e introducendo maggior humour. Ne risulta così un particolare ibrido che integra sapientemente, ad una storia dai toni decisamente fiabeschi, elementi dark e grotteschi, oltre a tematiche sociali non scontate in queste pellicole, come l’omosessualità o l’ossessione per la bellezza.

La storia segue l’avventuroso viaggio di Tristan Thorn (Charlie Cox) nelle terre magiche per recuperare una stella caduta per la sua amata, che lo porterà a vedersela con bizzari pirati dei cieli, streghe malvagie e una lotta fratricida per ottenere la successione del regno. Ma le apparenze spesso ingannano, nulla è come sembra e i colpi di scena e ribaltamenti delle aspettative sono all’ordine del giorno.

Vaughn dirige tutto con sapiente maestria, lavora molto con il montaggio, alternando, in base all’esigenza, un ritmo dinamico e forsennato a momenti più delicati e riflessivi. Ottimo il comparto tecnico, dalle scenografie, ai costumi, allo splendido trucco. Ricercata e ben assemblata la colonna sonora, tra tracce originali e brani classici. Il più grande elemento di forza ricade però nel cast. I giovani, Charlie Cox e Claire Danes sono due perfetti protagonisti per una fiaba fantasy, rimandando sia visivamente, sia nella scrittura, a classici del genere come “La storia fantastica”. Mark Strong, attore feticcio di Vaughn, nella parte del freddo e spietati principe Septimus, e Michelle Pfeiffer, in quella della strega Lamia, sono due cattivi eccezionali. Ed è proprio quest’ultima a rapire la scena regalandoci una delle migliori interpretazioni della sua carriera. Crudele, terrificante e apparentemente invincibile, una strega ossessionata dal proprio aspetto fisico, pronta a tutto per ringiovanire e ritrovare la sua bellezza. Farà, poi, piacere a molti poi ritrovare Ricky Gervais in un piccolo cameo e sopratutto un Robert De Niro, divertito e assolutamente in parte, in un inedito e indimenticabile ruolo, per il quale mi riservo di non spoilerare.

Stardust è una piccola perla nascosta del genere fantasy che non ha goduto, purtroppo, del successo che avrebbe meritato ma che merita assolutamente di essere riscoperto. Un fiaba sui generis, mai banale e ricca di spunti di riflessione. Un film assolutamente Consigliato!

– Carlo Iarossi