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Recensione – Il Trionfo Di King Kong: il primo scontro con Godzilla

Il Trionfo Di King Kong è il primo film in cui Godzilla e King Kong combattono tra di loro, divenendo uno dei kolossal più ambiziosi dell’epoca.
Il Trionfo Di King Kong: la recensione

All’inizio degli anni 60, il leggendario effettista Willis O’Brien propose di far lottare King Kong contro Frankenstein, ma quando il soggetto fu venduto alla Toho, quest’ultima pensò di creare invece un crossover con Godzilla, il kaiju più famoso tra tutti i loro film prodotti. Fu così che, nel 1962, con il ritorno di Ishirō Honda alla regia, nacque Il Trionfo Di King Kong, il terzo film sul gorilla dopo Il Figlio Di King Kong ed il terzo film su Godzilla dopo Il Re Dei Mostri.

La trama di Il Trionfo Di King Kong

Pur essendo presentato come il crossover tra King Kong e Godzilla, Il Trionfo Di King Kong non è legato al primo film degli anni 30 diretto da Merian C. Cooper ed Edgar Wallace, poiché sarebbe stato impossibile usare la stessa versione del personaggio per combattere Godzilla ed il cambio di continuity era fondamentale per poter fare i giusti cambiamenti (per esempio l’altezza del gorilla, notevolmente aumentata). Il film di Honda è così legato alla linea temporale della saga di Godzilla, con l’arrivo del kaiju che si collega direttamente al finale di Il Re Dei Mostri, pur essendo un film perfettamente fruibile anche da chi non ha visto i capitoli giapponesi precedenti. L’opera infatti presenta la seguente trama:

Mr. Tako, direttore di Pacific Pharmaceuticals, importante rete televisiva giapponese, è frustrato dal fatto che quest’ultima non riesca a trovare un soggetto che possa avere un maggior numero di ascolti. Quando il direttore viene a sapere di un’isola inesplorata che vedrebbe la presenza di un gorilla gigante, ordina ai dipendenti Osamu Sakurai e Kinsaburo Furue di catturare il mostro, il quale si chiama King Kong, per usarlo come testimonial dell’azienda. Nel frattempo un sottomarino nucleare va a sbattere contro un iceberg, facendo una terribile scoperta: l’iceberg è lo stesso in cui Godzilla è rimasto intrappolato da diversi anni, ma il dinosauro radioattivo si è risvegliato ed è pronto a tornare a Tokyo. Il governo sembra completamente impotente di fronte a Godzilla, ma forse King Kong potrebbe essere la soluzione al problema se il gorilla dovesse combattere contro il kaiju.”

Recensione - Il Trionfo Di King Kong: il primo scontro con Godzilla

La recensione di Il Trionfo Di King Kong

Il Trionfo Di King Kong è l’esordio di entrambi i mostri nel cinema a colori: abbandonando entrambi la fotografia in bianco e nero, bisogna scegliere se raccogliere l’eredità attraverso la stop motion di Willis O’Brien o attraverso la suitmation di Eiji Tsuburaya, ma dal momento che il secondo viene scelto nuovamente da Honda data l’importanza del progetto ed il sodalizio ormai consolidato tra i due maestri, la decisione è praticamente scontata. Il passaggio a colore, già sperimentato con altre opere iconiche come Rodan: Il Mostro Alato e Mothra, non è di certo un problema, anzi, è un pretesto per aumentare i dettagli: infatti l’aspetto di Godzilla cambia, con il muso che viene ristretto ed allungato per farlo assomigliare maggiormente ad una lucertola e dandogli ulteriore realismo. Per la realizzazione di King Kong, il costume viene creato attraverso l’utilizzo di veri peli di yak, così che le luci non diano allo spettatore la sensazione di finzione, soprattutto in scene in cui il gorilla viene ustionato dal raggio di Godzilla, con i peli che vengono bruciati proprio come la pelle di un animale realmente esistente. Ormai sembra anche inutile evidenziare i perfetti modellini concepiti da Tsuburaya, sempre più imponenti sia nella riproduzione delle grandi metropoli che nelle scenografie che ricreano la flora del monte Fuji.

Ma Tsuburaya va oltre la sua già rinomata eccellenza nell’ormai celebre scena in cui una piovra gigante invade il villaggio degli indigeni: per la realizzazione della creatura, l’effettista ha utilizzato un polpo vivo facendolo muovere sul suolo attraverso leggeri getti d’aria e portandolo in contatto con i modellini, i quali crollano subito al tocco dei tentacoli in movimento. Quando invece la creatura deve interagire con gli abitanti, Tsuburaya ha sovrapposto le inquadrature del polpo con tentacoli realizzati attraverso la stop motion, tecnica usata per mostrare l’animale mentre afferra i poveri indigeni del villaggio. Invece, durante lo scontro con Kong, viene usata una marionetta che riproduce il mollusco gigante nei minimi dettagli. Attraverso questo ingegno, a Tsuburaya si deve il concepimento di una delle immortali sequenze realizzate negli anni 60 che appaiono realistiche ancora oggi. Ovviamente la tecnica di Tsuburaya diviene ancora più potente con l’eccellente messinscena di Honda, alla quale si deve la forte tensione nel momento in cui la piovra arriva nel villaggio durante la notte mentre un bambino rischia di finire ignaro tra i suoi tentacoli. Straordinarie le sequenze in cui Godzilla attraversa le campagne mentre i giapponesi devono abbandonare i binari dei treni, con i movimenti della cinepresa che seguono le spalle di Kazuo mentre cerca la fidanzata Fumiko quando, nella stessa di inquadratura, una folla spaventata fugge via: Honda cattura alla grande la confusione che deriva dal terrore di una minaccia incombente.

Lo scontro tra King Kong e Godzilla è incredibile: Honda sfrutta a pieno la fisicità dei mostri, facendoli lottare mentre li inquadra dal basso, in modo da far notare tutta la loro imponenza. Straordinari i dettagli con cui l’ambiente circostante entra in contatto con i mostri, attraverso scene come Kong che impianta un albero nella bocca di Godzilla mentre il dinosauro si dimena e risponde cacciando l’alito radioattivo: quando il raggio entra in funzione, l’albero viene rispedito a Kong, ma stavolta in fiamme. Non mancano le scene in cui entrambi i titani mostrano le loro personalità, con King Kong che addirittura realizza la sua strategia per cogliere di sorpresa l’animale, come un vero predatore. Ma la scena più straordinarie di tutte è probabilmente quella in cui i due kaiju combattono mentre un palazzo è esattamente in mezzo a loro: in quel momento l’inquadratura si concentra sul crollo dell’edificio, mentre il montaggio alterna con gli sguardi dei mostri che ruggiscono rabbiosi, attraverso i mattoni e le tegole che si sgretolano. Honda riempie il piano con l’edificio che va in pezzi, sottolineando quanto sia grande e che, nonostante le sue dimensioni, è destinato a lasciare spazio alla potenza dei due mostri. Prima del grande scontro finale, entrambi i kaiju sono protagonisti di sequenze in cui appaiono da soli, mostrando la loro pericolosità per aumentare il piacere dell’attesa della battaglia: in quelle stesse sequenze appaiono anche omaggi al primo film di King Kong, mentre in altri momenti viene citata persino la creatura di Frankenstein (Kong si alimenta con l’elettricità) per tenere fede al soggetto originale di Willis O’Brien, così come, in un solo momento, viene usata la stop motion anche quando i due kaiju combattono, in modo da dare un ultimo grande saluto all’effettista americano senza il quale non esisterebbe Kong e nemmeno lo stesso Godzilla.

Il Trionfo di King Kong: il primo film con Godzilla

King Kong e Godzilla nella satira di Ishirō Honda

Negli anni 60, una volta iniziata la lenta ripresa avvenuta dopo la fine della seconda guerra mondiale, il Giappone è arrivato ad un potente boom economico. Crescono i commerci delle importazioni, le vendite delle materie prime, l’occidentalizzazione. Tutto permette ai cittadini di riprendersi, tanto che il regista immerge lo spettatore facendolo assistere ad alcuni spot televisivi, mostrando quanto il piccolo schermo sia entrato di prepotenza nella abitudini dei cittadini. Per questo motivo Honda cancella i toni completamente drammatici del primo film del 1954 ed inserisce atmosfere più leggere, ma questa leggerezza viene accompagnata anche da qualcos’altro: nonostante il boom economico, l’autore ha paura che il consumismo possa diventare l’unico obiettivo primario del Giappone, facendo dimenticare i valori che rendono gli uomini responsabili. Honda non è mai stato a sfavore del progresso, ma si è sempre interrogato su quanto le tentazioni umane possano alterare l’individualismo ed i comportamenti. Per questo motivo il regista non si risparmia attraverso una dichiarata satira con cui riprende Mr. Tako, il direttore che organizza la spedizione sull’isola (interpretato da un esilarante Ichiro Arishima).

L’obiettivo del ricco finanziere è infatti quello di catturare King Kong per trasformarlo in un testimonial dei suoi programmi televisivi. Ogni volta che succede qualcosa di drammatico che può causare la morte dei dipendenti, Mr. Tako è così ossessionato dagli ascolti e dai guadagni che farebbe qualsiasi cosa per proteggere Kong, a costo mettere a rischio tutto. La sua superficialità è evidenziata già nell’introduzione del personaggio, nella quale lo si vede reputare inutili i programmi di divulgazione scientifica nella sua televisione, perché non attraggono abbastanza spettatori. Anche quando Godzilla arriva in Giappone, il direttore non è minimamente preoccupato, anzi, approfitta della cosa per organizzare una grande campagna marketing per far discutere ai media quanto sia forte King Kong e quanto sia forte Godzilla, o almeno prima che il governo prendesse la cosa seriamente in quanto disperati. Mr. Tako non è mai preoccupato al pensiero della distruzione del Giappone e l’unica volta in cui sviene scioccato è quando gli viene imposta una multa particolarmente salata. Le azioni di Mr. Tako sono volutamente sopra le righe perché Honda vuole ritrarre tutta la ridicolaggine causata dall’ossessione per gli ascolti e le vendite. Alle beffe del direttore si contrappongono invece le scene con i protagonisti Osamu e Kazuo, accompagnati da Fumiko e Tamie: sono dei semplici civili che si prendono cura gli uni degli altri e accorrono immediatamente quando qualcuno è in pericolo. Honda evidenzia anche le preoccupazioni di Fumiko e Tamie quando i loro fidanzati sono fuori a rischiare la vita, inseguendo quell’umanità che è ancora viva nonostante il consumismo sempre più forte. Per questo, nonostante il tono leggero in diversi punti, quando arrivano i mostri le scene comunque sono serie ed epiche, evidenziando ancora quel pericolo che non sparisce.

La parte satirica Honda la affronta anche nella spedizione dell’isola, inserita per riportare parte di quelle atmosfere avventurose che appartenevano al King Kong originale, con la differenza che, invece di inserire l’esplorazione di una giungla piena di pericoli (con le uniche eccezioni della piovra), Honda si concentra sull’interazione tra gli esploratori e gli indigeni. Ironicamente Honda mostra come gli avventurieri riescano tranquillamente a rimanere sull’isola semplicemente regalando una radio e molti altri oggetti, tra cui persino le sigarette ad un bambino, sottolineando quanto il consumismo sia capace di contaminare qualsiasi aspetto sociale. Eppure, nonostante questo momento, l’autore mostra in tutto il suo fascino la bellezza dei riti tribali che accompagnano l’imponenza di King Kong quando viene lodato dal suo popolo, evidenziando quanto sia un dio importante per quella società antica che lo rispetta e lo venera. King Kong è infatti il simbolo della natura incontaminata che richiama a quella tradizione che l’uomo non deve perdere, mentre Godzilla è il mostro generato dall’atomica, quindi è il simbolo della parte negativa di quel progresso che sta contaminando il Giappone (infatti il suo ritorno è causato da un sottomarino nucleare). Per questo è inevitabile che i due si scontrino, con Godzilla che usa il suo raggio creato dall’uomo e King Kong che usa le sue scariche elettriche grazie al tocco dei fulmini provenienti dal cielo.

Il Trionfo di King Kong: la recensione del film con Godzilla

La versione americana di Il Trionfo Di King Kong

In Giappone, il film è ancora oggi il lungometraggio di Godzilla e di King Kong più visto di sempre. Con il primo crossover della storia del cinema tra l’icona giapponese e quella americana, non c’è da stupirsi che il lancio internazionale fosse considerato molto importante dall’Universal. Dato lo straordinario successo della versione americana del primo Godzilla, il produttore John Beck ha deciso così di alterare il montaggio originale e di inserire nuove scene con attori americani girate dal regista Thomas Montgomery. Tuttavia, stavolta i personaggi americani non diventano protagonisti dell’opera e si limitano ad essere dei semplici studiosi che commentano gli eventi attraverso una trasmissione televisiva: il giornalista Eric Carter ed il dottor Arnold Johnson. Le loro scene servono a creare un telegiornale che dia agli spettatori l’impressione che la vicenda sia maggiormente immersiva ed internazionale. Le parti con il dottor Arnold Johnson servono infatti a spiegare con più dettagli la fisionomia degli mostri, ma con risultati molto discutibili: passi il ritrarre Godzilla come un incrocio tra un t-rex ed uno stegosauro (dopotutto nemmeno la Toho, all’epoca, aveva ancora stabilito la sua razza di appartenenza), ma il definire il suo cervello piccolo come una noce diversamente da quello di King Kong, che sarebbe grande quanto quello di un homo sapiens, è un evidente modo di svilire l’icona giapponese a favore di quella americana. Risulta invece più apprezzabile la spiegazione della sua ossessione per Tokyo, definita dal professore come l’istinto animale di tornare al proprio luogo di origine.

Pessima anche la spiegazione delle origini di King Kong, poiché nella sceneggiatura del materiale americano viene scritto che le bacche di cui il gorilla si nutre sono radioattive, rendendo il mostro un altro risultato degli esperimenti nucleari. Questa scelta narrativa toglie tutta la simbologia naturale che Honda dona a Kong, svilendo la sua contrapposizione con la forza nucleare di Godzilla. La cosa peggiore di tutte è la colonna sonora: le splendide musiche di Akira Ifukube vengono sostituite dalle tracce riciclate da altri film americani (tra cui Il Mostro Della Laguna Nera), ma soprattutto i brani dello scontro tra i due mostri vengono rimpiazzati con musiche comiche per rendere più leggero il combattimento e togliendo quindi il giusto pathos. Infine sono stati inseriti anche degli stock footage provenienti da I Misteriani, per aumentare le scene di distruzione. Il nuovo montaggio dura 87 minuti, dieci minuti più corto di quello originale (non contando le scene nuove). Nonostante la discutibile operazione, il film ottiene un grande successo al botteghino mondiale e diventerà una delle opere più famose con protagonista Godzilla. Come per il primo film, anche questa versione è l’unica ad essere doppiata in italiano, con un destino ancora peggiore: inspiegabilmente l’edizione italiana dura 73 minuti. Per questo motivo è consigliabile approcciarsi, alla prima visione, direttamente con la versione giapponese originale.

King Kong Vs Godzilla: il primo film

L’inventiva di Il Trionfo di King Kong

Attenzione: il resto della recensione contiene spoiler.

Nell’ultimo terzo del film, momento in cui King Kong entra a Tokyo, Honda omaggia il film originale del 1933 (cosa che aveva già fatto nel primo film di Godzilla), facendo afferrare un treno al gorilla, il quale stavolta, con le sue nuove dimensioni, è capace di prendere con una sola mano. Nelle strabilianti scene in cui i cittadini cadono dal treno mentre Kong osserva curioso il vagone, il gorilla afferra Fumiko e si infatua della ragazza, ottenendo un’altra scena carica di pathos che cita di nuovo il mito della Bella e la Bestia (anche se sarebbe stato opportuno scegliere Tamie, perché rendere Fumiko ancora una volta protagonista di una sequenza con i mostri rende la situazione leggermente ripetitiva). Non è un caso che Honda scelga di fare arrampicare King Kong sul Palazzo Della Dieta Nazionale, il luogo in cui si applicano le funzioni legislative del Giappone: è l’ultima frecciata, da parte dell’autore, per mettere in guardia uno stato che rischia di fallire nel pieno della sua grande economia. A questo punto, dal momento che nessuna arma funziona, in che modo è possibile fermare Kong? L’unico modo per calmare l’animale è fargli respirare le sostanze delle bacche della sua isola (le quali sono composte da proprietà simili a quella di una camomilla) e fargli ascoltare la musica dei tamburi degli indigeni. Per placare la forza della natura non occorrono bombe e non occorre denaro, ma soltanto altri frutti della Terra ed il ricordo delle tradizioni lontane dall’alienazione consumistica.

Per ricordare che Honda non disprezza la modernità a prescindere, un altro intelligente elemento presente all’interno della storia è l’importanza di Kazuo Fujita: il personaggio è infatti un inventore che crea un filo talmente resistente che è l’unico mezzo che permette di trasportare King Kong nel luogo dove si trova Godzilla prima che il dinosauro arrivi in altre città. Honda mostra come l’inventore, ovvero una persona con ingegno e creatività, possa essere fondamentale per portare il Giappone in nuove strade risolvendo i problemi del mondo, elemento che tornerà più volte nella filmografia dell’autore. E stavolta, quando King Kong combatte contro Godzilla, non ci sono delle armi che siano capaci di sconfiggerlo, diversamente dall’originale film del 1933. La natura infatti è così potente da riuscire a battere Godzilla, la più grande atrocità creata dall’uomo: infatti, dopo che il loro scontro causa un terremoto, l’inquadratura finale mostra King Kong che torna a nuoto trionfante verso casa… anche se, fuori campo, l’ultimo suono che si sente è il verso di Godzilla, segno che il terrore del nucleare, per quanto battuto, potrebbe sempre tornare da un momento all’altro.

Godzilla vs Kong: la recensione del primo film

Il Trionfo Di King Kong non è un grande film soltanto perché presenta il primo possente scontro tra King Kong e Godzilla, ma anche perché è una geniale satira nei confronti del capitalismo che rischia di fare apparire la civiltà vuota e ridicola, cosa che potrà essere fermata soltanto dal ricordo dei valori umani. Il tutto è accompagnato da effetti speciali perfetti che mostrano epiche sequenze d’azione in quello che è uno splendido kolossal autoriale.

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Il Trionfo di King Kong: il primo film con Godzilla
Il Trionfo Di King Kong
Il Trionfo Di King Kong

Il Trionfo Di King Kong è il terzo film di Godzilla ed il terzo film di King Kong, nonché primo crossover tra i due mostri.

Voto del redattore:

9.5 / 10

Data di rilascio:

11/08/1962

Regia:

Ishirō Honda

Cast:

Tadao Takashima, Kenji Sahara, Yū Fujiki, Mie Hama, Akiko Wakabayashi, Ichiro Arishima, Akihiko Hirata

Genere:

Kaiju, fantascienza, avventura, commedia

PRO

La satira contro il capitalismo
Lo scontro tra King Kong e Godzilla
Gli affetti umani messi in evidenza
Gli straordinari effetti speciali
L’uso eccessivo del personaggio di Fumiko