Cerca
Close this search box.

La Zona d’Interesse: László Nemes critica il film e Jonathan Glazer

La Zona d’Interesse è stato fortemente criticato, così come il discorso che Jonathan Glazer ha realizzato agli Oscar 2024, dal regista ungherese László Nemes.
La Zona d'Interesse: László Nemes critica il film e Jonathan Glazer

La Zona d’Interesse continua ad essere oggetto di numerose polemiche, soprattutto a seguito del particolare discorso che Jonathan Glazer ha realizzato in occasione della notte degli Oscar 2024, quando è salito sul palco per ritirare la statuetta ottenuta nella categoria di miglior film internazionale. Il discorso non è piaciuto e ha attirato numerosi commenti negativi, soprattutto da parte delle comunità ebraiche. Uno degli ultimi che si è schierato apertamente contro il regista britannico e il film è László Nemes, che nel 2015 aveva vinto nella categoria di miglior film internazionale con Il figlio di Saul e che ha parlato del periodo storico attuale in cui l’odio antiebraico sembra essersi sviluppato in una nuova veste.

Le dichiarazioni di László Nemes contro La Zona d’Interesse

Il discorso di László Nemes è stato particolarmente complesso e ha riguardato numerosi aspetti del film e del discorso che Jonathan Glazer ha tenuto agli Oscar. A partire dalla scelta della pellicola, ha spiegato:  “La zona di interesse non è un film fatto nel solito modo. Mette in discussione la grammatica del cinema. Il suo regista avrebbe dovuto rimanere in silenzio invece di rivelare di non comprendere la storia e le forze che distruggono la civiltà, prima o dopo l’Olocausto”.

Il regista ungherese ha poi continuato: “Se avesse abbracciato (Glazer ndr) la responsabilità che deriva da un film del genere, non avrebbe fatto ricorso ad argomenti diffusi dalla propaganda intesa a sradicare, alla fine, tutta la presenza ebraica dalla Terra. Ed è particolarmente preoccupante che ciò accada in un’epoca in cui stiamo raggiungendo i livelli pre-Olocausto di odio antiebraico – questa volta, in un modo trendy e ‘progressista”. Tutto forse ha senso, ironicamente: non c’è assolutamente alcuna presenza ebraica sullo schermo in La zona di interesse. Rimaniamo tutti scioccati dall’Olocausto, al sicuro nel passato, e non vediamo come il mondo potrebbe alla fine, un giorno, finire il lavoro di Hitler in nome del progresso e del bene infinito”.