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I migliori film sulla musica nella storia del cinema

Fedele compagna del genere umano da millenni, la musica ha sempre rappresentato una forma d’arte particolarmente potente ed ammaliante, rappresentata nella sua purezza anche in molti capolavori e grandi film del cinema.
Amadeus tra i migliori film di sempre sulla musica

Nel corso della sua storia secolare, il cinema ha più volte affrontato il suo necessario e stretto legame con il mondo della musica, dando voce ai massimi esperti di questa arte attraverso intensi biopic o film originali che comunque sapessero comunicare la passione, il sacrificio, le gioie e i dolori di questo universo. Ma quali sono i migliori film sulla musica?

I migliori film di sempre sulla musica

Dal suo canto universale ed immortale, la musica ha da sempre rappresentato per la Settima Arte un grande alleato per traghettare messaggi, temi ed emozioni al grande pubblico, attraverso intensi biopic che riuscissero a dare vita a personaggi iconici o altri film musicali, che sapessero comunque conferire la potenza della musica attraverso le immagini. Basti anche solo pensare a come uno di questi, Il cantante di jazz del 1927 diretto da Alan Crosland, segni uno spartiacque fondamentale nella storia del cinema nonché (probabilmente) il suo momento più importante e critico dal punto di vista artistico e produttivo.

Passando in rassegna i grandi titoli che parlano di quest’Arte, tuttavia, risulterebbe facile cadere in un “calderone eterogeneo”, coinvolgendo magari grandi rappresentanti del cinema che sfruttino la musica più come mezzo che come fine e soggetto principale della narrazione. Possono essere magari esempi illustri in tal senso Il pianista di Roman Polański che, inevitabilmente, concentra la sua narrazione prevalentemente sull’occupazione tedesca di Varsania, oppure musical alla Cantando sotto la pioggia di Stanley Donen e Gene Kelly, ma gli esempi sarebbero interminabili.

Tenendo quindi presente anche la differenza di genere tra musical e film musicale, si passa così in rassegna dei migliori titoli che mostrano la musica come vera protagonista (anche letteralmente), capace di spingere i personaggi in scena a portare in atto le proprie azioni per passione e dedizione verso di essa. Detto ciò, quali sono allora i migliori film sulla musica?

Fantasia – 1940

Per una classifica di questo genere risulta impossibile lasciare fuori un titolo come quello del 3° Classico Disney, per una produzione ed una realizzazione corale di pura magia. Fantasia ha infatti l’incredibile potenza di legare indissolubilmente l’arte della musica con quella della pittura, qui illustrazione animata, per un’opera capace infatti di “disegnare la musica”. Un film epocale che vanta infatti 8 incredibili segmenti animati che prendono vita grazie a meravigliosi brani di musica classica, regalando sequenze iconiche per la storia del cinema (non soltanto dell’animazione) come quelle di L’apprendista stregone ed Una notte sul Monte Calvo.

The Blues Brothers, di John Landis – 1980

Se si tratta però di iconicità, legata alla musica nel cinema, non si può certamente non fare riferimento al quarto film diretto dal regista John Landis e successivo ad Animal House del 1978. Irriverente e comicamente geniale, la scoppiettante avventura di Elwood e Jake in missione per conto di Dio è diventata storia, rappresentando un grande classico per il cinema. A rendere leggendario The Blues Brothers non è “solo” la grande regia di Landis ed un cast superbo con protagonisti John Belushi e Dan Aykroyd, ma anche e soprattutto i dinamici spezzoni musicali che coinvolgono nomi del calibro di Ray Charles, Aretha Franklin, James Brown, Cab Calloway John Lee Hooker.

Pink Floyd – The Wall, di Alan Parker – 1982

Con un balzo in avanti di 2 anni ci si trova, con il quinto film diretto dal regista britannico Alan Parker, dinanzi ad un’opera molto particolare e a suo modo monumentale, con Roger Waters in sede di sceneggiatura. Infatti, con Pink Floyd – The Wall a prendere vita è direttamente uno degli album più importanti nella storia del rock, con le vicende che seguono il disagio esistenziale della rockstar Pink, i quali traumi psicologici (la seconda guerra mondiale, i drammi familiari, la dura istruzione e i dolorosi amori) lo hanno portato ad erigere un muro intorno a lui isolandosi dal resto del mondo. Un’opera molto particolare perché appunto, salvo qualche eccezione, il film viene costruito attorno e sulle canzoni che compongono l’album The Wall, per un viaggio critico, esistenziale, folle ed irresistibile.

Amadeus, di Miloš Forman – 1984

Spingendosi ancora 2 anni più tardi, l’ottavo film del regista Miloš Forman è adattamento dell’omonima piece teatrale di Peter Shaffer e si ispira alla vita del celebre compositore austriaco Wolfgang Amadeus Mozart. Ambientato (inizialmente) nella Vienna della prima metà dell’800, questo brillante film in costume dai toni sfarzosi e grotteschi esalta all’ennesima potenza il genio e sregolatezza dell’Amadeus protagonista, muovendosi a mo’ di falso biopic ed attingendo dai ricordi del rivale Antonio Salieri.

Un’opera dalla monumentale realizzazione scenica, tanto per la regia dello stesso Forman quanto per la ricostruzione scenografica e costumistica, ma che si pregia anche e soprattutto di una colonna sonora che fa echeggiare alcuni dei grandi capolavori di Mozart. Un successo di critica che lo portò a vincere ben 8 premi Oscar, tra cui il riconoscimento per il Miglior Film.

8 Mile, di Curtis Hanson – 2002

Vincitore dell’Oscar alla Migliore Sceneggiatura non originale per L.A. Confidential, il regista statunitense Curtis Lee Hanson si cimenta nel 2002 con l’intenso biopic legato al celebre rapper Eminem, narrando le drammatiche vicende che attanagliano il talentuoso giovane nella malfamata Detroit degli anni ’90. Prendendo il nome del titolo dalla strada che separa il quartiere “bianco” da quello “nero” della città, 8 Mile è un film biografico con tutti i crismi che racconta della necessaria forza della musica come arma vincente per riemergere dalla vita quando si è con l’acqua alla gola, per quella che dovrebbe essere una voce universale in un mondo fatto di barriere.

Sceneggiatura di Scott Silver (che sarà candidato premio Oscar per The Fighter e per Joker di Todd Phillips) e grane interpretazione da protagonista dello stesso Eminem, che regala spezzoni musicali di grande energia, tra i quali spicca ovviamente il celebre brano Lose Yourself, vincitore del premio Oscar per la Miglior Canzone.

School of Rock, di Richard Linklater – 2003

Tra i migliori film sulla musica non si può tenere fuori, inoltre, un’opera generazionale come la nona diretta dal regista Richard Linklater (Hit Man, Boyhood), con uno straripante Jack Black nel ruolo dell’istrionico professore protagonista. Il celebre cantante ed attore di Santa Monica con School of Rock acquista il personaggio della sua carriera, con quello del professor Dewey che chiunque avrebbe voluto avere nel proprio percorso di studi.

Un personaggio da sempre devoto al Dio del rock (solo 3 anni dopo uscirà Tenacious D e il destino del rock di Liam Lynch, che racconta la leggendaria storia della formazione della sua band con Kyle Gass), che qui mostra un personaggio dal carisma necessario per far uscire dagli schemi un’intera generazione, spingendo a rincorrere i propri sogni senza dover essere incatenati dal conformismo. Un film esilarante e formativo, che vanta una colonna sonora di ferro tra i vari The Doors, AC/DC, Black Sabbath, Led Zeppelin e chi più ne ha più ne metta, senza dimenticare l’esplosiva canzone finale che prende il nome dal titolo di un film che resta un vero e proprio must.

Quando l’amore brucia l’anima – Walk the Line, di James Mangold – 2005

Alla sua sesta conduzione dietro la macchina da presa, il regista di Logan e Quel treno per Yuma realizza, con Walk the line, un delicato e potente biopic musicale sulla leggendaria figura di Johnny Cash, mettendo in mostra tanto le luci quanto le ombre della vita dell’uomo, ma ponendo al centro sempre la fondamentale influenza storico-sociale delle sue note e dei suoi testi.

Un’opera che narra una turbolenta storia d’amore, l’inevitabile parabola ascendente e discendente del successo, fino agli iconici concerti nelle carceri del mitico “Man in Black”, che viene appunto sorretta da una storica colonna sonora che ripercorre on the road il panorama musicale statunitense degli anni ’50 e ’60. Cinque le candidature ai premi Oscar per questo film di James Mangold, con il riconoscimento della Miglior Attrice Protagonista che andrà a Reese Witherspoon, sebbene Joaquin Phoenix nelle vesti del protagonista regali un’interpretazione di altissimo livello.

I Love Radio Rock, di Richard Curtis – 2009

Quella diretta dal regista britannico Richard Curtis (Love Actually – L’amore davvero, Questione di tempo) è una spassionata lettera d’amore alla potenza unificatrice della musica e alla sua propensione inesauribile verso la libertà artistica. Dedicata al fenomeno delle c.d. radio pirata nell’Inghilterra degli anni 60, I Love Radio Rock narra infatti della missione della stazione Radio Rock su una nave ancorata nel Mare del Nord. Mentre infatti il paese vivrebbe la rivoluzione dello Swinging London, la maggior parte delle stazioni radio non cavalca l’onda del cambiamento, con il governo pronto a tutto pur di ingabbiare i vari “pirati” volti a liberare i propri ascoltatori.

Un film in tutto e per tutto rockeggiante, libero, rivoluzionario e diretto, che gode inevitabilmente di una potente colonna sonora. Un’opera che, come la sua barca protagonista, ondeggia tra la commedia ed il drammatico, convincendo in entrambi i lati grazie ad un’ironia nera intelligente ed un performante cast corale con Philip Seymour Hoffman, Bill Nighy, Rhys Ifans, Nick Frost e Kenneth Branagh.

A proposito di Davis, di Joel ed Ethan Coen – 2013

Ispirato alla vita del cantante folk Dave Van Ronk, nella New York degli anni ’60, il film del 2013 è il 18° dei fratelli Coen, i quali hanno spesso sfruttato la musica come potente mezzo per raccontare le proprie meravigliose storie (su tutti Fratello dove sei? e La ballata di Buster Scruggs). A proposito di Davis, tuttavia, non usa quest’Arte sacra solo ed esclusivamente come mezzo, ma come soggetto principale ed anche come fine. Ad essere sfruttato è infatti il personaggio protagonista di Llewyn (interpretato da un grande Oscar Isaac), le sue tragicomiche vicende e i suoi tormenti, per narrare la situazione di un genere musicale dalla natura “indipendente” come il folk-rock in quei delicati anni (specialmente negli U.S.A. ed allargandone la tematizzazione ad un’intera categoria artistica e lavorativa), prima che la vera rivoluzione inizi a stravolgere tutto.

Curata dal cantautore T Bone Burnett (premio Oscar per la canzone The Weary Kind del film Crazy Heart del 2009 e già collaboratore dei Coen per Fratello dove sei?) la colonna sonora, infatti, riveste nell’economia del film un ruolo chiave, dando pieno minutaggio ai principali spezzoni musicali. Un’opera tanto drammatica quanto fortemente comica, in pieno stile dei fratelli Coen, che può vantare un grande cast (con Carey Mulligan, Justin Timberlake e John Goodman) oltre a momenti molto emozionanti, come il gran finale sulle note di Farewell di Bob Dylan.

Whiplash, di Damien Chazelle – 2014

Si chiude questa speciale classifica con quello che molti considerano il miglior film di un autore, come Damien Chazelle, che ha fatto del connubio musica-cinema un’arma vincente per la propria filmografia. Presentato in anteprima al Sundance Film Festival del 2014, Whiplash è il secondo lungometraggio diretto infatti dall’autore di La La Land e Babylon che, rievocando dolorosi episodi personali del passato da batterista del regista, narra del sogno del giovane Andrew Neiman di diventare uno dei migliori jazzisti della sua generazione.

Aprendo definitivamente le porte di Hollywood a Chazelle, il film mette in gioco il puro e doveroso sacrificio in onore dell’Arte e della realizzazione del proprio talento, sebbene la visione sia (in accezione positiva) a dir poco esasperante e frustante, portando lo spettatore a chiedersi se il fine possa giustificare i mezzi anche in questo caso. Un’ossessione che si tinge di storia di formazione a colpi di spartito per il suo protagonista, interpretato in maniera superba da Miles Teller e con il “sergente Hartman” di J. K. Simmons (vincitore qui dell’Oscar al Miglior Attore non Protagonista) che regala un’interpretazione fuori scala.