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Lost: La Spiegazione Del Finale Della Celebre Serie Anni 2000

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Sin dal primo episodio andato in onda nel 2004, la celebre e amata serie televisiva Lost non ha mai nascosto le sue tinte mystery, motivo per cui il suo finale “più spirituale e metaforico” giunto dopo ben sei stagioni ha lasciato gli spettatori di stucco e con alcune domande senza risposta. Approfittando del rilascio della serie sulla piattaforma Disney Plus, questo articolo ripercorre i temi e gli elementi fondamentali della trama di Lost, cercando di fare chiarezza sui dubbi tuttora persistenti negli spettatori di nuova e vecchia generazione.

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1) I protagonisti di Lost sono morti dall’inizio?

La prima stagione di Lost ha inizio con lo schianto di un aereo su un’isola sperduta. Parte dei passeggeri sopravvive miracolosamente all’impatto. Sin dall’esordio della serie, questo elemento inspiegabile ha destato dubbi negli spettatori, sollevando l’ipotesi condivisa secondo cui i personaggi siano tutti deceduti e che si trovino in una sorta di Purgatorio extra-temporale. I creatori della serie (J. J. Abrams, Damon Lindelof e Carlton Cuse) hanno smentito più volte l’idea nel corso delle stagioni.

 

D’altronde, nell’episodio finale della sesta stagione, il personaggio di Christian Shephard (padre di Jack) conferma ufficialmente che tutti gli eventi sull’isola sono realmente accaduti. I protagonisti sono stati vittima di un disastro aereo, hanno vissuto per 100 giorni su un’isola lontano dalla terra e da ogni forma di contatto, sono incappati in misteri e forze soprannaturali, sono tornati alle loro vite ma ormai privi di qualcosa. E infine, seppure in fasi e circostanze diverse delle loro esistenze, sono morti.

2) Nell’ultima stagione di Lost si apre una realtà parallela?

La serie di Lost è celebre per la sua encomiabile sceneggiatura intrisa di cosiddetti flashback e flashforward. Di sicuro non è facile scrivere una trama che (sul lungo termine) lavora contemporaneamente su tre archi temporali che si intersecano fra loro: passato – presente – futuro. La scrittura della sesta e ultima stagione, in tal senso, complica ulteriormente le cose, proponendo allo spettatore una linea temporale parallela, in cui viene mostrato un intrigante “what if“: cosa sarebbe successo se il volo Oceanic 815 su cui viaggiano i protagonisti della serie non fosse precipitato? 

 

In queste scene i personaggi conducono vite diverse da quanto ci era stato spiegato nelle stagioni precedenti, o hanno preso strade separate. Eppure il destino li porta sempre ad incontrarsi, tramite strani deja-vù o ricordi di vite passate. Una sensazione comune che troverà risposta nell’ultimo emozionante episodio, in cui si scopre che questa realtà parallela rappresenta l’aldilà tanto anelato dall’esordio della serie. Dopo la morte, infatti, tutti i passeggeri del volo si sono ricongiunti (chi prima, chi dopo) per “passare oltre” insieme, regalandoci il finale poetico tanto discusso dal fandom.

3) Quando sono morti i personaggi di Lost?

Come ci viene spiegato nell’ultimo episodio di Lost, inevitabilmente tutti i personaggi superstiti del volo 815 sono morti, ma in periodi diversi delle loro vite. Alcuni sono morti durante la permanenza sull’isola, tra cui Boone, Shannon e Charlie. Altri sono morti molto tempo dopo, persino dopo gli eventi mostrati nella sesta stagione, dunque off-screen. Perché allora sono tutti presenti nella Chiesa in cui entra Jack? La risposta è perché nel mondo ultraterreno il tempo non scorre come sulla Terra. Si tratta, insomma, di una dimensione fuori dal tempo.

 

Si presume dunque che i personaggi che non sono morti sull’isola, tra cui Kate e Claire, siano morti tempo dopo la narrazione della serie (probabilmente in vecchiaia), e che Hugo e Ben siano rimasti a lungo sull’isola come nuovi protettori e che abbiano raggiunto anch’essi i propri compagni dopo molto tempo. Per quanto riguarda il personaggio di Jack, è indubbio che muoia sull’isola dopo essere riuscito nell’intento di salvare i suoi amici, farli fuggire e infine uccidere l’Uomo in Nero, divenendo così il vero eroe morale della serie.

4) L’isola di Lost ha vita propria?

Sin dal primo episodio della prima stagione di Lost viene lasciato intendere che l’isola su cui precipitano i personaggi nasconda qualcosa di misterioso al suo interno. Durante le stagioni, i protagonisti vengono perseguitati da oscure presenze (metafore di un passato che non riescono a superare). L’ambientazione esotica, dunque, assume dei connotati mistici. Successivamente la sceneggiatura devia su elementi fantascientifici, con l’inserimento dell’energia magnetica e dei viaggi nel tempo.

 

Infine ritorna sui binari prestabiliti: la vena spirituale nella scrittura della sesta stagione dona all’isola il ruolo di contenitore assoluto delle forze del bene e del male, se non addirittura il ruolo di fonte originaria. I personaggi di Jacob e di suo fratello (a cui, ricordiamo, non viene mai dato un nome) diventano la personificazione umana e immortale di questa dualità quasi divina, a cui si sostituiranno Jack e successivamente Hugo per preservare la luce che scaturisce dal cuore dell’isola. In un certo senso, quindi, si può dire che l’isola abbia vita propria e che infonda la sua energia anche altrove.

5) Cosa significa il fumo nero in Lost?

Dopo aver assistito agli eventi della sesta stagione di Lost è chiaro che il mistico fumo nero che compariva nella giungla sin dalle prime puntate della serie non era generato da un impianto del progetto Dharma. Si tratta invece del fratello di Jacob, il quale dotato di poteri soprannaturali, tramutava la sua forma corporea per vagare sull’isola e uccidere le persone che l’hanno abitata nel corso del tempo. Questo per impedire a Jacob di trovare qualcuno che lo sostituisse nel proteggere il cuore dell’isola.

 

Jacob e suo fratello vengono resi immortali dalla fonte di energia dell’isola, abitandovi per migliaia di anni senza poterla lasciare. Per questo l’Uomo in Nero si sente imprigionato e inizia a detestare il fratello che sembra invece così accondiscendente nel ruolo imposto di protettore. Da lì in poi cerca disperatamente un modo per diventare finalmente mortale e andare via da quel luogo. Nell’ultimo episodio riesce nell’intento, ma viene ucciso da Jack poiché ritenuto un pericolo per il mondo in quanto personificazione del Male.

 

 

 

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