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Indiana Jones: la classifica di tutti i film della saga dal peggiore al migliore

Di seguito la classifica di tutti i film della saga di Indiana Jones, ordinati dal peggiore al migliore

Tra le saghe cinematografiche più importanti e amate dal pubblico c’è quella di Indiana Jones, creata dal regista Steven Spielberg e dal suo amico produttore George Lucas, il quale qualche anno prima aveva dato vita a Star Wars. Il personaggio del famoso archeologo, interpretato da un persuasivo Harrison Ford, ha conquistato il cuore di molteplici generazioni, diventando ormai un’icona immortale contrassegnata dalla ricerca di antichi tesori e dal rispetto per la giustizia.

La classifica dei film di Indiana Jones dal peggiore al migliore

La saga di Indiana Jones è caratterizzata dalla ripresa di alcuni generi classici hollywoodiani, i quali nella maggioranza dei casi vengono combinati per dar vita a sequenze d’azione umoristiche e altre di avventura con sfumature romantiche. Questi film mostrano il carismatico Dottor Jones alle prese con dei tesori nascosti da recuperare superando diversi pericoli mortali, e nel frattempo i dialoghi e le varie coreografie rendono il tutto memorabile. Inoltre, la colonna sonora originale composta da John Williams è praticamente conosciuta da chiunque, persino da chi non ha mai visto un film su Indiana Jones. Siccome sono ben 5 i film che formano questa insormontabile saga: ecco la classifica di tutti i film su Indiana Jones, ordinati dal peggiore al migliore.

5) Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo (2008)

L’ultimo in classifica è Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo, ma il motivo non è in alcun modo legato alla famosa e discussa sequenza con protagonista il frigorifero. Le ragioni per cui il quarto capitolo della saga è il peggiore, sono in realtà diverse. Da un lato è azzeccata l’idea di mostrare gli anni che sono passati cambiando il contesto storico, e di conseguenza il nemico, qui il KGB; si passa dalla Seconda Guerra Mondiale (nazisti) alla Guerra fredda (russi). Dall’altro lato, però, il senso dell’archeologia viene tradito dall’inserimento di elementi fantascientifici legati alla presenza degli alieni sin dai tempi antichi. 


Se il soggetto poteva avere del potenziale, il modo in cui è stato pigramente veicolato non lo eleva, ma lo incatena al fondo. Infatti, anche se la nuova relazione padre-figlio è interessante e lascia ripensare al padre di Indy interpretato da Sean Connery, non si va oltre qualche mera battuta realizzata allo scopo di alleggerire l’atmosfera. L’azione nella seconda parte diventa ripetitiva, e la sequenza con lo scontro tra i veicoli nella giungla è davvero sfiancante. Infine, la morale sulla “conoscenza come tesoro” è banale nella sua retorica puerile, e gli alieni restano un semplice espediente narrativo.

4) Indiana Jones e il tempio maledetto (1984)

Il secondo film dell’archeologo più famoso del mondo si intitola Indiana Jones e il tempio maledetto, ed è anche uno dei più deboli dell’intera saga. Ciò lo si deve alla distorta rielaborazione degli elementi stilistici e strutturali appartenenti al primo film, poiché l’incipit cita direttamente Gli uomini preferiscono le bionde (1953) di Howard Hawks nonché lo 007 con Sean Connery come James Bond, ma risultano essere sterili e poco funzionali ai fini della narrazione. Infatti, il personaggio femminile qui riprende il filo conduttore della donna bionda e svampita, ma le allegorie sessuali, i dialoghi e le azioni che la riguardano sono puerili e irritanti. Shorty è un altro personaggio secondario problematico, per quanto tenero, siccome diventa un costante deus ex machina


E Indiana Jones è in costante pericolo, deve essere salvato per poter salvare a sua volta; tuttavia, il meccanismo strutturale della seconda parte del film è ridondante e prolisso. Infatti, ogni qualvolta che un personaggio viene catturato viene poi salvato, ma dopo poco la medesima situazione toccherà ad un altro. Questo ripetitivo schema è infagottato con elementi horror e fantasy, presenti con maggior estro nel primo capitolo, mentre qui perdono di mordente se non per una mera collocazione scenografica. Due sole location per un film di 2 ore, data la narrazione presente, non è una scelta da cui si possono trarre dei benefici. Anche in questo caso però non mancano le sequenze iconiche, come la corsa sui carrelli da minerali, ma è il contrasto tra la leggerezza del tono e i riti indiani macabri a caratterizzare tutto il film.

3) Indiana Jones e il quadrante del destino (2023)

L’ultimo capitolo si intitola Indiana Jones e il quadrante del destino, e finisce tra i migliori film della saga per l’abilità con cui James Mangold riesce a restituire gli elementi classici e ormai insiti nell’immaginario collettivo, adattando qualcuno al nuovo contesto. Ad esempio, la paura di Indy per i serpenti viene qui ambientata sott’acqua e con le anguille. Helena è il personaggio ideale per raccogliere l’eredità dell’archeologo più famoso del mondo, avendo dalla sua la giusta dose di determinazione e di amore per la storia, seppur inizialmente traspaia di più quello per i soldi. Infatti, la sua evoluzione è graduale e ben estesa per tutta la durata del racconto. Teddy è una versione di Shorty più sveglia e meglio messa in scena, e la sua caratterizzazione non viene ridotta a quella di un mero deus ex machina, anzi, appare uno scaltro ladro e un ragazzino che sa come adattarsi alle situazioni pur di sopravvivere e aiutare chi ama. 


Il villain, Voller, è un nazista che pur di rimediare agli errori della nazione cerca di sostituirsi ad Hitler durante la Seconda Guerra Mondiale, e per farlo il suo obiettivo è tornare indietro nel tempo; da qui l’importanza del quadrante del destino. Dopo un quarto capitolo della saga improntato sulla fantascienza piuttosto che sugli oggetti storici e archeologici, il quinto ripropone archetipi fedeli all’idea originaria di Indiana Jones e l’allunaggio viene volutamente inquadrato come il “nuovo” che sostituisce il “vecchio”. Tuttavia, quest’ultimo è soltanto un elemento di depistaggio voluto da Voller per distrarre la popolazione mentre l’archeologia e la ricerca dell’oggetto magico prendono il sopravvento nell’ombra.

2) Indiana Jones e l’ultima crociata (1989)

Il terzo capitolo della saga è intitolato Indiana Jones e l’ultima crociata, ed è anche il secondo il classifica essendo uno dei migliori film sul personaggio. L’incipit è tutto in programma, poiché mostra esattamente come è nato il mito di Indiana Jones e come questa icona culturale abbia acquisito i dettagli personali e stilistici che lo contraddistinguono: la frusta, il cappello, la sfrontatezza e la paura dei serpenti; mentre sul finale si conosce la verità sul suo nome. Per chiudere la trilogia si esplora maggiormente l’umanità di Indiana Jones, sia per ciò che concerne i suoi punti di forza che quelli più deboli. Si comprende quanto la relazione con suo padre fosse complicata, e come l’archeologia li abbia sì accomunati, ma anche allontanati. Il personaggio del padre di Indy, interpretato da un sontuoso Sean Connery, è fondamentale sia per mostrare la passione del protagonista che le sue insicurezze, e addirittura riesce a incarnare quelle caratteristiche slapstick con cui il film può divertire i più piccoli e non solo. 


Le scene d’azione vantano delle intuizioni visive davvero formidabili, sia in quanto a coreografie che come movimenti della macchina da presa. La derivazione da James Bond e lo spionaggio è qui accentuata, con il personaggio femminile che corrisponde a una vera e propria femme fatale. I continui cambi di location donano una maggiore dinamicità alla storia, e anche da questo punto di vista ricordano i migliori film su James Bond; non a caso qui la tensione è alle stelle e l’atmosfera più cupa. La ricerca del Sacro Graal è quell’elemento fantasy che per messa in scena riesce a conferire valore al discorso sulla fede tanto caro a Spielberg, oltre che a rafforzare il rapporto padre-figlio (altro tema importante nel cinema di Spielberg).

1) Indiana Jones e i predatori dell’arca perduta (1981)

Il primo film cronologicamente parlando è inevitabilmente anche il primo in classifica. Il miglior film della saga è Indiana Jones e i predatori dell’arca perduta, il quale ha letteralmente inventato gli archetipi delle storie di avventura, ripresi poi in un altissimo numero di film differenti e addirittura di videogiochi. Infatti, basta pensare alle trappole, alla claustrofobia di alcune location (la costruzione presente nell’incipit o la stanza dei serpenti) alternate ad altre dall’ampio respiro (il deserto). 


Gli effetti visivi preservano ancora oggi una qualità elevatissima, che per l’epoca risultava essere quasi rivoluzionaria. Inoltre, sono presenti elementi appartenenti alle screwball comedy e agli horror anni ’30, conferendo al film un velo più umoristico e romantico, con Marion posta quasi come una principessa da salvare. Le morti sono tante e alcune anche atroci, soprattutto nel fantasioso finale dove l’oggetto del desiderio punisce i suoi ricercatori, ovvero i nazisti.