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Indiana Jones e i Predatori dell’Arca Perduta, recensione del film di Steven Spielberg con Harrison Ford

“Non sono gli anni, sono i chilometri”: una battuta che, a distanza di quarantadue anni, risulta quasi profetica. Con questa previsione, Indiana Jones inizia il suo lunghissimo viaggio cinematografico nel 1981 con il capostipite di uno dei franchise più iconici della Settima Arte. Ecco la recensione di Indiana Jones e i Predatori dell’Arca perduta, diretto da Steven Spielberg con Harrison Ford, Karen Allen, Paul Freeman e John Rhys-Davies.

La trama di Indiana Jones e i Predatori dell’Arca perduta

Di ritorno da una spedizione in Perù, l’archeologo Henry “Indiana” Jones (Harrison Ford) viene informato da due agenti del servizio segreto americano che i nazisti stanno iniziando a scavare nei dintorni di Tanis, Egitto.  Jones, esperto d’occultismo ed avventuriero di professione, deduce che gli scagnozzi di Hitler siano alla ricerca dell’Arca dell’Alleanza, l’antico scrigno contenente le Tavole della Legge che offrirebbe illimitata invincibilità a coloro che riusciranno ad imbrigliarne il potere e sepolto proprio nei pressi del sito. Una volta atterrato a Il Cairo, Jones si mette sulle tracce dell’antico manufatto scoprendo che ad aiutare i nazisti c’è il crudele archeologo francese René Belloq (Paul Freeman), disposto a qualsiasi cosa pur di mettere le mani sull’Arca.

La genesi del personaggio e la recensione del film

Steven Spielberg  e George Lucas sono amici da una vita, talmente amici che Steven fu l’unico a scommettere pesantemente su George per quanto riguarda il successo di Guerre Stellari nel 1977. Lucas, dal canto suo, doveva in qualche modo ripagare la fiducia che Spielberg gli aveva riposto. E quale modo migliore se non scrivere le avventure di un personaggio completamente nuovo che solamente il regista de Lo Squalo poteva trasporre alla perfezione in uno dei maggiori incassi del 1981? I Predatori dell’Arca perduta è un film fatto su misura per le gigantesche spalle di Steven Spielberg, probabilmente l’unico regista al mondo in grado di raccontare peripezie epiche con la semplicità e l’innocenza di un eterno bambino, figlio di un’epoca dove la grande avventura al cinema era proposta all’ordine del giorno con attori del calibro di Errol Flynn e altri grandi caratteristi come Burt Lancaster.

 

Il primo capitolo dell’archeologo cinematografico più famoso del mondo, infatti, è un grande e grosso omaggio alle pellicole avventurose della vecchia Hollywood degli anni 50, il tutto ben contestualizzato in chiave moderna e portate in scena da uno Spielberg in stato di grazia. I Predatori dell’Arca perduta non fa solamente della messa in scena la sua arma vincente, le imprese di Indiana Jones (in fase preliminare chiamato Indiana Smith) risultano efficaci e convincenti partendo proprio dal suo protagonista principale. Tuttavia l’iconico Harrison Ford, all’epoca, non fu la scelta principale per questo nuovo franchise: Tom Selleck fu il primo attore scritturato per il ruolo dell’archeologo, ma gli impegni presi in precedenza nella serie Magnum P.I. ebbero la precedenza. Ford, sulla cresta dell’onda grazie al successo di Guerre Stellari e L’Impero colpisce ancora, era quindi il sostituto ideale: faccia da schiaffi, carisma da vendere e grande fisicità.

 

Grazie alle performance attoriali del cast principale, I Predatori dell’Arca Perduta risulta un solido film d’intrattenimento, sapientemente appoggiato su pilastri narrativi accattivanti costruiti sapientemente dalle penne di George Lucas e Philip Kaufman per quanto riguarda il soggetto e dal fido Lawrence Kasdan alla sceneggiatura, che aveva già collaborato con Lucas per lo script del secondo film di Star Wars. Ma la forma non sarebbe niente senza la sostanza: Spielberg, dal canto suo, dirige con mano sicura un film senza esclusioni di colpi, un’epopea al cardiopalma che fa della spiritosaggine e del sense of wonder la sua carta vincente.

 

Che siano enigmi ambientali con enormi pietre rotolanti, oppure sparatorie e scazzottate a bordo di un camion, poco importa: il regista di E.T. (che dirigerà l’anno successivo) si mette nei panni dello spettatore leggendogli praticamente nel pensiero, regalando al fruitore del prodotto non solo un grande e grosso spettacolo visivo ma anche un film robusto e stabile anche nelle fasi meno concitate. Quando si ha dalla propria parte l’amore e la passione per quello che si fa, tanto nella scrittura quanto nella direzione, non può che venirne fuori una cosa sola: un capolavoro. Esattamente quello che è Indiana Jones e i Predatori dell’Arca perduta, uno spontaneo inno al cinema creato ad arte da un duo di formidabili cineasti con la sindrome di Peter Pan, che fanno della fantasia il loro asso nella manica.

Dove poter vedere Indiana Jones e i Predatori dell’Arca perduta in streaming

Cosa c’è dentro l’Arca dell’Alleanza? L’apice del potere di un autentico Dio della Settima Arte. I Predatori dell’Arca perduta (il nome del protagonista verrà inserito nel titolo del film solo negli anni 2000) è un perfetto mix di generi: azione, avventura, dramma, commedia slapstick e, perché no, una spruzzata di horror che non guasta mai. Una miscela esplosiva di tematiche che, nella sua naturalezza, funziona offrendo sincero intrattenimento per tutti. 

 

Il primo capitolo del franchise di Indiana Jones non solo lascia ai posteri uno dei film più belli degli anni ’80, ma lancia anche un avvertimento al cinema di genere nella sua totalità: un nuovo eroe è arrivato ed è destinato a rimanerci. Indiana Jones è entrato nella leggenda imponendosi come uno dei personaggi più rilevanti della storia del cinema moderno, generando profitti sotto forma di videogiochi, serie tv, fumetti, e riuscendo ad imporsi come una delle icone più importanti del ventesimo secolo. Indiana Jones e i Predatori dell’Arca perduta è disponibile, insieme ai restati film della saga, nel catalogo di Disney+.

Voto:
5/5
Andrea Barone
5/5
Andrea Boggione
5/5
Christian D'Avanzo
4.5/5
Alessio Minorenti
4.5/5
Paola Perri
4.5/5
Vittorio Pigini
4.5/5
Riccardo Marchese
4.5/5
Giovanni Urgnani
4.5/5
Bruno Santini
4/5
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