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Recensione Cabinet of Curiosities: La Visita – 1×07

Cabinet Of Curiosities recensione prima stagione serie di Guillermo Del Toro su Netflix

Giunti alla conclusione di “Cabinet of Curiosities“, dopo aver trattato gli “scavengers” con i suoi primi 2 episodi, i “loners” con il secondo giorno di uscita e – precedentemente a questo episodio – aver mostrato il gotico/fantastico di H. P. Lovecraft, la serie chiude i battenti con due episodi dedicati alle “Visitations“.

 

Cabinet of Curiosities su Netflix: trama e puntate della serie di Guillermo Del Toro

Il settimo episodio della serie antologica ideata da Guillermo Del Toro è sicuramente la più allucinogena, tanto nella messa in scena quanto nella sua narrazione, facendo prevalere un negativo senso di estraniamento e confusionale.

 

“La visita” è un soggetto originale del suo regista, il greco Panos Cosmatos (“Mandy”), che ne cura anche la sceneggiatura insieme ad Aaron Stewart-Ahn. Un cast a 7 punte, tra le quali le più affilate risultano quelle di Peter Weller (“Robocop”) e Sofia Boutella (“La mummia”, “Prisoners of the Ghostland”).

Cabinet of curiosities 1x07

La visita: la trama (Spoiler)

Un bigliettino da visita illustra: “Lionel Lassiter richiede la vostra presenza per una visita alla Sandpiper House. Sabato 22 settembre 1979. Seguiranno indicazioni.”

Un gruppo formato da 4 persone viene invitato a casa di un prestigioso e misterioso mecenate per una visita. Mentre il tuttofare Hector accompagna il gruppo presso l’abitazione, parallelamente viene mostrato l’anziano Sig. Lassiter nel momento in cui la sua affascinante dottoressa di nome Zahara gli inietta una qualche sostanza.

 

Il gruppo giunge fino ad un’ampia sala della residenza, dalla singolare architettura ed ammantata da una luce ambrata, dove ognuno degli ospiti trova bizzarramente la propria bevanda preferita su di un tavolo come benvenuto. Improvvisamente Una porta si apre ed entra nella stanza il Sig. Lassiter, il quale offre al gruppo un rinomato Whiskey. Dopo aver bevuto, questo inizia a presentare (lodando) i membri del gruppo: Guy, un romanziere di successo; Targ, un rispettato sensitivo specializzato in esperienze extrasensoriali; Randall, un musicista, produttore discografico e radiofonico di grande influenza; Charlotte, un’astrofisica dalle lungimiranti tesi scientifiche.

 

Mentre la degustazione a base di alcol e droghe leggere prosegue, si scoprono anche i background dei due padroni di casa: il Sig. Lassiter deve infatti gran parte della sua fortuna ad ingenti investimenti pre-conflitto mondiale nell’uranio; Zahara è un’ematologa ed abile scienziata che faceva parte dell’equipe medica di Gheddafi. proprio quest’ultima inizia a prendere le redini del gioco, cambiando musica nella sala ed iniziando ad offrire al gruppo pura cocaina peruviana con l’aggiunta della sua “polvere di fata”, creata personalmente in laboratorio per inibire gli ostacoli della mente.

 

Una volta abbandonati completamente al trip allucinogeno, il Sig. Lassiter annuncia agli ospiti il vero motivo della loro visita, per la quale sono stati meticolosamente celti in base ai loro talenti, ovvero valutare un misterioso oggetto ottenuto da lui con grande sforzo economico e conduce il gruppo nella Camera dell’Obelisco. Al centro della stanza si erge un misterioso totem, riconosciuto da Targ per la potenza spirituale che riesce ad emettere, con Charlotte che prova a fornire tesi scientifiche circa la sua natura, forse extraterrestre. Improvvisamente, dopo essere entrato in contatto con gli ospiti, il totem inizia a brillare, ad emettere suoni sempre più rumorosi ed infine a sgretolarsi. Al suo interno si erge una mostruosa creatura dalle tentacolari corna, che induce in stato di trans i presenti, per poi iniziare a sciogliere il viso di Targ prima, facendo esplodere la testa di Guy dopo ed infine uccidendo anche Zahara.

 

Mentre Charlotte e Randall si danno alla fuga, impugnando un fucile Hector cerca di uccidere la creatura – che nel frattempo ha inglobado il Sig. Lassiter, impossessandosi del suo corpo – ma finisce anch’esso per essere distrutto. Visivamente scossi dall’accaduto, Charlotte e Randall sono però in salvo dopo una spericolata fuga in macchina, mentre la creatura – uscita dalla Sandpiper House – si dirige in città.

Recensione de La Visita, settimo episodio di Cabinet of Curiosities: quando il trip esplode in preproduzione

Difficile poter affermare se “La Visita” sia il peggiore episodio di “Cabinet of Curiosities”, o almeno quello più debole, ma sicuramente è quello che più si discosta dalla visione di insieme dichiaratamente emersa dal resto degli episodi della serie.

 

Con il settimo episodio, Del Toro narra al pubblico – nel frammento introduttivo – di come possa accadere che il collezionista diventi la collezione, di come il predatore diventi preda. Cosa che effettivamente avviene puntuale nei minuti successivi di visione, con il Sig. Lassiter che da “collezionista di persone” diventa a sua volta una preda della creatura. Un intento tematico e concettuale prosciugato di pathos e non “elettrizzato” a dovere nel corso dell’estenuante ora di visione.

 

Non si usa il termine “elettrizzato” a sproposito, dato che forse il vero punto di forza di “La Visita” è contrassegnato dalla sua magnetica atmosfera rappresentata su schermo. La musica elettronica dai bassi vibranti, e la fotografia al neon offuscato tendente all’ambrato del Whiskey, assicurano una lenta discesa nella perdizione, attraverso fumo, droga e alcol. Una trascendenza allucinogena che tuttavia si sposa poco niente con l’aspetto narrativo della storia.

 

Un minutaggio eccessivo che infatti manda letteralmente in fumo molte informazioni inutili, che non fanno altro che appesantire una visione anestetizzata, con mancanza di tensione ed un mistero inesistente che non agevolano l’esplosione dell’orrore solo negli ultimi 20 min, risultando anche a tratti involontariamente comico. A cosa servivano effettivamente i talenti di ciascuno degli ospiti ai fini narrativi? A cosa realmente serviva la “polvere di fata”, tanto esaltata a favor di camera anche nel dettaglio della mancata assunzione da parte del Sig. Lassiter? A cosa serviva il personaggio di Hector, solo vagamente accennando ad un suo probabile passato doloroso? E molte altre domande irrisolte che si risparmiano al lettore.

Anzi una domanda in conclusione rimane: a cosa è servito il trip allucinogeno ai fini narrativi? Una qualche lettura allegorica? Se fosse non si è capita, ma ha comunque prevalso la noia.

 

“La visita” rimane una puntata creata in stato confusionale e ne dà prova nella sua logorante ora di durata, risultando anche particolarmente estromessa dal resto delle puntate della serie che – a loro modo, alcune più riuscite di altre – venivano accomunate da un unico fil rouge, che nel settimo episodio è stato usato per legare una cartina.

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