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Recensione Cabinet of Curiosities: Il modello di Pickman – 1×05

Cabinet Of Curiosities recensione prima stagione serie di Guillermo Del Toro su Netflix

Cabinet of Curiosities” continua a proporre grande cinema attraverso i suoi episodi sul piccolo schermo, in questo caso – dopo aver affrontato il tema degli “scavengers” nei primi due capitoli, e quello dei “loners” con la sua seconda mandata – trattando Howard Phillips Lovecraft nel suo terzo giorno di uscita.

 

Cabinet of Curiosities su Netflix: trama e puntate della serie di Guillermo Del Toro

Il terzo capitolo della serie antologica ideata da Guillermo Del Toro, spalanca le porte scricchiolanti del gotico, con una raccapricciante storia tratta da un racconto breve di Lovecraft che racconta la funzione documentatrice dell’arte, nel rappresentare la verità del mondo che ci circonda, tanto nelle sua bellezza quanto nella sua mostruosità.

 

Il modello di Pickman” è il quinto episodio di “Cabinet of Curiosities”, è diretto da Keith Thomas (“The vigil”, “Firestarter”) e vede come protagonisti Ben Barnes (“Stardust”, “Le cronache di Narnia”, “Westworld”) e Crispin Glover (tra gli altri, il George McFly di “Ritorno al Futuro”).

 

Cabinet of curiosities 1x05

Il modello di Pickman: la trama (Spoiler)

1909, Massachussets.

Ambizioso e talentuoso studente d’arte presso la Miskatonic University, William Thurber conosce il nuovo studente Richard Pickman, tanto misterioso quanto abile nel dipingere, sebbene emetta un’aria sinistra soprattutto a causa delle sue lugubri rappresentazioni. Dopo aver scoperto che è solito ritrarre nei cimiteri, incuriosito dalla sua arte Will decide di andare ad incontrare Pickman, con il quale ha una singolare conversazione dopo aver visionato un libro di sue macabre illustrazioni: non esiste solo la bellezza, ma al mondo esiste anche la bruttezza, i mostri nascosti ai nostri occhi, ma tramite l’arte l’arcano viene svelato.

 

Sempre più incuriosito dal nuovo studente, Will lo raggiunge nella sua abitazione dove trova altre sue opere: terrificanti illustrazioni di morte, fantasmi, demoni, tra le quali spicca un quadro in particolare. In questo viene raffigurato un antenato di Pickman, Lavinia, considerata una strega e bruciata sul rogo. Dopo avergli raccontato la sua inquietante storia, Will fugge spaventato e, fuori di casa, viene attaccato dalla stessa Lavinia. Si rivela essere una visione, un incubo e Will si risveglia nel suo letto.

In ritardo, il ragazzo si precipita all’appuntamento con la fidanzata Rebecca per conoscere la sua famiglia, ma continua ad avere mostruose visioni di Lavinia.

Il ragazzo torna così a casa di Pickman per sapere cosa gli stia succedendo, ma trova l’appartamento vuoto.

 

Passano 17 anni, Will è ormai diventato un esperto di tendenze artistiche che abita facoltosi salotti, è sposato con Rebecca con la quale ha il figlio James, ma le terrificanti visioni non sono cessate.

Un giorno, in uno dei salotti di Will, Joe – uno dei membri – presenta al gruppo Richard Pickman tornato in città, invitando la commissione ad ammirare la sua nuova mostra, con la preoccupazione di Will.

L’inquietante soggetto si presenta anche a casa Thurber, dove viene ospitato a cena da Rebecca, durante la quale vengono a galla alcune rivelazioni: l’arte di Pickman sembrerebbe essere infatti concentrata sulle figure dei cosiddetti “antichi” e Rebecca, affascinata dal racconto, narra un singolare episodio adolescenziale di una seduta spiritica.

 

Quella notte James ha un incubo in seguito alla conversazione avuta con Pickman e Will, infastidito da tutta la faccenda, decide di affrontarlo al cimitero, il quale però gli propone di vedere per un’ultima volta le sue nuove opere, le più belle che abbia mai realizzato, prima di sparire dalla sua vita.

I due raggiungono così la magione di Pickman dove Will viene circondato da innumerevoli opere con lo stesso inconfondibile mostruoso stile e, sempre più impaurito, decide di dare fuoco alla casa. Richard cerca di far ragionare Will dicendo che non è lui ad essere folle, ma il mondo, che non vuole vedere dove si annida la paura, la bruttezza, i mostri – dipinti da Pickman non come frutto della sua immaginazione, ma come “fotografie” della sua vita familiare – ma Will gli spara uccidendolo. Spirato l’ultimo respiro, un mostro si erge dal pavimento e porta con sé il cadavere di Pickman sottoterra mentre Will fugge terrorizzato.

 

Giorni dopo Will inaugura la sua prima mostra e decide di portare la famiglia a visitarla. Nella galleria però ritrova anche un Joe in stato confusionale e gravemente sfigurato, il quale ha appeso nella mostra anche le opere di Pickman, anche quelle che Will aveva visto bruciare a casa sua.

Dato l’ordine di distruggere tutto, Will torna a casa dove trova però anche Rebecca corrotta dal male, la quale ha messo nel forno James per poter festeggiare in un banchetto: uccidendo Pickman, capace con la sua arte di “imprigionare” il male nei suoi dipinti, i mostri si sono liberati.

L’episodio si conclude mostrando infatti un quadro di Pickman in cui 3 streghe – una delle quali probabilmente Lavinia – corrompono una giovane donna (Rebecca) che porta in mano il vassoio con la testa del figlio (James), premonendo quest’ultimo episodio e con la voce dello stesso Pickman che annuncia l’ora di riuscire a vedere cosa si annida nell’oscurità.

 

Recensione de Il modello di Pickman, quinto episodio di Cabinet of Curiosities: l’arte svela l’arcano ed intrappola il Male del mondo

Cabinet of Curiosities” continua a creare l’atmosfera orrorifica perfetta attraverso i suoi racconti da brivido, questa volta attingendo direttamente da uno dei suoi maestri: Lovecraft.

Attraverso una messa in scena squisitamente gotica, “Il modello Pickman” rimuove le illusioni ed abolisce i taboo: il mondo è corrotto dal male e i mostri si nascondono in tutti i suoi gli angoli più oscuri. Il quinto episodio della serie antologica ideata da Guillermo Del Toro mette in cattiva luce il perbenismo e il conformismo, in continua ricerca questi della bellezza ed intenti ad emarginare tutto ciò che non ci si avvicini, avendo di conseguenza paura della diversità, delle imperfezioni, delle perversioni che nessuno vuole mostrare, ma che rimangono insiti in ogni essere umano.


La bellezza è negli occhi di chi guarda, ma dove si trova l’orrore? Del Toro risponde: è dietro di te!

 

Il capitolo di Keith Thomas è forse al momento il più audace, sia nell’alta trattazione tematica sia nella costruzione della messa in scena. L’esperienza gotica spettrale viene pienamente rappresentata grazie ad un ottimo lavoro della fotografia dai toni espressionisti, a lume di candela, ad una ricostruzione scenografica d’epoca di spessore senza sfigurare nei costumi. Messa in scena elettrizzata anche dagli inquietanti effetti speciali e dai movimenti di camera, che seguono in maniera raggelante il sinistro sonoro: una tensione logorante, trascinata dall’inesorabile destinazione verso l’orrore.

Convincenti le prove di tutto il cast, specialmente dei due protagonisti.

 

 

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