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Recensione Cabinet of Curiosities: Lotto 36 – 1×01

Cabinet Of Curiosities recensione prima stagione serie di Guillermo Del Toro su Netflix

Dolcetto o scherzetto? Orrore o meraviglia?
Per chi dovesse essere in cerca della classica storia dell’orrore da raccontare al buio intorno ad un falò, potrà sicuramente trovare spunto dall’Armadietto delle Curiosità partorito della mente geniale del Premio Oscar Guillermo Del Toro. “Cabinet of Curiosities” è infatti una serie antologica ideata dal celebre regista messicano, che approda su Netflix giusto in tempo per l’annuale appuntamento di Halloween, con ben 8 episodi da brivido distribuiti giornalmente nelle 4 date dal 25 al 28 ottobreDi seguito viene presentato il progetto della serie ideata da Guillermo Del Toro e la recensione del primo episodio: “Lotto 36”, l’episodio 1×01 di Cabinet of Curiosities. 

 

Cabinet of Curiosities: tutto ciò che c’è da sapere sulla serie di Del Toro su Netflix

Fin dall’esordio di “Cronos” del 1993, Guillermo Del Toro ha contribuito fortemente a stravolgere l’immaginario cinematografico collettivo grazie alla visione autoriale estremamente personale della sua filmografia, contraddistinta da una strabordante fucina creativa.

Attingendo dalla letteratura, dalla mitologia, dalle varie arti figurative e dai capolavori della storia del cinema, il regista messicano è sempre stato un infaticabile creatore di mondi fantastici per raccontare le paure del presente, del reale. Per questi meravigliosi viaggi frutto proibito dalla sua mente diventano quindi fondamentali anche i suoi immancabili taccuini, per poter tracciare anche su carta le fantasiose idee concettuali, narrative e soprattutto grafiche: prendono così vita successivamente sul grande schermo opere come “Hellboy”, “Il Labirinto del Fauno”, “Crimson Peak” e “La forma dell’acqua”.

 

Purtroppo lo spettatore è riuscito a sbirciare solo alcuni dei magici mondi ideati da Guillermo Del Toro, appunto attraverso i suoi film, ma ora con “Cabinet of Curiosities” quel vaso di Pandora viene ufficialmente spalancato. La nuova serie antologica Netflix presenta infatti 8 episodi, indipendenti tra loro nel raccontare storie dell’orrore davvero uniche – due delle quali sono soggetti originali ideati dallo stesso regista Premio Oscar – con l’intento di sfidare e superare il tradizionale genere horror, dando vita propria alle collezioni e quaderni personali che hanno distinto il suo autore.

 

Del Toro ha così riunito vari illustri mestieranti di sua fiducia (tra registi, sceneggiatori, direttori della fotografia e non solo) per realizzare otto racconti da brivido che possano liberamente giostrarsi nel campo macabro, fantastico, gotico, magico e quello più prettamente orrorifico, accomunati sempre dal suo estro artistico tanto nella narrazione quanto nella sua componente più tecnica.

 

Lotto 36: introduzione all’episodio

L’ulteriore peculiarità di “Cabinet of Curiosities” è data dal fatto che ogni episodio viene personalmente introdotto dallo stesso Del Toro che, come primo episodio, decide di presentare un suo soggetto originale: “Lotto 36“. Una favola nera di 45 min. che avrà come reliquia principale un semplice mazzo di chiavi di un magazzino: un luogo consacrato per tenere vivo il passato, le cose che ricordano le azioni eseguite, l’oscurità e i propri peccati.

 

Del Toro è dunque autore del soggetto ma anche sceneggiatore insieme a Regina Corrado (“Deadwood”, “The Strain”), mentre la regia è affidata per questo primo episodio a Guillermo Navarro, storico direttore della fotografia di molte opere di successo del regista messicano (“Hellboy”, “La spina del diavolo”, “Pacific Rim”, “Il labirinto del fauno”, con quest’ultimo che gli valse l’Oscar per la Migliore Fotografia nel 2007).

 

Protagonista principale di Lotto 36 è invece Tim Blake Nelson, che torna a collaborare con Del Toro dopo la recente parte in “Nightmare Alley“.

 

Come primo episodio è possibile ammirare per la prima volta anche l’affascinante sigla della serie “Cabinet of Curiosities”: un vero e proprio museo del terrore, molto simile alla casa del regista in California.

 

Cabinet of curiosities 1

Lotto 36: la trama (Spoiler)

L’episodio si apre con il presidente George H. W. Bush che annuncia in TV la nuova strategia militare statunitense (è infatti il 1991 ed è appena scoppiata quella che verrà poi denominata “Guerra del Golfo”), mentre un signore anziano si appresta ad eseguire azioni quotidiane. Improvvisamente ha un infarto e si accascia a terra.

 

L’azione si sposta così su Nick Appleton (Tim Blake Nelson), razzista reduce del Vietnam, sommerso dai debiti, che porta avanti un’attività poco lecita nell’acquisto di magazzini di proprietari deceduti/sfrattati per poterne vendere il contenuto. Una donna di origini ispaniche, Amelia, rimane infatti derubata dei suoi averi nel proprio lotto per un disguido con il pagamento dell’affitto, ma Nick non ne vuole saperne di aiutarla, specialmente per il suo status di immigrata.

 

Un giorno a Nick capita di acquistare all’asta il Lotto 36 (appartenuto al signore anziano apparso nei primi minuti dell’episodio), ma al suo interno ritrova misteriosi cimeli dell’occulto, vecchie fotografie della Germania nazista e una tavola per sedute spiritiche. Scettico riguardo al paranormale ed interessato unicamente ai soldi, Nick decide di portare gli oggetti trovati da una stimatrice di sua conoscenza, ma il mistero si infittisce alla scoperta di ulteriore materiale oscuro, quali 3 volumi di negromanzia: Liber Primus – Demonia; Liber Secundus – Symvolia; Liber Tertius – Perilipsi. Tanto spaventata quanto affascinata, la stimatrice richiede la consulenza di un suo conoscente tedesco esperto in materia, il quale rivela a Nick che in realtà i volumi dovrebbero essere 4 e che, se mai dovesse riuscire a recuperarlo dal Lotto, potrà pagargli una fortuna per averli. Il quarto volume è infatti il più raro: Liber Quartus – Sacramentum, pieno di simboli e formule per imprigionare un Demone e relegarlo sulla Terra.

 

Nick e l’esperto tedesco si dirigono quindi al Lotto 36 per cercare il libro e trovano un passaggio segreto, facendo al suo interno una terribile scoperta: il vecchio ha infatti evocato il Demone usando la sorella Dottie come involucro terrestre. Il corpo decomposto è stato vincolato grazie ad un incantesimo ma Nick, smanioso di recuperare il libro per il vil denaro, spezza il sortilegio e il Demone riesce a liberarsi, uccidendo per primo l’esperto tedesco per poi rincorrere Nick nel magazzino diventato un vero e proprio labirinto.

 

Il protagonista riesce ad arrivare all’uscita, ma la porta è chiusa dall’esterno. Passa di lì Amelia (rimasta ad aspettare fuori dal magazzino con la speranza di ricevere le sue cose rubate) e Nick le chiede disperatamente aiuto, ma la donna si vendica chiudendo ulteriormente la porta con il lucchetto del lotto da lei perso e datole da Nick a sfregio dopo il loro precedente scontro.

Nel finale il Demone uccide Nick.

 

Recensione Lotto 36: scheletri che non si riescono a chiudere nell’armadio

Con il suo primo episodio “Cabinet of Curiosities” riesce nel suo principale intento, ovvero quello di creare curiosità verso lo spettatore nel scoprire i misteri in sé dell’episodio stesso e di quelli che verranno nei prossimi tenebrosi capitoli.

“Lotto 36” è una favola nera semplice e diretta, che non colpisce per particolare spettacolarità, ma che cerca (riuscendoci) di ottimizzare il poco tempo concesso per raccontare il più possibile e lo stretto necessario per incutere timore. Lo fa attraverso una messa in scena offuscata, dove si vede la mano dello storico direttore della fotografia di Del Toro nell’impostare la palette cromatica in bilico tra l’oro dorato e il povero grigiore.

La prima mandata, con i primi due episodi della serie, “Cabinet of Curiosities” ha infatti il tema degli “Scavengers” (spazzini), che in “Lotto 36” viene incarnato dallo sciacallo Nick (ottimo Tim Blake Nelson nel conferire al personaggio un carattere rude ed arcigno come la sua faccia). Tirchio, razzista ed egoista, il personaggio rievoca il demone di un passato oscuro (quello del periodo nazista) che non si riesce a rinchiudere tanto facilmente all’interno di un magazzino. La guerra ci fu all’epoca, c’è al periodo di Nick nel 1991 ed è presente tutt’ora mentre si scrive.

Un tema molto caro a Guillermo Del Toro – quello di raccontare gli orrori della guerra e tutto ciò che ne comporta – che infatti lo mette in scena con questo suo soggetto originale, supportato da un comparto sonoro che tiene viva l’oscura presenza per tutta la durata della visione.

“Cabinet of Curiosities” apre le sue prime ante ed inizia ad instillare grande curiosità.