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Recensione Cabinet of Curiosities: L’autopsia – 1×03

Cabinet Of Curiosities recensione prima stagione serie di Guillermo Del Toro su Netflix

Dopo essere rimasti piacevolmente incuriositi dopo la prima giornata dedicata agli “scavengers”, la seconda uscita di “Cabinet of Curiosities” è dedicata invece al tema dei “Loners“. Con il suo terzo episodio, la serie ideata da Guillermo Del Toro amplia infatti il concetto di “solitudine” cercando di rispondere ad un’antichissima domanda: siamo soli nell’universo?

 

Cabinet of Curiosities su Netflix: trama e puntate della serie di Guillermo Del Toro

 

Come precedentemente accennato nel capitolo introduttivo, “Cabinet of Curiosities” racconta 8 storie dell’orrore che spaziano fra i vari generi, raggiungendo in questo capitolo diretto da David Prior (“The empty man”) anche la fantascienzaDi seguito si svelerà la trama e si recensirà l’episodio 1×03 di “Cabinet of Curiosities” intitolato “L’autopsia“, diretto da David Prior, tratto da un racconto breve di Michael Shea e scritto da David S. Goyer (regista del terzo capitolo di “Blade” e sceneggiatore tra gli altri di “Dark City”, “Batman Begins”, “Il Cavaliere Oscuro”).

Cabinet Of Curiosities recensione episodio 1x03 L'Autopsia, Guillermo Del Toro su Netflix

L’Autopsia: la trama (Spoiler)

L’episodio si apre con un misterioso incidente in una miniera, dove una squadra di lavoratori viene uccisa da un’esplosione. Sul posto un oggetto dalle misteriose fattezze. Qualche tempo dopo si assiste ad una serie di sparizioni nella contea a seguito di molti cartelli di “scomparsa” appesi, mentre si continua a scrutare le stelle. Il medico legale Carl Winter viene invitato dall’amico sceriffo Nate Carven per cercare di fare luce sull’accaduto, raccontandogli tutta la storia.

 

 

In flashback si assiste alle sue indagini circa le 6 persone misteriosamente scomparse in un solo mese, con lo sceriffo rammaricato per gli scarsi risultati, finché non trova un cadavere in composizione in un sacco. Nelle indagini Nate scopre che il corpo apparteneva all’operaio di nome Abel, anch’egli dato per scomparso, visto l’ultima volta in un bar dove ha ritrovato un vecchio amico, Eddie Sykes. Quest’ultimo però si comportò in modo strano, affermando di chiamarsi invece Joe Allen. Successivamente infatti Nate scoprì che Eddie scomparve mesi fa dopo aver assistito ad una pioggia di meteoriti, per poi riapparire in contea sotto il nuovo nome di Allen.


Data la stranezza del caso Nate decide di andarci a parlare a casa, dove però trova solo un misterioso oggetto, dalla forma di un uovo ricoperto di peli, che decide di potare via con sé. Una volta rintracciato sul luogo di lavoro, Allen di fretta e furia rompe il vetro della macchina della polizia per recuperare l’oggetto e darsi alla fuga. Nate rincorre l’uomo ma assiste ad un’esplosione: il suo racconto si riallaccia così all’incidente visto nel prologo, con Allen che provoca l’esplosione attraverso il misterioso oggetto.

Finito il racconto Nate chiede così a Carl di andare all’obitorio per eseguire l’autopsia sui cadaveri della miniera e, nel tragitto, il dottore rivela allo sceriffo di avere pochi mesi di vita a causa di un cancro. Arrivati sul luogo, Carl congeda l’amico per farlo riposare e inizia il suo lavoro registrando i progressi su un nastro. Dopo aver riscontrato particolari condizioni dello stato dei cadaveri – misteriosamente privi di sangue – Carl inizia a sospettare che sotto ci sia qualcosa di molto più oscuro di una semplice bomba. Proprio in quel momento, il cadavere di Allen si alza improvvisamente dal letto e raggiungere Carl, rivelandogli di essere un viaggiatore extraterrestre intrappolato in un involucro di carne, che l’oggetto misterioso è in realtà la sua navicella e della prassi di distruggerla quando la sua razza viene scoperta per tenere all’oscuro l’umanità.

 

 

L’alieno assale così Carl, paralizzandolo e annunciandogli di stare per effettuare il trasferimento dal suo corpo a quello del dottore ed inizia uno scontro dialettico tra i due: l’alieno rivela arrogantemente che la sua razza è ormai ascesa e che sta controllando il corpo degli umani da millenni, decidendo le sorti della storia, il dottore svilisce invece la loro effettiva natura di semplici e patetici ladri parassiti.

 

 

L’alieno effettua lo scambio trasferendo il proprio corpo reale – un mostro tentacolare – in quello di Carl che, nel frattempo, si è autolesionato mortalmente. Con pochi mesi di vita rimasti, il medico ha infatti deciso di intrappolare l’alieno nel proprio corpo, danneggiandosi i timpani, cavandosi gli occhi e tagliandosi la gola con il bisturi, per far uscire rapidamente più sangue possibile e negare così la principale fonte di sostentamento dell’alieno. Non è tutto. In un’ultima rivelazione, Carl rende partecipe l’alieno che il registratore è stato nel frattempo rimasto acceso, avendo inciso su nastro tutta la loro conversazione.

 

Quando Nate torna all’obitorio trova il cadavere di Carl con scritto sul petto la scritto col sangue: “Riproduci nastro, bruciami”.

Recensione L’autopsia, terza puntata di Cabinet Of Curiosities: sviscerare l’interno per ascendere tra le stelle

Con il suo terzo episodio, “Cabinet of Curiosities” continua ad esaltare con un prodotto cinematografico relegato al piccolo schermo e allo scarso minutaggio (58 min). Più degli affascinanti 2 capitoli precedenti (già di per sé “pronti” per il grande schermo), “L’autopsia” ha l’impostazione di un lungometraggio tanto nella messa in scena quanto degli aspetti narrativi-concettuali trattati.

 

Un capitolo che riesce perfettamente, nel poco tempo a disposizione, a tenere viva allo stesso tempo una narrazione investigativa intrigante (di mistero, di ricerca della verità) una deriva fantascientifica “alta” (che rimanda allo stile dei pregiati “invasioni degli ultracorpi” apparsi nella storia del cinema e nella letteratura sci-fi) ed una forte componente di orrore puro.

 

A differenza dei primi due capitoli della serie, caratterizzati anche e soprattutto da interpretazioni di spessore di bei personaggi, “L’autopsia” non gode di una particolare presenza scenica – se non per il personaggio del medico Carl (F. Murray Abraham) – ma di una costruzione dell’immagina decisamente degna di nota. La tensione viene perennemente tenuta sull’attenti dal comparto sonoro e da una fotografia tendente al blu mortifero, che rispecchiano pienamente una messa in scena creepy soprattutto nelle dettagliate sequenze delle autopsie, con l’orrore ed il gore realisticamente messi in scena attraverso ottimi effetti speciali.

 

Al momento, uno dei più brillanti punti di comunione tra gli episodi di “Cabinet of Curiosities” è caratterizzato da un finale da brivido, incisivo e che degnamente conclude con il botto un climax incessante. 

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