Articolo pubblicato il 29 Dicembre 2023 da Bruno Santini
Nel 2023 il numero totale dei film che sono usciti al cinema e in streaming è sicuramente minore rispetto a quello degli ultimi anni; nonostante ciò, il livello qualitativo, per molte pellicole, non può dirsi che alzato, soprattutto in virtù del ritorno di numerosi autori che hanno fatto valere il loro grande talento, oltre che potenzialità di cui si era totalmente a conoscenza.
Quali sono i migliori film del 2023?
Sulla base di quanto precedentemente considerato, è possibile indicare, dopo aver fatto lo stesso con i peggiori film del 2023, quali sono i migliori film dell’anno. Si tratta di titoli che sono stati decisi sulla base degli stessi criteri utilizzati anche per il peggio: la somma dei voti della relazione che ha permesso di realizzare delle medie, tali da ottenere le singole selezioni. Di seguito, vengono indicati i migliori film del 2023.
10) Tár (Todd Field)
Nel meglio dell’anno non può poi il ritorno alla regia di Todd Field a 16 anni di distanza da Little Children e solamente al suo terzo – e, da come dichiarato recentemente, ultimo – lungometraggio. Presentato in anteprima alla 79esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, Tár è un’opera mastodontica, un lavoro minuzioso e ricercato sull’uso delle immagini, solenni, che si accompagnano ad una regia calibratissima e che si concentra in maniera eccezionale sugli spazi, con un’alternanza di luoghi quasi claustrofobici come il bagno di un aereo ad altri giganteschi, come le aule ma anche le case in cui la protagonista vive, con soffitti altissimi ed un arredamento spesso e volentieri minimale, che va dunque a creare ancor più spazio. A proposito di protagonista, Cate Blanchett tocca qui forse la vetta più alta della sua incredibile carriera e pazienza se agli Oscar è stata sconfitta da Michelle Yeoh per la sua interpretazione in Everything Everywhere All At Once, perché tra 20 anni solamente di uno di questi due film e di queste due interpretazioni si parlerà. Un must assoluto, un’opera da vedere e rivedere perché ad ogni visione lo spettatore troverà al suo interno dei particolari unici, che rendono Tár uno dei film migliori del 2023.
9) Gli Spiriti dell’Isola (Martin McDonagh)
A proposito di Oscar mancati, il 2023 ha visto l’uscita al cinema, in Italia, anche di un film che ha conquistato numerosissime candidature senza riuscire ad ottenere neanche un premio: si parla di Gli spiriti dell’isola, l’ultimo film di Martin McDonagh che poggia sulle interpretazioni di Colin Farrell e Brendan Glleson, oltre che in quelle di Barry Keoghan e Kerry Condon. Martin McDonagh è un drammaturgo e non manca di sottolinearlo all’interno di un film che risolve tutto il suo peso nella tragedia, oltre che nella sovrabbondanza di alcuni elementi, soprattutto morali, che interessano la vita dei protagonisti. L’espediente di fondo è molto semplice: un uomo si è stancato di vivere la sua vita in un determinato modo e, da quel momento in poi, decide di allontanarsi definitivamente da quello che è stato il suo amico di sempre. Sulla base di questo elemento si struttura una pellicola straordinaria, dal punto di vista recitativo, in cui i rapporti umani vengono ridotti a quell’insignificanza che si rapporta alla totalità delle cose. Il sottofondo della guerra civile irlandese, che echeggia attraverso alcune linee di dialogo e dai rumori che vengono riprodotti in alcuni punti del film, riesce a definire anche il contesto di una pellicola che, per certi versi, è stata criticata soprattutto per il suo finale eccessivo ma che, in ogni caso, mantiene ben saldo lo spirito e il pensiero del suo autore.
8) Il male non esiste (Ryusuke Hamaguchi)
All’ottavo posto tra i migliori film del 2023 una vera e propria perla, presentata in anteprima al Festival del Cinema di Venezia in uscita in sala, in Italia, soltanto in occasione di dicembre 2023 Il male non esiste è l’ultimo film di Ryusuke Hamaguchi, presentato a sorpresa nel Concorso di Venezia e in grado di vincere l’ennesimo premio di una carriera, seppur giovane, straordinaria da parte del regista nipponico. Hamaguchi continua a rendere concreto quel tema, tanto caro a Michelangelo Antonioni, dell’incomunicabilità, che in questo caso si accompagna anche ad una gestione dei rapporti umani in un’epoca di grande crisi dal punto di vista sociale. La piccola realtà raccontata, un nucleo umano puramente infinitesimale rispetto alla totalità del mondo globalizzante, difende se stessa con tutti i mezzi, opponendosi a quel capitalismo sfrenato che tenta di conquistare, anche economicamente e urbanisticamente, ogni cosa, trasformandola in un elemento totalmente nuovo.
La natura si difende e Hamaguchi mostra il processo di un’auto-conservazione degli esseri viventi attraverso alcune immagini metaforiche assolutamente impeccabili, come quella della famiglia di cervi, parlando in maniera certamente criptica e consegnando, allo spettatore, uno dei finali più discussi e meglio riusciti del 2023. Il male non esiste è un film assolutamente straordinario, che mette in campo temi che sono assolutamente attuali come la crisi climatica, la lotta ecologica e la salvaguardia della nostra natura, pur con un atteggiamento certamente schierato da parte del regista.
7) Spider-Man: Across the Spider-Verse (Joaquim Dos Santos, Kemp Powers, Justin K. Thompson)
Dopo un primo capitolo unico e praticamente irripetibile, con Spider-Man: Across the Spider-Verse gli autori – Lord e Miller – hanno voluto espandere l’universo narrativo e il linguaggio dell’animazione, rendendo queste ultime ancor più funzionali. Infatti, dopo un prologo spettacolare e con una colonna sonora costante, in grado di trasmettere semanticamente il “glitch” multiversale, si possono ammirare delle scene intensissime con protagonisti Gwen e suo padre. Gli acquerelli e la scelta dei colori esplicitano la delicatezza del momento e i repentini cambi d’umore, scaturiti da un confronto prima acceso e poi pacato. Le sequenze riepilogative sono inserite con delle brillanti intuizioni visive, legandosi al fumetto, matrice letteraria di base del prodotto in questione.
Ancora più anarchico rispetto al suo predecessore, la psicologia dei personaggi viene dipinta tramite diverse totalità, tratti e stili grafici, e le animazioni ibridate sono un fiore all’occhiello nel panorama contemporaneo. A tal proposito, si possono ammirare stili di animazione come: cel-shading, effetti da motion-comic, anime, retini, strappi, distorsioni, low frame, e addirittura LEGO. Come se non bastasse Spider-Man: Across the Spider-Verse fuoriesce dagli standard dei cinecomics e si evolve in un’opera totale, autoriflessiva, meta-artistica e pop. Le radici fumettistiche vengono rispettate e sottolineate, così come si ragiona sul mito dietro la maschera di Spider-Man, puntando molto sul rapporto canone-anomalia.
6) Decision to Leave (Park Chan-wook)
L’ultimo film, in ordine cronologico, di Park Chan-wook figura come il suo lavoro più maturo e, per certi versi, minimalista. Gli eccessi estetici e narrativi che hanno sempre contraddistinto il cinema del regista coreano, qui vengono annullati da un’essenzialità disarmante, dotata comunque di grande intensità. Il prodotto finale sembra essere un mix tra il melodramma alla Douglas Sirk e il thriller/noir alla Hitchcock, e il racconto appare scorrere su due rette parallele differenti, infatti: da un lato c’è la storia d’amore tra il detective e la donna che ha conosciuto; dall’altro è presente un fitto mistero da risolvere.
Avvalendosi dell’aiuto di oggetti come gli specchi, e mettendo in moto una serie di intuizioni come le dissolvenze incrociate, il manifestarsi dei sentimenti più intimi dei protagonisti vengono gradualmente esplicitati. Senza ricorrere a inutili dialoghi o a pesanti strumenti retorici, le immagini in Decision to Leave svelano il fantasmatico mondo in cui muovono i passi i personaggi, e lo fanno con un pathos davvero invidiabile. Noir contemporaneo che non poteva che finire nella classifica dei migliori film del 2023, e che esaltando gli elementi tipici del genere citato – la femme fatale e la crisi del detective – riesce a veicolare un contenuto delicato quanto penetrante.
5) As Bestas (Rodrigo Sorogoyen)
Al quinto posto tra i migliori film del 2023 prende parte As Bestas, l’ultimo lavoro di Rodrigo Sorogoyen definito il film spagnolo migliore dell’anno, anche grazie alla grande abbondanza di Premi Goya vinti da parte della pellicola. Il film in questione muove i suoi passi da un evento realmente accaduto ed è dedicato a Margo, la donna che ha perso, nella vita reale, suo marito a causa di accadimenti molto simili a quelli che vengono mostrati all’interno della pellicola. Grazie a piani sequenza straordinari e ad un ritmo serrato che viene coadiuvato anche dall’importanza del sonoro, As Bestas riesce nel suo tentativo di mostrare, solo in una prima chiave di lettura, il tema del razzismo e dell’integrazione, per poi parlare d’altro; il tema ecologico, la lotta territoriale, la conquista degli spazi e l’importanza di quello che potrebbe essere definito un western, rivitalizzato in chiave moderna (attraverso il tema della conquista, dello straniero e del nemico da battere per ritrovare la condizione della serenità), sono le tematiche fondamentali di un film che riesce a tenere lo spettatore incollato allo schermo fino al suo finale. Un risultato assolutamente notevole, che si basa anche e soprattutto sull’interpretazione, nei panni del protagonista, di Denis Menochet, attore che fa valere, attraverso poche parole e un incredibile sguardo, tutto il suo potenziale in termini di recitazione.
4) Aftersun (Charlotte Wells)
Quarto posto assolutamente meritato per uno dei migliori film del 2023, nonché quello che potrebbe essere definito come un vero e proprio esordio folgorante. Si parla di Aftersun, film che era stato presentato nell’ambito della Quinzanne del Festival di Cannes del 2022 e che, poi, ha ottenuto un successo planetario grazie alla distribuzione in streaming su Mubi. Con la candidatura a miglior attore protagonista nata a Paul Mescal, per un’interpretazione assolutamente straordinaria, il film è, per sua fortuna, diventato accessibile anche a numerosi spettatori che non avevano avuto modo di rendersene conto precedentemente.
Aftersun è un lavoro sublime, che muove i suoi intenti da una componente autobiografica da parte della stessa autrice e che, per mezzo di una cura assoluta dell’immagine, presenta sullo schermo la dinamica di un rapporto padre-figlia in quello che potrebbe essere definito un doppio venire al mondo: da un lato, quello della bambina, che ripensa al suo passato attraverso immagini offuscate e filtrate dalla memoria e dall’utilizzo della piccola macchina da presa che utilizza; dall’altro, quello del padre, un uomo depresso che sceglierà la via del suicidio, come mostrato, anche se in maniera non esplicita, all’interno del film. Il tema della depressione e della difficoltà di quei rapporti sociali presentati all’interno del film, a sua volta, è reso magistralmente non soltanto attraverso una cura dell’immagine, ma anche grazie ad alcuni emblemi musicali scelti, come Losing My Religion dei R.E.M. o Under Pressure di Queen e David Bowie. Il ritorno all’immagine, in un film che stabilisce quanto essa sia importante senza mai essere ricattatorio con lo spettatore, è la traccia più evocativa di un successo assolutamente meritato per la pellicola che, non a caso, si trova nel meglio del 2023.
3) Killers of the Flower Moon (Martin Scorsese)
Non è un caso che, tra i migliori film del 2023 e considerando anche le selezioni successive, siano considerati quei lungometraggi che potrebbero apparire, soltanto in superficie, come respingenti in virtù della durata ma che, a causa di un montaggio pressoché perfetto riescono ad essere gestiti nonostante la loro lunghezza. Killers of the Flower Moon rappresenta quello che, in termini tecnici, potremmo definire un vero e proprio testamento di Martin Scorsese. C’è da dire che il regista statunitense aveva già realizzato un film che sublimasse la sua carriera, The Irishman, ma con Killers of the Flower Moon si ripete attraverso una dichiarazione di intenti dal punto di vista prettamente poetico e pedagogico.
Il film presenta una varietà tematica che il regista porta, sul grande schermo, con una tecnica e con interpretazioni assolutamente straordinarie: il massacro dei popoli indiani negli Stati Uniti è il pretesto per parlare di rapporti sociali, di un’umanità completamente corrotta, oltre che del disfacimento di quella morale che interessa i protagonisti. A proposito del discorso interpretazione e del montaggio serrato della pellicola, è importantissimo notare come, in alcuni punti, Martin Scorsese realizzi quello che potrebbe essere definito un vero e proprio trattato: basti pensare alla prima scena dove Leonardo di Caprio e Lily Gladstone si trovano all’interno della casa, uniti e in un ambiente caldo e contornato dei toni cupi, che contrasta l’esterno gelido e colto nell’ambito del temporale; al termine del film, invece, la condizione sarà ribaltata, con i due personaggi distanti in un ambiente spoglio, definito da colori freddi, con l’esterno solare e potenzialmente felice. Martin Scorsese insegna al cinema come si fa il cinema, e non è un caso che la sua presenza in cameo, sul finale, si strutturi in modo da consegnare, allo spettatore, un’ultima traccia di sé.
2) Leila e i suoi Fratelli (Saeed Roustayi)
Fin da quando è stato presentato al Festival di Cannes, Leila i suoi fratelli è stato accolto da numerose polemiche da parte del governo iraniano, che ne ha vietato la distribuzione all’interno del paese: un sintomo già piuttosto netto di quello che sarebbe stato il risultato di un film assolutamente necessario, in un momento storico di questo genere. Il cinema mediorientale è più che mai vivo, soprattutto attraverso i suoi emblemi iraniani, e Saeed Roustayi, poi arrestato per propaganda anti-regime, realizza un film assolutamente straordinario in cui, benché la durata sia corposa con le quasi tre ore di pellicola, non si avverte mai un momento morto. Il ritmo è perfettamente gestito grazie ad un montaggio intelligentissimo e in virtù di interpretazioni sublimi, tra cui quella della protagonista Leila (Taraneh Alidoosti), una donna che si oppone al peso di una società che vive delle sue censure e delle sue tradizioni, seguendo dei modelli ormai antichi e stereotipati ma che, comunque, sopravvivono all’interno di un contesto sociale fortemente ipocrita.
La lotta sociale da un lato, la voglia di riscatto dall’altro e il contrasto con le generazioni che ci precedono sono il nucleo fondamentale di un film che parla anche di quei disastri lavorativi e sociali che appartengono a numerosi lavoratori, posti in condizioni assolutamente disumane in un paese che abbandona gli ultimi. La disoccupazione, il furto e la speculazione sono le risposte ad una povertà che diventa, innanzitutto, morale. Leila e i suoi fratelli è un film da vedere assolutamente, nonché uno dei migliori del 2023.
1) Oppenheimer (Christopher Nolan)
Al primo posto della classifica dei migliori film del 2023 c’è un posizionamento assolutamente indiscutibile, per quanto riguarda la somma dei voti di redazione: Oppenheimer di Christopher Nolan guadagna lo scettro di miglior film dell’anno, sulla base di una serie di elementi che hanno permesso, al film del regista britannico, di trionfare. Il linguaggio di Christopher Nolan è sempre stato particolarmente accessibile a più spettatori, considerando non soltanto i cinefili più radicati ma anche quelli più occasionali e, con un film di questo genere, Christopher Nolan ha abbattuto qualsiasi tipo di barriera, conquistando un successo incredibile sulla base di un film di tre ore, in gran parte in bianco e nero e, soprattutto, basato su un evento storico.
Le interpretazioni sono magistrali, a partire dallo sguardo glaciale di Cillian Murphy fino a giungere al ruolo della carriera per Robert Downey Jr. ed Emily Blunt, in una pellicola in cui, naturalmente, Christopher Nolan non si risparmia per quanto riguarda la componente del tempo, attraverso un montaggio straordinario che permette di presentare gli eventi storici legati alla costruzione e allo sgancio delle bombe atomiche. Un film che, per mezzo dell’alternarsi tra scene a colori e in bianco e nero, mostra anche gli effetti differenti di una narrazione in parte oggettiva, in parte filtrata dalle motivazioni del suo protagonista, con un intero cast che contorna alla figura di Oppenheimer in maniera eccelsa. Senza dubbio, uno dei film più importanti nella carriera di Nolan, nonché uno dei migliori degli ultimi anni.