Recensione – Chainsaw Man episodi da 1×01 a 1×04

Chainsaw Man recensione episodio 5, anime MAPPA

Articolo pubblicato il 7 Novembre 2022 da Bruno Santini

Chainsaw Man è il nuovo anime MAPPA che adatta le narrazioni presenti all’interno dell’omonimo manga, in grado di conquistare – per due anni consecutivi – il premio di miglior manga dell’anno nel contesto degli Harvey Awards. Una firma piuttosto importante, dunque, per lo studio di animazione giapponese che si è già occupato della stagione finale di Attack On Titan e dell’anime Jujutsu Kaisen, di grande successo. Attraverso un tono pulp, che riesce a mescolare perfettamente splatter e demenzialità (tipiche nel manga), anche quello in Chainsaw Man rappresenta un ottimo lavoro nella presentazione di personaggi e narrazioni. Di seguito, si offrono le trame e la recensione degli episodi da 1×01 a 1×04

La trama degli episodi di Chainsaw Man da 1×01 a 1×04

Al fine di considerare tutto ciò che c’è da sapere, a proposito della recensione di Chainsaw Man, vale la pena partire attraverso la trama degli episodi in questione, che vanno da 1×01 a 1×04. Rispetto a quanto raccontato nel manga, MAPPA non si discosta molto nell’anime, in virtù di una volontà di progresso costante che permetterà di presentare al meglio i personaggi e le narrazioni sul piccolo schermo. Protagonista dell’anime è Denji, un ragazzo preda della povertà assoluta: suo padre ha contratto pesanti debiti con la Yakuza e, a seguito del suo suicidio, sarà proprio il giovane a dover lavorare al soldo della mafia giapponese per sopravvivere. Per riuscire a sopravvivere, Denji vende il suo occhio, il suo rene e i suoi testicoli, e compie un doppio lavoro: taglia la legna e uccide demoni, in compagnia del suo animale domestico – nonché demone anch’esso – Pochita

 

Quando Denji subisce un agguato da parte della Yakuza, che si unisce al Demone zombie (che trasforma tutti gli scagnozzi in zombie) per ottenere un maggiore potere, Denji sembra apparentemente morto; tuttavia, Pochita prende possesso del suo cuore, trasformandolo in Chainsaw Man: a metà tra un uomo, un demone e una motosega; Denji uccide così tutti gli zombie presenti, demone compreso, prima di essere raggiunto dalla Quarta Divisione di Pubblica Sicurezza. Qui fa la conoscenza di Makima, che gli propone di essere il suo animale domestico: Denji dovrà svolgere qualsiasi incarico gli venga richiesto, senza rifiutare, e in cambio riceverà cibo e dimora. Il ragazzo fa, così, la conoscenza di Aki Hayakawa (un uomo che mal sopporta in virtù della sua inflessibilità e della sua volontà di proseguire il lavoro di Devil Hunter per uno scopo etico) e Power, una Majin (demone che si impossessa di un cadavere) che controlla il sangue e ha un carattere impetuoso.

 

Proprio quest’ultima spinge Denji a una missione non autorizzata dalla Quarta Divisione: salvare il suo gatto da un demone in cambio di una palpata al seno! Il ragazzo accetta, ma scopre trattarsi di una trappola: il Demone pipistrello, presente nella dimora raggiunta dai due, necessita di sangue umano e, in cambio del suo gatto (catturato dal demone), Power si è offerta di portargliene uno: quando il Demone pipistrello non rispetta i patti, mangiando prima il gatto, poi la Majin, Denji si trasforma nuovamente in motosega e uccide il Demone pipistrello. Viene poi raggiunto dal Demone sanguisuga, che rischia di ucciderlo, ma questi viene completamente inghiottito dal Demone volpe controllato da Hayakawa: sul letto dell’ospedale, il senpai spiega a Denji che il suo è un patto con il Demone, che lo aiuta nei momenti di difficoltà professionale ma che richiede in cambio un sacrificio organico (in questo caso un pezzo della pelle del suo braccio). A contatto con Denji, Hayakawa sembra perdere parte della sua inflessibilità, decidendo di non denunciare l’insubordinazione del ragazzo e di Power, che avevano abbandonato la zona di ronda senza permesso. 

Chainsaw Man recensione episodio 1x06 anime MAPPA

Recensione di Chainsaw Man: tra pulp e Sharknado

I primi quattro episodi di Chainsaw Man mostrano due tendenze nello specifico, che dominano all’interno dell’anime: da un lato, la volontà di non distaccarsi dal manga, le cui narrazioni hanno conquistato pubblico e critica attraverso una serie di rimandi anche cinematografici che dominano all’interno delle pagine del prodotto; dall’altro, proprio la volontà di alzare costantemente il tono di Chainsaw Man, che mira a distaccarsi dagli altri anime non di certo per la sua narrazione (demoni integrati nel tessuto di socialità, da combattere da cacciatori di demoni è probabilmente una delle narrazioni più gettonate per un anime), quanto più per la rappresentazione violenta della maggior parte delle scene. 

 

Chainsaw Man permette di immergersi totalmente all’interno delle sue rappresentazioni per mezzo di montaggi serrati, tagli e transizioni sicuramente molto interessanti: inoltre, l’alternanza tra POV e scene non in prima persona (piuttosto cadenzata nei primi quattro episodi dell’anime) restituisce anche un clima di thrilling che funziona, nell’ottica generale del prodotto. Il tutto, chiaramente, attraverso una concezione di climax ascendente dettata anche dal ritmo dei fotogrammi e della colonna sonora – puramente rock – che funziona in grande stile all’interno delle prime quattro puntate di Chainsaw Man. 

 

Nella sua globalità, l’anime è un perfetto prodotto pulp: non si risparmia mai nel mostrare il sangue attraverso forme ed espedienti rappresentativi differenti, comprendendo che questa rappresenta la marcia in più del prodotto. Così, si va ben oltre la semplice definizione di combattimento – anche cruento – tipica dell’anime: Power combatte letteralmente con il suo sangue, che origina un martello dalle definizioni estetiche molto interessanti, mentre Denji utilizza le sue motoseghe per squarciare la pelle e le carni dei suoi avversari. E non resta che citare la scena più evocativa di tutto il prodotto, data una serie che attinge molto dalla concezione di un certo tipo di cinema: il Demone pipistrello, ucciso con una motosega che squarcia il suo corpo creando una vera e propria pioggia di sangue e budella che investono il protagonista, è una preziosa citazione a Sharknado

Chainsaw Man e la non-etica dell’anime MAPPA

Probabilmente, l’aspetto più interessante delle prime quattro puntate di Chainsaw Man risiede proprio nel suo tono demenziale e disagiante, inizialmente contenuto, poi maggiormente accentuato nel corso degli episodi del prodotto. La mancanza di etica, da parte del protagonista Denji, gli è rimproverata dal suo senpai Hayakawa, che combatte per un ideale e per la volontà di vendetta nei confronti dei demoni: il suo impegno – spiega – non potrà mai essere uguale a quello del protagonista, che invece non ha ideali per quel che concerne la sua azione di Devil Hunter. 

 

Anche se in modo poco accennato, Chainsaw Man tratta il tema della volontà ossessiva da parte degli esseri umani, che si rendono schiavi (in stile The Walking Dead) all’inizio dell’anime, pur di ottenere un potere maggiore che gli sia conferito dallo stesso Demone zombie; lo stesso Denji, pur di poter soddisfare i suoi desideri edonistici, si assoggetta a “cane” di Makima. L’aspetto più interessante che emerge dalle narrazioni dell’anime riguarda proprio lo schiavismo auto-indotto, a cui si sottopone chiunque in virtù di una volontà irrefrenabile. In tal senso, dunque, l’eccessivo edonismo del protagonista (che combatte solo per poter palpare un seno) non è soltanto la rappresentazione di un elemento puramente shonen e ormonale, ma anche la traduzione in atto di un interrogativo: un uomo che ha sempre vissuto in povertà può davvero avere ideali etici? Denji dimostra, almeno all’inizio della sua narrazione, che una dimora, del buon cibo e il volto sorridente di una donna di cui è innamorato rappresentano il sogno più grande che potesse avere. 

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