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Recensione – The Mexican: il romantico western di Gore Verbinski

Dopo il suo folgorante debutto, Gore Verbinski continua a percorrere la strada della commedia nel suo insolito stile, puntando su una coppia protagonista da Oscar.

Film del 2001 con un cast di lusso, che vede protagonista anche la coppia formata da Brad Pitt e Julia Roberts, The Mexican – Amore senza la sicura è il secondo lungometraggio diretto da Gore Verbinski.

The Mexican, la recensione: la trama del secondo film di Gore Verbinski

Su sceneggiatura di J. H. Wyman, il secondo film di Gore Verbinski è un viaggio on the road per la polverosa e pericolosa strada verso il Messico. In questo desolante scenario la storia di Amore senza la sicura ruota attorno ad un ladruncolo da 4 soldi, Jerry, che si trova in difficoltà con l’organizzazione criminale di cui fa parte e, per uscire dai guai, viene incaricato di recuperare una preziosa pistola d’epoca, la The Mexican.

Contro il volere della sua fidanzata Samantha – che lo vuole fuori dai loschi giri ed in risposta parte in direzione contraria – Jerry si reca comunque in Messico per mettersi sulle tracce della reliquia. La missione sembrerebbe risolversi nei primi momenti, ma la situazione inizia a crollare vertiginosamente: non solo, infatti, Jerry non è il solo alla ricerca dell’antico manufatto, ma Samantha viene rapita dalla stessa organizzazione del boss.

The Mexican, la recensione: il romantico western di Gore Verbinski

<<Quando due persone si amano, quando si amano veramente ma non riescono a stare insieme, quand’è che arrivano al punto di dire “basta, è finita”? Mai.>>

Quattro anni dopo il folgorante debutto con Un topolino sotto sfratto, la DreamWorks continua a puntare su Gore Verbinski, per un’altra insolita e camaleontica commedia alimentata da un cast di lusso. La produzione di The Mexican – Amore senza la sicura sarebbe dovuta infatti essere a basso budget, senza attori particolarmente conosciuti; tuttavia, le cose cambiarono radicalmente quando Brad Pitt e Julia Roberts accettarono di partecipare allo sviluppo del film come coppia protagonista.

Questa si trova così al centro di una storia che assume i connotati della leggenda per via della storia (anzi, le storie) dietro l’altra vera protagonista, ovvero la The Mexican che da titolo al film. Un’antica pistola per legare una turbolenta relazione sentimentale, con i colpi accidentali del destino pronti a far puntare la bilancia su esiti fatali invece che su quelli più romantici. Attraverso la sua seconda regia, Gore Verbinski continua infatti a proporre un racconto a suo modo favolistico, “inseguendo” specialmente il cinema dei Fratelli Coen – ma anche altri, ad esempio Terry Gilliam – soprattutto per quanto riguarda la formidabile e tragicomica influenza del caso nella vita di ognuno.

The Mexican si mostra così come cocktail dal sapore insolito, per una favola nera impostata su una spericolata commedia romantica sulla corsia preferenziale del road-movie, con l’aggiunta del cinema gangster e le calorose atmosfere western. Attraverso un intreccio tra improbabili criminali ed amanti nevrotici, la sceneggiatura firmata J. H. Wyman riesce ad assestare i suoi colpi di scena e presenta un racconto originale e che gode di gran fascino, sebbene perda molto del “cuore” del film, in tutti i sensi. Nella seconda opera di Gore Verbinski, infatti, non vi sarebbe al centro della storia tanto il MacGuffin della leggendaria pistola, quanto la relazione turbolenta tra i due protagonisti Jerry e Samantha.

L’amore non è bello se non è litigarello” direbbe qualcuno, ma durante la visione i due sono sempre terribilmente lontani, fisicamente e mentalmente, con la commedia (spesso fiacca e che al massimo ispira qualche sorriso) sull’instabile relazione che la vince sui veri sentimenti. Il personaggio più profondo e che colpisce maggiormente, da questo punto di vista ma anche in generale come costruzione narrativa, sembrerebbe essere quello di Winston, sebbene lo stesso venga troppo facilmente relegato al terzo piano.

Inoltre, non giova sicuramente alla visione uno sviluppo forse troppo spesso inverosimile, con soluzioni che sacrificano l’attendibilità in favore di una necessaria continuità narrativa. Ad essere particolarmente indovinati sarebbero invece i dialoghi tra i riusciti personaggi, su tutti i confronti psicoanalitici e da terapia di coppia tra i personaggi di Julia Roberts e James Gandolfini, nonché le ironiche ed eccentriche situazioni che coinvolgono l’imbranato protagonista di Brad Pitt.

The Mexican recensione secondo film di Gore Verbinski

The Mexican, la recensione: gli occhi sono soddisfatti ma il cuore non batte

<<Sei una persona sensibile per essere un assassino.>>

La sceneggiatura, tuttavia, non è la sola ad essersi persa (è il caso di dirlo) per strada il cuore pulsante del film. La sempre precisa e vibrante colonna sonora di Alan Silvestri non basta, infatti, a dare la giusta impronta emotiva al racconto, che vive di un ritmo spesso indiavolato ma che soffre terribilmente la sua durata complessiva. La durata di The Mexican è di 120 minuti, ma la sensazione è quella che duri diversi minuti in più, per via di situazioni che tendono a volte a ripetersi e risultando anche stancanti. La commedia appunto non riesce a respirare né dal lato della comicità né da quello dell’ironia nera, riuscendo tuttavia a ben accompagnare lo spettatore nello spericolato viaggio.

I personaggi del film sono poi meglio scritti che interpretati: Brad Pitt e Julia Roberts sono maggiormente convincenti quando sono assieme (un problema dato che ciò avviene poco all’inizio e poco alla fine della visione), ma anche durante gli spazi personali riescono comunque ad ispirare simpatia, il primo per via della sua proverbiale sfortuna la seconda per i suoi siparietti al dolce veleno. Ad uscire vincitore dalla prova del cast è sicuramente James Gandolfini (I Soprano, Tutti gli uomini del re), nonostante siano presenti anche altri pesi massimi come J. K. Simmons e il 2 volte premio Oscar Gene Hackman. Le critiche negative mosse a The Mexican non possono comunque mai affossare un film che si mantiene saldamente sui livelli di sufficienza, ma guadagnando anche qualcosa in più.

Nonostante infatti manchi il tanto citato “cuore” e restituendo purtroppo un’immagine un po’ troppo nitida di una “copia dei Coen”, il film non gode solo di una storia avvincente e personaggi molto simpatici e carismatici, ma anche di una fattura tecnica di gran bel livello. Oltre alla regia stessa di Verbinski, che cerca di limitare il più possibile l’affaticamento del minutaggio, lucente è anche la costruzione dell’immagine soprattutto grazie al lavoro di Dariusz Wolski (Il corvo, Sweeney Todd, Napoleon e che sarà stretto collaboratore ancora per lo stesso Verbinski), che regala su tutte le ambientazioni dei tipici stalli western che fanno accrescere il fascino di The Mexican.

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Recensione e locandina del film di Gore Verbinski The Mexican
The Mexican
The Mexican

Notevole passo indietro per Gore Verbinski rispetto al suo debutto cinematografico, riuscendo comunque a regalare con la sua seconda regia un film ricco di fascino.

Voto del redattore:

6.5 / 10

Data di rilascio:

20/04/2001

Regia:

Gore Verbinski

Cast:

Brad Pitt, Julia Roberts, Gene Hackman, James Gandolfini, J. K. Simmons

Genere:

commedia, sentimentale, azione, thriller

PRO

Una storia a suo modo originale e personaggi ben scritti.
Funzionale la regia di Verbinski che viene accompagnata da un pacchetto tecnico-visivo di gran livello.
Minutaggio un po’ eccessivo.
Interpretazioni del cast che, tranne qualche eccezione, non rilascia grande emotività.
Una storia d’amore che non riesce ad appassionare, una commedia che non riesce a restituire qualcosa in più di un semplice sorriso.