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Another End: la spiegazione del finale del film con Gael Garcia Bernal e Renate Reinsve

Another End, presentato in anteprima al 74esimo Festival del Cinema di Berlino, è un film italiano dal cast internazionale. Ci si chiede però il significato del finale: di seguito la spiegazione.
La spiegazione del finale di Another End

Film che ha incuriosito parecchi spettatori e cinefili, Another End è un progetto internazionale che ha incluso nel cast Gael Garcia Bernal (messicano), Renate Reinsve (norvegese), Bérénice Bejoe (argentina) e Olivia Williams (inglese). Il lungometraggio di produzione italiana è diretto anche da un regista italiano, Piero Messina, qui al suo secondo lavoro dopo aver diretto L’attesa nel 2015 e sceneggiato la seconda stagione di Suburra nel 2019. Uno degli aspetti più suggestivi di Another End è il suo finale e il conseguente significato, di cui segue la spiegazione.

Il finale di Another End, film con Gael Garcia Bernal e Renate Reinsve

Nel finale di Another End viene svelato il colpo di scena per cui la coscienza di Sal è in realtà nel corpo di un’altra persona, nella fattispecie quella interpretata da Gael Garcia Bernal. A rivelarlo è la sua amata Zoe, morta durante un incidente d’auto. Infatti, la coscienza della donna viene risvegliata per l’ultima volta nel corpo di Ava per annunciare a Sal del decesso di entrambi, invitandolo a non sentirsi in colpa perché nemmeno lui è realmente sopravvissuto. La sorella di Sal, dunque, è colei che risveglia più volte il fratello servendosi di più corpi – ogni volta li fotografa – e della tecnologia Another End tramite l’azienda per cui lavora. Questo perchè non riesce a superare quanto accaduto, elaborando il lutto. Una volta chiarita la situazione, Sal e Zoe decidono di addormentarsi insieme per concludere la loro esistenza: si vedono quelle che sono le calzature da neve di entrambi, e poi i due corpi ospitanti si risvegliano guardandosi negli occhi alla luce del sole.

La spiegazione del finale di Another End

Il finale di Another End è finalizzato a stupire lo spettatore con un colpo di scena facilmente intuibile, quantomeno da metà film. Infatti, il fatto che lo stesso Sal fosse esclusivamente coscienza all’interno del corpo del personaggio interpretato da Gael Garcia Bernal lo si può comprendere per diversi elementi. In primo luogo, quando sua sorella e lo psicologo parlano fanno riferimento ai limiti che entrambi hanno oltrepassato; ma d’altronde, quali sono tali limiti se il corpo di Ava in fin dei conti viene utilizzato correttamente? L’ambiguità in questione non è poi così ambigua. Inoltre, se ci si fa caso, è strano che in una storia basata perlopiù sui racconti e le sensazioni personali il protagonista non faccia mai riferimento alla sua professione, alle sue passioni e via dicendo.

Passando alle scelte di montaggio, questione ancor più lapalissiana rispetto alle altre descritte, non vengono mai mostrate inquadrature in cui Sal si addormenta o si risveglia, non c’è un’effettiva linea temporale degli avvenimenti bensì un ordine casuale. Come se non bastasse, lo psicologo quando vede il protagonista nella sala dedicata alle riunioni di chi ha subito uno o più lutti sembra scosso, e successivamente gli dice di non farsi più vedere. Insomma, ci sono fin troppe dimostrazioni che palesano il risultato finale in maniera troppo precoce e alquanto inutile, a dirla tutta, poiché l’ancoraggio allo sguardo di una sola coscienza quale è Sal non viene arricchita da elementi visivi come le sequenze oniriche relative ai ricordi di Zoe. Tutto accade perché la sorella di Sal si illude di poter superare il lutto “riportandolo in vita” tramite diversi corpi, ma siccome lo vede soffrire per la perdita della donna amata decide di fare lo stesso con lei. La tecnologia chiamata Another End è decisamente un’altra illusione generata dagli esseri umani.

In Another End viene chiarito – sempre dallo psicologo – che è la consapevolezza e la percezione dei fatti a modellare la simulazione, quindi Zoe quando è in Ava sa che Sal è sopravvissuto all’incidente (inizialmente anche lei crede di esserlo), ma Sal non sa di essere morto con lei. Per tale ragione, Zoe vede il corpo di Sal come lo conosceva in vita, mentre quest’ultimo è consapevole di star parlando con Zoe tramite un corpo differente, e la sua percezione si regola di conseguenza. Per ciò che concerne la sequenza finale in sé, i due semplicemente decidono di morire definitivamente insieme addormentandosi, ma l’ultima immagine che appare a Sal sono presumibilmente i loro piedi quando sono andati a sciare. Durante il film più volte viene menzionata l’insicurezza del protagonista, il quale fa fatica a guardare negli occhi le persone con cui parla, tenendo così la testa bassa. Quando riapre gli occhi – in seguito allo schermo bianco – non è più lui ma un’altra coscienza, quella che appartiene realmente al corpo ospitante, e perciò vi è lo sguardo tra la persona di cui non se ne conosce il nome e Ava.