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Rudolf Höß: chi è e la storia vera del protagonista di La Zona d’Interesse

Il protagonista di La Zona d’Interesse è ricreato da Jonathan Glazer che, rispetto al Paul Doll del libro omonimo, si serve della figura di Rudolf Höß. Ma chi era e qual è la sua storia vera?
Rudolf Höß: chi è e la storia vera del protagonista di La Zona d'Interesse

Il grande successo internazionale di La Zona d’Interesse non è certamente casuale: il film è stato lodato, tra gli altri, anche da Steven Spielberg che l’ha definito il miglior film sull’Olocausto dai tempi di Schindler’s List. Mostrare gli orrori della guerra attraverso il tema della Interessengebiet è sicuramente molto interessante, data anche la volontà di Jonathan Glazer di individuare quella volontaria cecità rispetto alla morte di migliaia e migliaia di persone, nella zona di interesse di circa 25 miglia occupata dai protagonisti. Tra questi, c’è anche Rudolf Höß, un personaggio realmente esistito: ma chi è e qual è la storia vera di La Zona d’Interesse?

Chi era Rudolf Höß e la storia vera del protagonista di La Zona d’Interesse

Adattamento dell’omonimo romanzo di Martin Amis, pubblicato nel 2014, La Zona d’Interesse racconta la vita di Rudolf Höß, di sua moglie Hedwig e dei loro cinque figli nella Interessengebiet. Trattasi di una variazione del tema rispetto al romanzo, che invece si sofferma su figure differenti, non cita espressamente Auschwitz e cita – in quanto comandante – Paul Doll. Ma chi era l’uomo rappresentato all’interno del film? Trattasi del primo comandante del campo di concentramento di Auschwitz, nonché militare e criminale di guerra tedesco e membro delle SS.

Nato a Baden-Baden il 25 novembre del 1901, Rudolf Höß è cresciuto in una famiglia cattolica (religione verso cui si riavvicinerà negli anni di prigionia) e si è iscritto nel Partito nazista nel 1922, per poi arruolarsi nelle SS a partire dal 1934. È con Höß che si osserva la costruzione del campo di concentramento di Auschwitz, che avvenne in maniera particolarmente veloce – rispetto a tanti altri “esemplari” presenti in Europa -, con il comandante che è stato anche il primo a servirsi del gas Zyklon B per velocizzare il processo di uccisione tramite acido cianidrico nelle camere a gas. Condannato per crimini contro l’umanità dalla Corte Suprema di Varsavia, è stato impiccato il 16 aprile del 1947 nel cortile del campo di Auschwitz, a seguito del processo di Norimberga di cui fu testimone.

L’autobiografia di Rudolf Höß: Comandante ad Auschwitz

La prigionia ha rappresentato il momento di una nuova conversione al cattolicesimo per Rudolf Höß, oltre che il luogo che gli ha permesso di scrivere un’autobiografia dal titolo Comandante ad Aschwitz, diventato uno dei documenti su cui si sono basati diversi processi alla Shoah e di contro-accusa rispetto alle polemiche negazioniste. Höß si descrive come uomo estremamente ligio al dovere, moralmente retto, rispettoso degli ordini a lui impartiti dal Reich; quanto all’utilizzo dello Zyklon B, il primo comandante del campo di concentramento ha spiegato di aver scelto questo metodo per garantire una fine “pulita” alle vittime senza provocare loro lente e atroci agonie, con un racconto incredibilmente lucido e privo di qualsiasi compartecipazione emotiva dei massacri compiuti nel campo.