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Recensione – True Detective: Night Country 4×04

Mancano solamente due episodi, ma le indagini relative al caso protagonista di questa nuova stagione di “True Detective” sembrano non riuscire ancora a decollare definitivamente.
Recensione - True Detective: Night Country 4x04

Dopo aver superato la metà esatta di questa quarta stagione, “True Detective: Night Country” è arrivata oramai al quarto episodio, ma le indagini e la risoluzione del caso stentano a decollare, lasciando ancora parecchio “non detto” e, forse, fin troppe sotto-trame da sviluppare e chiudere in tempo prima del tanto atteso finale di stagione. Nuovi personaggi e scoperte, ma nessun significativo avanzamento nella risoluzione dell’enigma principale, almeno per il momento. La serie tv, o meglio, la stagione ideata da Issa López con protagoniste Jodie Foster e Kali Reis, nonostante due ottime attrici ed una regia curata nel minimo dettaglio, non riesce a scrollarsi di dosso gli evidenti difetti visibili anche nella terza parte del prodotto televisivo. I prossimi e decisivi episodi basteranno per risollevare le sorti dell’intera stagione? Di seguito la recensione e la trama della quarta puntata di “True Detective: Night Country”. 

La trama di “True Detective: Night Country” 4×04 

È la vigilia di Natale e, mentre si trova in macchina, la detective Danvers (Jodie Foster) scorge e soccorre la giovane Julia Navarro (Aka Niviâna), la quale si aggira sul ciglio della strada seminuda ed in completo stato confusionale. La donna viene portata immediatamente dalla sorella, l’agente Evangeline (Kali Reis), presso una struttura che offre assistenza sociale, ma proprio la stessa notte, non essendoci una reale sorveglianza e sicurezza, la donna, dopo l’ennesima visione, esce dall’edificio, ripone i suoi abiti e si incammina verso l’oceano lasciandosi morire di freddo. 

Nel frattempo, Prior (Finn Bennett), rimasto in ufficio, riesce a scoprire l’identità di un uomo, Otis Heiss (Klaus Tange), il quale sul finire degli anni ’90 era stato ricoverato per gli stessi sintomi che potrebbero aver portato alla morte i ricercatori della Tsalal. Liz e Evangeline, invece, si recano dal geologo Adam Bryce (Donnie Keshawarz), ex-amante della Danvers, che offre un’informazione molto importante: nel video trovato nel telefono di Annie si possono notare alcune pitture rupestri che si possono trovare in delle grotte, ma l’uomo che può portarle lì è proprio Otis. 

Dopo qualche altro piccolo indizio, proseguono le indagini, ma la Navarro viene a conoscenza della morte della sorella e, sconvolta dal lutto, finisce per scontrarsi con alcuni minatori in una violenta rissa. Il mattino seguente, però, raggiunge malconcia la collega ed assieme trovano il redivivo Heiss nei pressi di una draga abbandonata. Dopo un lungo inseguimento, Danvers raggiunge l’uomo, oramai completamente distrutto dalla tossicodipendenza, mentre la Navarro resta indietro poiché bloccata da terribili e continuative visioni spettrali

Recensione - True Detective: Night Country 4x04

“Ci sono proteste sulla miniera, c’è stata una sparatoria che è finita in rissa all’ospedale, ci sono sei cadaveri sulla pista di pattinaggio e una persona ricercata che non si trova, devi riprendere il controllo.”

Cit. Ted Connelly (Christopher Ecclestone) 

La recensione del quarto episodio di True Detective: Night Country 

La quarta parte di “True Detective: Night Country” è una fotocopia dell’episodio precedente: anche questa volta Issa López, l’ideatrice di questa nuova stagione dello show televisivo dopo il passaggio di testimone da parte di Nic Pizzolatto, non riesce a centrare il punto perdendosi in diversi tecnicismi che non fanno altro che mostrare l’incredibile lato tecnico, ma tralasciando il contenuto e quanto di buono ed interessante ha raccontato nei primi due episodi. Se da un lato le prove dell’intero cast restano di alto livello, dall’altro lato continua a mancare la sostanza e un reale proseguimento del racconto che riesca a fare qualche passo in avanti. L’obiettivo resta quello di capire dove l’intera quarta stagione vuole andare a parere, ma tutto appare fino ad ora parecchio annebbiato e lontano da una reale conclusione. 

Se le prime due puntate sembravano essere riuscite a riproporre quello stile e quella forma che ha reso unico lo show targato HBO, soprattutto nell’ottima terza e nella meravigliosa prima stagione, il terzo ed il quarto episodio frenano clamorosamente e, anzi, forse fanno anche qualche passo indietro. Un dietrofront improvviso che mostra difficoltà e debolezze di un’idea che fino a qualche puntata fa sembrava decisamente molto originale. Il percorso intrapreso dai personaggi della Foster e della Reis sono estremamente interessanti e, seppur in maniera frammentaria, mostrano al pubblico due persone costrette a collaborare per il medesimo obiettivo, nonostante siano agli antipodi. L’unico aspetto del carattere che hanno in comune è l’essere molto scontrose e dirette, ma se l’agente Navarro conserva in sé un lato più aperto verso i nativi e coloro che sono più indifesi, la Danvers non fa distinzioni e, provata da un profondo dolore ed una serie di ingiustizie, continua imperterrita a sfogarsi con qualsiasi persona le si pone di fronte. 

Le due protagoniste hanno due modi di fare differenti, infatti, è propio questo loro avere due diversi punti di vista che le sta aiutando nel raccogliere indizi utili, ma tutto è per il momento raccontato e sviluppato con il contagocce, funzionale forse per un prodotto televisivo da ben più di soli sei episodi. Sembra mancare il tempo effettivo per raggiungere il classico “bandolo della matassa”, il timore più grande è che tutto il caso ed il mistero venga risolto in quattro e quattr’otto, in fretta e furia, nell’ultima puntata. Una scelta che potrebbe minare vistosamente la riuscita dell’intera quarta stagione, partita sull’onda dell’entusiasmo e che via via sta continuamente scemando episodio dopo episodio. Anche in questa puntata, nonostante alcuni sguardi sul passato che vanno ad approfondire le due protagoniste, in particolare sul famoso caso di omicidio/suicidio che le ha viste coinvolte assieme anni prima, non succede o accade nulla di realmente nuovo o fuori dagli schemi. Piccoli spunti che, però, non bastano ancora e oramai al vero e proprio finale di stagione manca davvero poco. 

Recensione - True Detective: Night Country 4x04

“Non è così, non sei sola.”

Cit. Eddie Qavvik (Joel Montgrand) 

Troppi dubbi e tanta confusione 

Se la scorsa puntata peccava proprio nell’ulteriore abbassamento del ritmo e nella poca sostanza, questo quarto episodio non è da meno. Oramai, come sottolineato in precedenza, restano solo due episodi, ma la soluzione o quantomeno una pista da seguire sono ancora troppo lontani. Una scelta che pare compromettere le ultime due puntate dove si dovranno tirare le fila di una stagione che, nonostante le ottime prime due puntate, non è riuscita a mantenere costante la curiosità dello spettatore. I problemi sono ben visibili, ma probabilmente a monte non sono stati trattati a dovere e la serie rischia un tracollo non indifferente. Sarebbe un enorme peccato, non solo per la stagione in sé, ma anche per una della serie in generale più apprezzate da critica e pubblico. 

La speranza resta quella di riuscire a chiudere l’intero arco narrativo, trattando al meglio l’elemento del sovrannaturale, entro i prossimi episodi, ma più si prosegue più sembra certa questa direzione confusa e poco lineare che ha contraddistinto la terza e la quarta parte dello show statunitense. C’è ancora fin troppa carne al fuoco e troppi dubbi all’interno di un cerchio che, al posto di chiudersi o mostrare qualche accenno di una possibile chiusura, continua a crescere senza una logica. Sono ancora troppe le domande che lo spettatore si pone alla fine di una puntata che avrebbe dovuto quantomeno cominciare a rispondere a qualche quesito, lasciando anche solo quella sensazione di completezza e magari dando la possibilità a questa stagione di stupire con qualche colpo di scena propria sul finale

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