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Recensione – Monsters – 103 Passioni Inferno del Dragone: il prequel e spin-off di One Piece

Arriva in streaming quello che è sostanzialmente un cortometraggio animato basato sull’omonima opera di Eiichiro Oda del 1994, la quale si mostra come prequel e spin-off della sua leggendaria avventura iniziata 3 anni dopo.
La recensione di Monsters il prequel e spin-off di One Piece

Coerente con le nuove logiche distributive che coinvolgono il franchise di One Piece, il 21 gennaio è stato rilasciato su Netflix e Prime Video Monsters: 103 Passioni Inferno del Dragone, l’ONA (Original Net Animation) basata sull’omonimo manga autoconclusivo ideato da Eiichiro Oda, il creatore di One Piece.

La recensione di Monsters: la trama del one-shot di Oda

Senza il bisogno di entrare troppo nel dettaglio, i manga che sono autoconclusivi e corrisponderebbero di fatto ad una storia breve vengono volgarmente definiti one-shot, con le rispettive narrazioni che coinvolgerebbero poche pagine. Tra questi vi è proprio Monsters, opera di Eiichiro Oda pubblicata da Shūeisha nel numero speciale autunnale del 1994, ovvero 3 anni prima che iniziasse la leggendaria epopea di One Piece.

Verso quest’ultima, infatti, Monsters si mostra come prequel (raccontando di fatto eventi antecedenti l’avventura iniziata da Luffy e compagni) e spin-off, concentrandosi su un personaggio della saga che qui è protagonista, ovvero il samurai Ryuma. La narrazione viene ambientata su un’isola, dove lo spadaccino si aggira vagando di villaggio in villaggio finché non si fermerà in una di questi, morendo di fame per essere senza soldi. Cameriera compassionevole, Flea lo aiuta per pietà e lo sfama, sebbene Ryuma si rivelerà essere in poco tempo un (involontario) piantagrane.

Questo infatti si scontrerà prima con l’eroe del villaggio, l’abile spadaccino Cirano, e successivamente con un losco viaggiatore il quale, in seguito all’attacco ricevuto, estrae dalla tasca un Corno di Drago, capace di richiamare a sé un terrore dei cieli. Gli abitanti del villaggio sono terrorizzati di rievocare il ricordo di anni fa, quando tutto venne spazzato via proprio da un Drago e dove Cirano si meritò in quel caso l’appellativo di eroe. Chiamato infatti quest’ultimo a fronteggiare nuovamente la minaccia, Cirano attende l’arrivo della creatura mentre il villaggio viene evacuato, ma sotto si nasconde qualcosa.

La recensione di Monsters: un piccolo e piacevole racconto riempitivo

Prendere ad analisi un’opera come Monsters: 103 Passioni Inferno del Dragone dal punto di vista narrativo risulta alquanto conforme alla sua definizione di “storia breve”. L’intreccio è infatti in sé debole, semplice se non banale e volto praticamente a compassare quella che sarebbe stata tranquillamente una miniserie nell’arco di appena 25 minuti. Via allora di spiegoni continui, esasperazioni dell’evidenza e compagnia cantante, senza considerare come il plot-twist sia abbastanza intuibile dopo pochi minuti. C’è anche da precisare come questa ONA sia fedele al materiale cartaceo dell’opera di Oda, con le pagine del manga che narrativamente sanno intrattenere decisamente meglio.

Ciò che invece convince maggiormente in Monsters è il suo elaborato comparto tecnico e la regia di Park Seong-Hu (Jujutsu Kaisen): nulla di particolarmente abbagliante, soprattutto per gli standard attuali negli alti piani dell’animazione, ma dal tratto grafico decisamente convincente e conforme al modus di One Piece, tanto nella spettacolarizzazione visiva quanto nel rilascio delle emozioni che vanno dal comico al drammatico in pochi frangenti. Tra questi, resta poi di alto profilo la sequenza del colpo sferrato da Ryuma al personaggio di Cirano, con gli omaggi al cinema western e al genere jidai-geki molto apprezzabili.

Quella di Monsters è dunque più un piacevole easter egg, obbligatorio per gli appassionati della mitologia creata da Eiichiro Oda, che coglie l’occasione qui per continuare a costruire la leggenda legata al nome di Shimotsuki Ryuma, ma chi è questo personaggio?

La recensione di Monsters: un one-shot canonico in One Piece

Mentre per chi non è avvezzo al fanchise di One Piece il nome di Ryuma non dovrebbe poi significare altro se non il personaggio protagonista di Monsters, per gli appassionati dell’opera di Oda questo è un nome leggendario che continua a tornare lungo l’avventura della ciurma di Cappello di Paglia, inevitabilmente e strettamente legato al personaggio di Zoro. Il character design mostrato nell’ONA, tuttavia, potrebbe portare fuori strada dato che il personaggio viene mostrato direttamente in One Piece nella saga di Thriller Bark con l’aspetto di uno dei general zombie di Gekko Moria.

Nel mondo di One Piece, Shimotsuki Ryuma era un leggendario samurai durante il periodo dell’oro del Paese di Wa no Kuni e considerato il Dio della Spada. Tale appellativo venne assegnato anche per via della sua formidabile spada, la Shusui – una delle ventuno spade di grado O Wazamono – che ha reso celebre il suo utilizzatore. Un eroe nazionale, capace non solo di uccidere un Drago (proprio quello mostrato in Monsters) ma anche tutti i pirati che volevano appropriarsi delle ricchezze di Wa no Kuni. Morì per via di una misteriosa malattia e, dopo la sua dipartita, il suo corpo è stato profanato proprio da Gekko Moria per rendere Ryuma uno dei suoi general zombie grazie ai suoi peculiari poteri. Nella saga di Thriller Bark il samurai (non veramente in possesso delle sue reali capacità di combattimento) viene attaccato e sconfitto da Zoro, al quale cede la leggendaria Shusui, come viene appunto mostrato proprio nel finale di Monsters.

Che le vicende di questa ONA siano canoniche nella mitologia di One Piece viene infatti confermato soprattutto da questo elemento, che riprende proprio l’episodio 362 e il capitolo 467 della saga di Oda. Un altro elemento che porta verso la canonicità è invece più sottile, riferendosi proprio alla leggendaria arma di Ryuma. A differenza infatti dello one-shot di Oda del 1994, nella visione dell’ONA il personaggio protagonista sfodera la sua Shusui la quale lama è Nera, caratteristica peculiare nella mitologia di One Piece e che si riferisce appunto al fatto che Ryuma fu il primo personaggio a rendere tale una spada, potenziandone particolarmente le capacità di combattimento e di resistenza.

Una Spada diventa Nera, infatti, in seguito all’abilità del proprio utilizzatore e soprattutto in base ai suoi innumerevoli combattimenti vinti, con solo un altro personaggio noto agli appassionati di One Piece che è poi riuscito in quest’impresa, ovvero Drakul Mihawk. Proprio quest’ultimo iconico spadaccino (presente anche nel live-action Netflix) deve l’ispirazione del suo character design al personaggio di Cirano, mostrato in Monsters. Quest’ultima resta quindi una visione in sé molto piacevole, per il suo punto d’incontro tra western, samurai e moschettieri, incentivato dal tasso di spettacolarizzazione. Tuttavia, Monsters resta però un must quasi esclusivamente per gli appassionati della saga di One Piece, che potrebbero trovare inoltre particolarmente soddisfacente la somiglianza del protagonista Ryuma con uno dei personaggi più amati della saga come Zoro.