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Recensione – The Foundry: il corto di Aki Kaurismaki tra cinema e proletariato

L’impegno di Aki Kaurismaki nella sua carriera è sempre stato volto verso la classe lavoratrice, che omaggia nel suo cortometraggio The Foundry del 2007.
Recensione - The Foundry: il corto di Aki Kaurismaki tra cinema e proletariato

Aki Kaurismaki è sicuramente uno dei registi più interessanti dei nostri tempi e, indipendentemente dal suo affacciarsi all’Occidente con titoli come Ho affittato un killer e Foglie al vento, la sua carriera è ricca di titoli che dimostrano una grande attenzione nei confronti di determinati temi. Tra questi, indubbiamente, il proletariato, come dimostrato anche dalla trilogia di film ad esso dedicato: The Foundry è un piccolo esempio di quel cinema che appartiene al regista, in un corto dalla durata di meno 4 minuti che condensa perfettamente le idee del finlandese.

La trama di The Foundry, il cortometraggio di Aki Kaurismaki

C’è poco da dire a proposito della trama di The Foundry, soprattutto in virtù della breve durata del cortometraggio di Aki Kaurismaki. Il contesto è quello della fabbrica, che viene rappresentata attraverso l’attività di numerosi lavoratori che, al termine del proprio turno, possono finalmente svagarsi mangiando e guardando un film.

La recensione di The Foundry: un cortometraggio meta-referenziale

Il senso della carriera di Aki Kaurismaki è chiaro ed è volta a rappresentare gli ultimi, ovvero quegli individui che appartengono non solo ad una determinata categoria sociale, ma che sono anche umanamente predisposti a determinate tipologie di comportamento. Il proletario di gramsciana memoria non è soltanto il lavoratore di una fabbrica, ma anche quel soggetto che comprende perfettamente la sua dimensione nel mondo: una dimensione sì nucleica, ma anche destinata ad essere costantemente schiacciata dalla pressione del circostante, che richiede una costante standardizzazione e che impone ritmi, modelli comportamentali e persino passioni. Il cinema non è un arte per il proletario, allora, non perché quest’ultimo sia ignorante da non poter accedervi, ma perché fa parte di una frazione d’altro, che non è prevista dal senso cinico e spietato del capitalismo.

In quattro minuti di cortometraggio, allora, Aki Kaurismaki mette ancora in primo piano il lavoratore e lo fa per mezzo di quel meccanismo che solo apparentemente è di evasione, ma che si configura essere – comunque – parte di quel circolo vizioso che ingloba e sottomette. Il dettaglio dei volti e delle mani, mentre i biglietti vengono timbrati, sembra aderire a quei canoni estetici del modello produttivo smithiano, mentre le rughe in primo piano dei lavoratori rispondono a quell’esatta richiesta che il pensiero del cortometraggio prevede. The Foundry è, però, anche una piccolissima (ma efficace) lettera d’amore verso il cinema, che sa e può esprimersi nonostante tutto e che si presenta sotto forma di quella meta-referenzialità prevista dal suo regista; è impossibile non pensare che Kaurismaki abbia intuito la correlazione terminologica che c’è tra i registi Lumière, che omaggia in pochissimi secondi, e il film L’uscita dalle officine Lumière, mostrato agli operai: non soltanto un’associazione simpatica, ma anche il senso di quanto si specificava precedentemente; anche quando può guardare un film, allora, l’operaio osserva un prodotto che mostra la fabbrica, in un’idea di illusione collettiva dell’uscita che viene restituita dall’immagine e non dalla realtà stessa. Allo stesso modo, è da notare anche la contrapposizione tra gli attori scelti, in un ideale contraltare con l’Occidente – rappresentato dai due personaggi che timbrano e vendono biglietti, in una posizione più privilegiata rispetto al proletario – e la patria, con i secondi che sono tutti finlandesi a differenza dei primi. Uno stile, ancora una volta, asciutto e che cede al taglio documentaristico, in uno spaccato di vita che, in soli 4 minuti, dice molto più di quanto tanti proclami non sanno fare.

3,0
Rated 3,0 out of 5
3,0 su 5 stelle (basato su 1 recensione)
The Foundry (Valimo)
The Foundry (Valimo)

The Foundry è un cortometraggio di Aki Kaurismaki dalla durata di meno di 4 minuti, che racconta uno spaccato sociale sicuramente molto importante per il pensiero e la carriera del regista finlandese.

Voto del redattore:

7 / 10

Data di rilascio:

01/01/2007

Regia:

Aki Kaurismaki

Cast:

Matti Hyvonen, Arto Malmberg, Tarmo Nyholm, Jukka Rautiainen, Jukka Salmi, Marie-Christine Moller, Carl-Erik Calamnius

Genere:

Drammatico

PRO

Una piccola lettera d’amore al cinema
L’omaggio alla classe del proletariato
La meta-referenzialità del cortometraggio
Nessuno