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Recensione – Doctor Strange nel Multiverso della Follia, diretto da Sam Raimi

Il ritorno alla regia di Sam Raimi avviene con Doctor Strange nel Multiverso della Follia, uno dei migliori progetti della Saga del Multiverso.
Recensione - Doctor Strange nel Multiverso della Follia

SCHEDA DEL FILM

Titolo del film: Doctor Strange nel Multiverso della Follia
Genere: Azione, Supereroistico
Anno: 2022
Durata: 126′
Regia: Sam Raimi 
Sceneggiatura: Michael Waldron
Cast: Benedict Cumberbatch, Elizabeth Olsen, Benedict Wong, Xochitl Gomez, Rachel McAdams
Fotografia: John Mathieson
Montaggio: Bob Murawski, Tia Nolan
Colonna Sonora: Danny Elfman
Paese di produzione: Stati Uniti d’America

Il ventottesimo film del Marvel Cinematic Universe sancisce due grandi ritorni: quello di Stephen Strange e, soprattutto, quello di Sam Raimi dietro la macchina da presa dopo ben nove anni di assenza. Il regista de La Casa e Darkman torna, inoltre, al timone di un cinecomic dopo la trilogia di Spider-Man e lo fa nel miglior modo possibile, inserendo alcuni degli elementi cardine del suo cinema d’autore. Ecco la recensione di Doctor Strange nel Multiverso della Follia, film del 2022 con Benedict Cumberbatch ed Elizabeth Olsen.

La trama di Doctor Strange nel Multiverso della Follia, diretto da Sam Raimi

Di seguito la trama del sequel dedicato alle peripezie dello Stregone Supremo, questa volta impegnato con un’avventura di stampo multiversale

 

America Chavez (Xochitl Gomez) e Defender Strange (una variante del dr. Stephen Strange) fuggono attraverso lo spazio tra gli universi per trovare il Libro dei Vishanti e fermare un demone che li insegue. Defender Strange viene ucciso, mentre America apre accidentalmente un portale che li risucchia al suo interno. Nel frattempo, su Terra-616, Strange (Benedict Cumberbatch)partecipa al matrimonio della sua ex-fidanzata, Christine Palmer (Rachel McAdams). Durante il ricevimento, un demone tentacolare ciclopico dà la caccia ad America, ma Strange la salva e uccide il mostro con l’aiuto di Wong (Benedict Wong). America spiega loro che i demoni le danno la caccia perché ha il potere di viaggiare attraverso il multiverso: riconoscendo le rune magiche sul cadavere del demone, Strange si consulta con Wanda Maximoff (Elisabeth Olsen), ma si rende conto che è lei la responsabile. Dopo aver acquisito il libro di magia nera noto come Darkhold ed essere diventata Scarlet Witch, Wanda crede che controllare il multiverso con il potere di America le permetterà di riunirsi con Billy e Tommy, i bambini che aveva creato durante il suo periodo a Westview

 

Recensione - Doctor Strange nel Multiverso della Follia

La recensione di Doctor Strange nel Multiverso della Follia: lo Stregone Supremo contro la Strega Scarlatta

Forte di un debutto cinematografico fatto di consensi e critiche positive, Doctor Strange diretto da Scott Derrickson sfruttava lo stravagante materiale d’origine del fumetto nella più classica delle origini story made in Marvel Studios, convenzionale ma allo stesso tempo divertente.  Alla luce di questo buon esordio, il Dottor Strange è rapidamente entrato nel cuore dei milioni di fans del Marvel Cinematic Universe grazie soprattutto all’interpretazione di Benedict Cumberbatch; l’attore inglese, difatti, ha saputo trasporre in modo piuttosto fedele l’aplomb di un personaggio così austero ed elegante. Era logico, quindi, pensare che il ritorno dello Stregone Supremo sarebbe stato solamente una questione di tempo, tuttavia nessuno poteva immaginare che con lui sarebbe tornato un grande maestro del cinema contemporaneo: Sam Raimi. Nel 2020, difatti, Derrickson (in accordo con i Marvel Studios), abbandonò il progetto a causa di alcune divergenze creative che sarebbero nate durante lo sviluppo del sequel. Correndo ai ripari, Kevin Feige e soci diedero il timone in mano ad un comandante ben più esperto in fatto di cinecomics, un regista che nella sua lunga e prosperosa carriera ha firmato autentici capolavori del cinema.

 

Il multiverso della follia concepito da Sam Raimi è, di fatto, un perfetto sequel per le (dis)avventure di Stephen Strange. Nonostante sia stato lontano dai riflettori per ben nove anni (il suo ultimo film, Il grande e potente Oz, risale al 2013), Raimi non ha perso quel tocco magico che tanto l’ha caratterizzato in quattro decenni di onorata carriera; il ritorno del Dottor Strange si trasforma in una pellicola tecnicamente ineccepibile, dove l’estetica e la fantasia del regista di Spider-Man esplode in una festa gioiosa per gli occhi. Sam Raimi, esattamente come fece con l’Uomo Ragno nel 2002, dimostra tutta la sua passione per le opere cartacee della Casa delle Idee e per il personaggio creato da Stan Lee e Steve Ditko nel 1963 (citato anche in Spider-Man 2), rimanendo fedele alla visione autoriale di questi due giganti del fumetto ma, al contempo, rimanendo ben ancorato all’economia del Marvel Cinematic Universe. Il sequel, difatti, propone delle idee visivi accattivanti e ben orchestrate da un Raimi in grandissimo spolvero: dalla sequenza contro il demone ciclopico Gargantos, fino al passaggio tra i vari universi passando per dei momenti puramente horror (come il dreamwalking o la furia omicida di Wanda), Sam Raimi si diverte, talvolta autocitandosi, mettendo in scena un film pieno zeppo di avvenimenti.

 

Se a livello registico ed attoriale il film è inattaccabile, lo stesso non si può dire della scrittura. Lo sceneggiatore Michael Waldron, già showrunner della prima stagione di Loki, decide di tirare in ballo delle questioni prettamente televisive mischiandole col mondo del cinema, creando non poca confusione nella mente dello spettatore occasionale. Il voler trasformare a tutti i costi Wanda Maximoff in un villain era, sulla carta, un’idea che poteva tranquillamente funzionare: tuttavia, al netto della bravura di Elizabeth Olsen, il personaggio di Scarlet Witch risulta fin troppo squilibrato e viene mosso da una motivazione decisamente fuori posto, persino in un film del genere. Il peccato originale dello script di Waldron è il voler necessariamente collegare gli eventi della serie tv WandaVision  al film di Raimi, facendoli diventare il motore trainante di una storia che si concentra troppo sulle vicende personali di Wanda e poco, pochissimo sull’ipotetico multiverso della follia che da il titolo al film. Michael Waldron predilige un pretesto narrativo di stampo televisivo, lasciando quasi in disparte le dinamiche  (ben più importanti) di uno Stephen Strange intento a salvare la situazione: un errore pacchiano che tuttavia non intacca la qualità di un film diretto alla grande da un autentico maestro del genere.  

Recensione - Doctor Strange nel Multiverso della Follia

Doctor Strange nel Multiverso della Follia: luci e ombre di un cinecomic altalenante

Doctor Strange nel Multiverso della Follia è un ottimo sequel sulle gesta dello Stregone Supremo ma, purtroppo, è un pessimo film sul multiverso. Nel pieno della sua Fase Quattro e con la Saga del Multiverso in pieno svolgimento, il mammasantissima Kevin Feige commette il madornale errore di mischiare la tv con il cinema: il risultato è un film strutturalmente debole, (ri)scritto da uno sceneggiatore che ha dovuto fare di necessità virtù, sicuramente guidato dai cosiddetti ordini dall’alto. Per fortuna che ci pensa Sam Raimi a mettere in chiaro la situazione. Grazie ad un talento registico fuori dal comune il ritorno di Raimi nel grande cinema è a dir poco trionfale e finalmente i Marvel Studios possono respirare una boccata d’aria fresca. Tra sequenze action adrenaliniche e ben coreografate (come la battaglia “musicale”) e una visione autoriale che richiama alcuni suoi grandi classici del passato, Raimi impone il suo stile in un film con tanto arrosto e poco fumo.

Voto:
3.5/5
Andrea Barone
4.5/5
Andrea Boggione
3.5/5
Christian D'Avanzo
3.5/5
Emanuela Di Pinto
4/5
Matteo Farina
3.5/5
Gabriele Maccauro
3/5
Alessio Minorenti
3.5/5
Vittorio Pigini
4/5
Bruno Santini
3.5/5
Giovanni Urgnani
4/5
3,0
Rated 3,0 out of 5
3,0 su 5 stelle (basato su 1 recensione)
Voto del redattore:
Data di rilascio:
Regia:
Cast:
Genere:

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