Cerca
Close this search box.

Recensione – Black Widow, diretto da Cate Shortland con Scarlett Johansson

Recensione - Black Widow

SCHEDA DEL FILM

Titolo del film: Black Widow
Genere: Azione, Supereroistico
Anno: 2021
Durata: 133′
Regia: Cate Shortland
Sceneggiatura: Eric Pearson
Cast: Scarlett Johansson, Florence Pugh, Rachel Weisz, David Harbour, Ray Winstone, William Hurt
Fotografia: Gabriel Beristain
Montaggio: Leigh Folsom Boyd, Matthew Schmitd
Colonna Sonora: Lorne Balfe
Paese di produzione: Stati Uniti d’America

Il primo film del post-Endgame coincide con l’inizio della Fase Quattro del Marvel Cinematic Universe: con la sua anima da prequel/spin-off, Black Widow narra il passato della Vedova Nera in un film che sa tanto di tributo. Ecco la recensione di Black Widow, film del 2021 diretto da Cate Shortland con Scarlett Johansson.

La trama di Black Widow, diretto da Cate Shortland

Di seguito la trama di Black Widow, film solista sulla Vedova Nera con Scarlett Johansson:

 

Nel 1995, in Ohio, gli agenti sovietici sotto copertura Melina Vostokoff (Rachel Weisz) Alexei Shostakov (David Harbour) fingono di essere una normale famiglia statunitense insieme alle bambine Natasha Romanoff  e Yelena Belova. Dopo che Alexei ruba un floppy disk da un centro di ricerca, la famiglia si rifugia a Cuba e incontra il loro capo, Dreykov (Ray Winstone), che fa portare via Natasha e Yelena affinché vengano addestrate nella Stanza Rossa. Anni dopo, Shostakov viene incarcerato, mentre Natasha si unisce allo S.H.I.E.L.D. e fa esplodere l’ufficio di Dreykov, uccidendo apparentemente lui e sua figlia Antonia. Nel 2016, Natasha è ricercata dal Segretario di Stato degli Stati Uniti Thaddeus Ross (William Hurt) per aver violato gli Accordi di Sokovia; con l’aiuto del suo amico Mason si rifugia in Norvegia. Nel frattempo, Yelena uccide una Vedova Nera ribelle ed entra in contatto con una sostanza che la libera dal controllo mentale della Stanza Rossa. La ragazza spedisce le fiale contenenti l’antidoto a Natasha, sperando nel suo aiuto per liberare le altre Vedove. In Norvegia, Natasha viene attaccata da Taskmaster, in cerca dell’antidoto, ma riesce a fuggire e intuisce che le fiale sono state mandate da Yelena. Le due donne si incontrano a Budapest, dove Natasha scopre che Dreykov è vivo e che la Stanza Rossa è ancora attiva. Taskmaster e alcune Vedove Nere le attaccano, ma le due riescono a fuggire: Natasha e Yelena decidono quindi di far evadere Alexei di prigione,  sperando che l’uomo possa aiutarle a trovare la Stanza Rossa.

Recensione - Black Widow

La recensione di Black Widow, il turbolento passato di Natasha Romanoff

La Vedova Nera esordì all’interno del Marvel Cinematic Universe in Iron Man 2 (2010), inizialmente con un ruolo minore per poi guadagnarsi il posto da titolare nella squadra degli Avengers nell’omonimo film del 2012. Sebbene Natasha Romanoff sia un membro effettivo dei Vendicatori, la sua storia personale non è mai stata spiegata più di tanto nell’arco narrativo del vasto universo condiviso creato da Kevin Feige. Le poche ed uniche informazioni a disposizione dei fans vengono proprio dai primi due crossover dedicati ai Vendicatori: le linee di dialogo di Loki e i riferimenti a Budapest con Occhio di Falco in The Avengers, qualche flashback sparso dovuta alla manipolazione mentale di Wanda Maximoff in Avengers: Age of Ultron. Un passato raccontato col contagocce fino ad arrivare alla tragica scomparsa di Natasha durante i drammatici eventi di Avengers: Endgame: un trattamento che non rendeva giustizia ad un personaggio di cui si sapeva ben poco e che i fans, nel tempo, avevano imparato ad amare grazie al carisma e alla bellezza di Scarlett Johansson. Black Widow, diretto da Cate Shortland, cerca di rispondere ad alcuni interrogativi sul passato della Vedova Nera con un prequel ambientato tra gli eventi di Captain America: Civil War e Avengers: Infinity War.

 

Le intenzioni della regista australiana, sulla base dello script di Eric Pearson, sono quelle di mettere in scena uno spy thriller che richiama le atmosfera di The Winter Soldier, un terreno assai congeniale per la natura spionistica della protagonista. Effettivamente le premesse iniziali di Black Widow funzionano, presentando la famiglia adottiva della Romanoff in un prologo ambientato negli anni ’90 (che strizza l’occhio alla serie tv The Americans), Shortland mette subito in chiaro il tono che la pellicola dovrebbe avere. Tutto il primo atto, quindi, fa il suo dovere grazie ad un ritmo forsennato dal punto di vista dell’azione, con un inseguimento del tutto convincente per le strade di Budapest, e soprattutto con la chimica che si viene a creare tra la Johansson e Florence Pugh, vera e propria sorpresa di questo prequel/spin-off. Il salvataggio di Alexei, con un gigioneggiante David Harbour a fare da mattatore, conclude la prima metà del film sancendo la certezza che Cate Shortland sembrerebbe avere in mano le redini della situazione.

 

Il castello di carte costruito da Shortland, tuttavia, viene completamente distrutto e ridotto in macerie dallo script fallace di Eric Pearson. Black Widow, nella seconda ora (su due e dieci in totale), cade rovinosamente in ginocchio trasformandosi in un film completamente diverso. L’azione, in un marasma di effetti visivi in CGI scadenti, si fa più ossessiva con Cate Shortland che perde letteralmente la bussola: tra didascalismi, montaggi alternati, combattimenti mal coreografati e colpi di scena prevedibili, la regia dell’australiana si fa più epilettica, quasi caotica, nel vano tentativo di tenere in piedi una baracca che sta letteralmente cadendo a pezzi. I protagonisti dell’opera risentono di questo sbalzo di umore, trasformando il film in un autentico circo; a farne le spese è proprio David Harbour: non basta la simpatia del protagonista di Stranger Things ad elogiare la caratterizzazione del suo Red Guardian, un personaggio che viene presentato come la controparte sovietica di Captain America ma che, a conti fatti, serve solamente come (becero) comic relief del film. Scarlett Johansson e Florence Pugh, dal canto loro, cercano di salvare il salvabile, tuttavia persino le due protagoniste risultano palesemente spaesate dall’abbondanza di green screen presente sul set cinematografico, una scelta stilistica inspiegabile che mal si sposa con il tono credibile della prima parte.

 

Se i protagonisti tutto sommato se la cavano nel primo atto, perdendo forza nel secondo, gli antagonisti di Black Widow sono da dimenticare. Dreykov, interpretato da uno sprecatissimo Ray Winstone, altro non è che un villain generico di stampo dittatoriale, il solito burattinaio che tira le fila di un improbabile nuovo ordine mondiale visto e rivisto in altre opere ben più ispirate. Ad uscirne con le ossa rotte, tuttavia, è Taskmaster, il mercenario che duplica le movenze dei suoi avversari creato nei fumetti da David Michelinie e George Perez. Spesso definito come antieroe, Taskmaster era (sulla carta) la perfetta mina vagante per il Marvel Cinematic Universe: il suo essere un mercenario a contratto, perennemente mascherato, era l’ideale per trasmutare questo personaggio in una minaccia versatile che poteva (e doveva) essere un bastone tra le ruote per tutti i personaggi del MCU. Tuttavia ci ha pensato Eric Pearson a rovinare l’essenza di un cattivo affascinante: la rivelazione sulla vera natura del personaggio distrugge il potenziale di Taskmaster riducendolo ad una mera figurina. Un trattamento fin troppo severo nei confronti di un malvagio che meritava più considerazione.

Recensione - Black Widow

Black Widow, un prequel arrivato troppo tardi

Black Widow, in definitiva, è un’enorme nota rossa sul registro personale di Natasha Romanoff. Il film stand alone (disponibile su Disney+) diretto da Cate Shortland, sebbene sia collocato in uno specifico momento storico del MCU, è un’opera superflua che risulta poco più di un contentino per i fans del personaggio, delusi dalla scelta narrativa di far morire la Vedova Nera in Avengers: Endgame. Un film fuori tempo massimo che però ha qualche freccia al suo arco, specialmente nella prima parte della pellicola. Il corto circuito della storia, tuttavia, arriva dalla seconda metà in poi: Black Widow diventa quel film che non dovrebbe essere, un generico cinecomic con una battaglia di gruppo in CGI mal diretto, mal disposto e, soprattutto, pomposo e decisamente troppo ambizioso. Cate Shortland non riesce a tenere il timone di una nave che va pericolosamente alla deriva facendo affondare Black Widow in un mare di inutilità, abbandonando le interessanti atmosfere da spy movie a favore della noiosa spettacolarizzazione posticcia.

Voto:
2/5
Andrea Barone
3/5
Andrea Boggione
3/5
Christian D'Avanzo
2/5
Emanuela Di Pinto
2/5
Matteo Farina
2.5/5
Gabriele Maccauro
1.5/5
Alessio Minorenti
2/5
Vittorio Pigini
2/5
Giovanni Urgnani
3.5/5
0,0
Rated 0,0 out of 5
0,0 su 5 stelle (basato su 0 recensioni)
Voto del redattore:
Data di rilascio:
Regia:
Cast:
Genere:

PRO