Recensione – Lupin Parte 3, la serie Netflix con Omar Sy

Recensione - Lupin Parte 3, la serie Netflix con Omar Sy

Articolo pubblicato il 5 Ottobre 2023 da Bruno Santini

SCHEDA DELLA SERIE

Titolo della serie: Lupin
Genere: Thriller, Azione
Anno: 2023
Durata: 42-52 minuti
Regia: Ludovic Bernard, Podz, Xavier Gens
Sceneggiatura: George Kay
Cast: Omar Sy, Ludivine Sagnier, Antoine Gougny
Fotografia:  
Montaggio:
Colonna Sonora:
Paese di produzione: Francia

Distribuita ufficialmente su Netflix a partire dalle ore 9 del 5 ottobre 2023, Lupin Parte 3 è la terza stagione della serie creata e scritta da George Kay, con Omar Sy nei panni del protagonista Assane Diop. A distanza di due anni dall’uscita delle prime due stagioni, la serie fa ritorno con nuovi elementi ricorrenti all’interno della sua trama e, soprattutto, con il nuovo confronto tra il ladro più ricercato di Francia e Arsenio Lupin. Di seguito, tutto ciò che c’è da sapere a proposito di Lupin Parte 3. 

La trama di Lupin Parte 3 su Netflix

A seguito della sua fuga e della scoperta della sua reale identità, Assane Diop fa ritorno in Francia per proteggere la sua famiglia e per piazzare un ultimo grande colpo: rubare la perla nera. Riuscire a completare questa ultima missione gli permetterà di scappare con le persone che ama e non essere più ricercato, ma prima dovrà sconfiggere ancora una volta la polizia francese, oltre che tutti coloro che cercano di ostacolarlo durante il suo processo. 

 

La Parte 3 di Lupin vede per la prima volta il confronto tra il ladro più ricercato di Francia e il suo pubblico, che finalmente conosce la sua identità e può ammirarlo, dal momento che in lui vede un riscatto rispetto a quella soppressione che vive: intanto, il passato torna a tuonare pesantemente per Assane, che rivive la sua storia attraverso amicizie, scontri e persone determinanti nella sua vita che tornano ad essere presenti nel momento più importante. Tra queste c’è Bruno, un amico di infanzia che gli ha permesso di superare le difficoltà economiche e sociali, avvicinandolo anche al mondo del furto che ha coltivato fin dall’inizio con passione, e sua madre, che lo chiama Sanni e che ritorna ad essere una presenza importante nella vita del ladro. Accanto a tutti questi elementi, Assane Diop dovrà confrontarsi con astuti nemici, con la vita difficile di suo figlio e non solo. 

La recensione di Lupin Parte 3: il ritorno del ladro più ricercato di Francia su Netflix

La caratteristica che ha, fin dalla sua prima diffusione sulla piattaforma di streaming Netflix, definito il grande successo della serie Lupin è il grado eccessivo di intrattenimento, che rende la serie costantemente godibile e, soprattutto, adatta alle logiche di diverse tipologie di fruitore. Sfruttando il rimando letterario di Arsenio Lupin, conosciutissimo nella cultura popolare, la serie TV ha ampiamente superato l’ambiguità iniziale relativa alla possibilità che l’Assane Diop di Omar Sy sia, effettivamente, una reincarnazione del ladro gentiluomo, lasciando ai costanti riferimenti letterari – proposti sotto forma di citazione – la connessione tra le due personalità. Il fattor comune delle tre stagioni della serie TV è proporre un mondo alla rovescia, in cui si tifa per il cattivo e in cui si intravede, per la figura di Diop, una forma di ribellione rispetto alla classe dominante, rappresentata goffamente dalla polizia francese che tenta di ostacolare il ladro. 


Anche Lupin Parte 3, come le precedenti stagioni ma forse alzando ancor di più il tiro, richiede allo spettatore un eccessivo compito di sospensione dell’incredulità: senza alcun avviso iniziale o didascalia extradiegetica si informa – attraverso l’immagine volutamente caricata di pathos e irrealtà – lo spettatore della scelta di spettacolarizzare al limite gli eventi, proponendo situazioni inverosimili e che, in ogni caso, non hanno bisogno e non vogliono cedere al realistico. Assane Diop si confronta con una polizia sostanzialmente inetta, che si trova un passo indietro e che è consapevole di esserlo (a detta dello stesso agente che, pur essendo ossessionato dal Lupin letterario, continua a non voler prevedere alcuna mossa del ladro, semplicemente perché non lo ritiene possibile): una netta contrapposizione tra personalità, dunque, che la serie non intende approfondire, limitandosi a disporre le pedine su un’ideale scacchiera in cui trova spazio la proto-forma di una dinamica sociale. Il Lupin dei nostri tempi è un uomo che viene dalla miseria e dalla difficoltà, dunque è giusto che vinca, anche se ciò vuol dire rubare e compiere un reato: la serie, in effetti, è ben attenta a utilizzare la terminologia giusta prima che si compia ogni colpo, affidando a parole come “sfruttamento” o “dittatura” la connotazione di una classe dominante che, in fin dei conti, merita di essere sconfitta. 


É molto interessante notare la disinvoltura con cui si passa da un travestimento all’altro, con un Assane Diop che si confronta così anche con un motivo esteticamente circense: la differenza tra elementi estetici richiama anche inflessioni, cadenze e inferenze notevolmente diverse l’una dall’altra, per cui è certamente lodevole l’interpretazione di Omar Sy che sa, ancora divertito, calarsi perfettamente nelle più parti. Non delude neanche la costruzione scenica della Francia che si presta all’azione del suo criminale, quasi fosse un teatro di posa in cui agire liberamente attraverso alture, tunnel sotterranei e scorciatoie; pecca della terza parte di Lupin è voler condensare più elementi all’interno della stessa trama, lasciando che alcuni di questi (il passato che ritorna attraverso immagini ridondanti o il figlio di Diop presentato come possibile erede del padre, pur senza approfondimento) siano soltanto abbozzati sullo schermo. Un prodotto di intrattenimento, si diceva, che segue a pieno regime le logiche seriali della disaffezione: Netflix è tra le piattaforme di streaming che hanno inaugurato un processo molto solido di trasmissione seriale che supera la passione per l’audiovisivo, imprimendo nello spettatore la sola necessità di voglia di intrattenimento, che si risolve nella forma dell’hobby: in tal senso e vedendolo come estremo giocattolone che occupa il tempo in maniera tutto sommata gaia, Lupin Parte 3 è un ottimo prodotto, estremamente piacevole da guardare, interessante per i suoi costanti colpi di scena e, in fin dei conti, perfettamente aderente ai principi della piattaforma. 

Voto:
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Data di rilascio:
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PRO