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Recensione – The Killer: il nuovo film di David Fincher a #Venezia80

All’80a edizione del Festival di Venezia fa ritorno in cabina di regia l’autore di Seven e Fight Club, con un nuovo avvincente thriller.
The Killer, il nuovo film di David Fincher in Concorso a Venezia80

Presentato in Concorso all’80a edizione del Festival di Venezia, “The Killer” è il nuovo film del regista David Fincher, tratto dall’omonima serie fumettistica scritta da Matz ed illustrata da Luc Jacamon. Ecco di seguito la recensione del film con protagonista Michael Fassbender.

La trama di The Killer, il nuovo film diretto da David Fincher

Come riportato dal sito ufficiale della Biennale Cinema di Venezia80, la sinossi ufficiale del nuovo film di David Fincher “The Killer” così recita: <<Dopo un disastroso passo falso, un assassino sfida i propri committenti, e se stesso, in una caccia all’uomo su scala globale che giura non essere personale.>>

The Killer è il nuovo film di David Fincher a Venezia80

La recensione di The Killer: il cinico cinecomic di David Fincher con Michael Fassbender

<<Le conseguenze, una volta mancato il bersaglio, sono automatiche>>; è la realtà alla quale è costretto ad affacciarsi il personaggio interpretato da Michael Fassbender nel nuovo film di David Fincher, un regista che ha fatto della psicologia del serial killer (anche se ovviamente non nella sua totalità) quasi il suo marchio di fabbrica. Per la prima volta – dopo magari “Seven” e “Zodiac” su tutti – il cineasta di Denver decide di mettere l’assassino, il sicario, al centro della narrazione partendo direttamente dal suo punto di vista, come nasce ed agisce un serial killer protagonista letale ed infallibile, o almeno ciò è quello che pensava lo stesso di essere.

 

Il Bersaglio. Con “The Killer” si fa infatti la conoscenza di un uomo glaciale e senza scrupoli, determinato nel portare al termine la propria cinica missione attraverso il proprio meticoloso modus operandi. Nel costruire il personaggio Fincher non si limita sui dettagli, anche reiterando le attività che vengono eseguite volta per volta da una macchina calcolatrice, dalla pulizia delle proprie prove, alla scelta dei propri bersagli a quante volte un uomo senza nome si impossessa di numerose identità. Ma proprio quando tutto sembrerebbe essere studiato nei minimi dettagli che l’imprevedibilità del fato colpisce, rendendo pericolanti quelle granitiche certezze e qualcosa va storto, un imprevisto.

 

Il Rifugio. Come infatti abilmente rievocato dal regista nel momento fatidico, attraverso il suono conturbante e le vibrazioni sceniche si assiste alla perdita delle sicurezze del personaggio interpretato da Fassbender, che vede per un solo istante sconvolto il suo piano e dunque la sua vita. Per un uomo che dedica tutto sé stesso alla preparazione dell’esecuzione, vedere fallire il proprio colpo instaura un vero e proprio decadimento psicologico, sebbene il peggio debba ancora arrivare. Costretto a fuggire nel proprio angolo di paradiso per cercare di ripartire da quel inedito fallimento, il Killer scopre anche che questo ha messo in pericolo il suo unico attaccamento emotivo ad un’umanità insalvabile. Fincher così continua ad incrementare il numero di sfaccettature del personaggio, che si presenta inizialmente come automa glaciale ed infallibile ma che, quando la macchina si inceppa, inizia a mostrare la propria umanità, tanto nella paura quanto nell’amore, arrivando all’inevitabile senso di vendetta.

 

L’Avvocato. “The Killer” può quindi prendere definitivamente il via, con il regista che porta avanti un thriller drammatico di revange-movie che mostra anche le caratteristiche di un vero e proprio cinecomic, anche nella realizzazione del worldbuilding. Oltre infatti gli affascinanti titoli di testa e la narrazione suddivisa nei suoi Capitoli, il film presenta anche la costruzione della realtà in cui vive il protagonista dove un’Organizzazione tende i fili di una rete di sicari spietati, della quale appunto il Killer risulterebbe “uno dei tanti”. Il worldbuiding tuttavia rimane solo il pretesto per il personaggio di portare al termine la propria missione di vendetta, non arrivando agli sviluppi narrativi che si potrebbero ad esempio ritrovare in una saga come quella di “John Wick“.

 

Il Bruto. Nel nuovo “The Killer” di David Fincher la psicologia e la tenuta ansiogena non sono tuttavia le uniche munizioni del regista, arrivando a contare anche su una violenza a tratti lacerante ed improvvisa ma, in una sequenza in particolare, anche in un action brutale e ritmato. Anche attraverso la bella colonna sonora del duo Trent Reznor e Atticus Ross e, soprattutto, al vibrante sonoro Fincher riesce a colpire lo spettatore con tutti i colpi che vengono inferti e subiti dal suo protagonista, mettendo a segno una scena di lotta di gladiatori particolarmente mirabile per il suo dinamismo.

 

L’Esperta. Una costruzione psicologica e diverse sequenze action adrenaliniche per tenuta di tensione e spettacolarità, con “The Killer” che presenta anche una certa eleganza nella sua messa in scena. La palette cromatica d’autore del regista torna anche nel suo nuovo film, con l’ambientazione di gelido cemento, nelle sue tonalità grigie e verdognole, che tende spesso e volentieri ad ingiallirsi per la bella direzione della fotografia di Erik Messerschmidt (“Ferrari” ma comunque già collaboratore del regista nel precedente “Mank”). Il montaggio è poi dinamico e concitato, con Michael Fassbender che rilascia un’ulteriore prova del suo talento recitativo, mostrando l’umanità rabbiosa di un automa che vede crollare dinanzi a sé le proprie infallibili certezze.

 

Epilogo. In ogni caso, nonostante le dovute lodi al ritorno di David Fincher a 3 anni di distanza dalla sua precedente collaborazione con Netflix, non ci si trova con “The Killer” davanti ad un film perfetto nella sua interezza. La psicologia del personaggio e la sua cinica visione del mondo avrebbe sicuramente meritato una dedizione maggiormente concentrata, relegata invece quasi esclusivamente solo al primo capitolo del film, nonostante i vari mantra vengano ripetutamente recitati a mo’ di preghiera. Per quanto riguarda il cast gli occhi sono inevitabilmente tutti per Michael Fassbender, perennemente al centro della scena proprio per meglio immergersi nel suo punto di vista, risultando una prova da vincere per il protagonista ma oscurando inevitabilmente gli altri interpreti, sebbene Tilda Swinton riesca sempre e comunque ad emergere dallo schermo per la propria raffinata classe. Nonostante inoltre non ci sia quasi un momento di “sano riposo”, il film potrebbe anche risultare alquanto ripetitivo per lo spettatore, proprio per la continua costruzione del personaggio nel suo modus operandi (che si tratta di un professionista meticoloso si riesce bene a recepire dal suo primo Capitolo, non necessitando di continuare a presentare ogni volta le stesse ripetitive situazioni) e per una narrazione costruita effettivamente “a livelli” ben sezionati tra loro, rivelando una stretta natura da cinecomic che si amalgama con una certa “confezione Netflix”. “The Killer” risulta così un ottimo prodotto d’intrattenimento con barlumi di grande cinema, per via di un regista che ha sempre dato prova di essere un esperto dietro la macchina da presa, ma che non riesce purtroppo ad andare oltre, nonostante il teso divertimento da thriller-action sia assicurato.

Voto:
4/5
Christian D'Avanzo
3.5/5
Andrea Barone
4/5
Andrea Boggione
3.5/5
Gabriele Maccauro
4/5
Alessio Minorenti
3/5
Giovanni Urgnani
2/5
Paola Perri
3/5
Arianna Casaburi
4/5
Bruno Santini
4/5
Matteo Pelli
3.5/5
Emanuela Di Pinto
4/5