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Recensione – Prometheus, il primo prequel di Alien diretto da Ridley Scott

Recensione - Prometheus

SCHEDA DEL FILM

Titolo del film: Prometheus
Genere: Fantascienza, Horror, Azione
Anno: 2012
Durata: 124′
Regia: Ridley Scott
Sceneggiatura: Jon Spaihts, Damon Lindelof
Cast: Noomi Rapace, Michael Fassbender, Charlize Theron, Idris Elba, Guy Pearce, Logan Marshall-Green
Fotografia: Dariusz Wolski
Montaggio: Pietro Scalia
Colonna Sonora: Marc Streitenfeld
Paese di produzione: Regno Unito, Stati Uniti d’America

La saga di Alien ha infestato gli incubi degli amanti della fantascienza dal 1979 ad oggi, eppure tanti lati oscuri della mitologia xenomorfa rimangono ancora nell’ombra. Per fortuna ci ha pensato Sir Ridley Scott nel 2012 a chiarire alcuni dei segreti del franchise, in un primo prequel di assoluto livello artistico. Ecco la recensione di Prometheus, film del 2012 diretto da Ridley Scott con Noomi Rapace, Michael Fassbender, Charlize Theron, Idris Elba, Guy Pearce e Logan Marshall-Green.

La trama di Prometheus, diretto da Ridley Scott

Di seguito la trama di Prometheus, primo prequel di Alien ambientato trent’anni prima del capostipite e sempre diretto da Ridley Scott

 

“Mentre un disco volante parte da un pianeta, una creatura aliena umanoide ingerisce un misterioso liquido nero semovente e a causa di questo inizia a disgregarsi, cadendo in una cascata e innescando una reazione biogenetica con il proprio DNA.

Scozia, isola di Skye, anno 2089. La coppia di archeologi Elizabeth Shaw (Noomi Rapace) e Charlie Holloway (Logan Marshall-Green) scopre sulla parete di una grotta dei graffiti che mostrano una mappa stellare dipinta, identica a quella di molte altre culture antiche non collegate tra loro. I due interpretano questa mappa come un invito fatto dai precursori della vita sulla Terra, gli “Ingegneri”. Peter Weyland (Guy Pearce), l’anziano presidente della Weyland Corporation, finanzia il progetto per la costruzione della nave scientifica Prometheus, progettata per raggiungere l’unico luogo nel quale la disposizione dei pianeti è come compare nella mappa ritrovata. Nel 2093 viene così raggiunta la luna LV-223 del gigante gassoso Calpamos. L’equipaggio della nave, che viaggiava in ibernazione, viene svegliato poco prima dell’approccio al satellite dall’androide David 8 (Michael Fassbender), la Prometheus atterra nei pressi di una grande struttura, che la squadra si prepara a esplorare. All’equipaggio è affidato l’incarico di trovare tracce degli Ingegneri sul pianeta: prima dell’inizio della spedizione Meredith Vickers (Charlize Theron), autorità di controllo della missione, ordina all’equipaggio di non prendere contatto con eventuali esseri alieni incontrati sul percorso.”

Recensione - Prometheus

La recensione di Prometheus: il primo prequel della saga di Alien

Qualsiasi fan della saga di Alien sa che cos’è lo Space Jockey, l’appellativo con cui è stato chiamato l’enorme pilota alieno fossilizzato ritrovato da Dallas, Lambert e lo sfortunato Kane su LV-426 all’inizio del capostipite del 1979. Quella che doveva essere inizialmente solo una figura scenografica, negli anni si è trasformata in un vero e proprio dilemma tra gli appassionati della saga: chi è quel gigante? Perché l’astronave è precipitata sul pianeta? E soprattutto, chi ha deposto le centinaia di uova nella stiva? Anni di interrogativi a cui non è mai stata data alcuna risposta, finchè nel 2009 la 20th Century Fox non si decise ad abbandonare gli spin-off di Alien vs Predator per tornare alle origini, affidando ancora una volta il progetto al padre dello xenomorfo in persona: Sir Ridley Scott.

 

Prometheus, nella sua natura di prequel, è un film profondamente diverso dai canoni dettati dal franchise, riuscendo però ad essere visceralmente legato alla maggior parte delle tematiche affrontate nel corso degli anni dai vari registi che si sono avvicendati all’epopea di Alien. Ridley Scott, durante un’intervista, ha dichiarato che Prometheus contiene “i filamenti del DNA di Alien”: tuttavia sarebbe sbagliato etichettare questo film come un semplice prequel di una saga leggendaria, se si scava a fondo nella sceneggiatura scritta da Jon Spaihts e Damon Lindelof (scrittore principale di Lost) si possono trovare spunti di riflessione interessanti che elevano Prometheus a prodotto di assoluto livello. Creazione, nascita, sviluppo, morte: sono solo alcune delle tematiche tanto care alla quadrilogia di Alien che in questo primo prequel acquistano valore e forza narrativa, sostenute da scelte registiche e stilistiche di grande effetto. Scott, si sa, quando tocca il genere fantascientifico si trasforma in un autentico Re Mida: già dal primo contatto con gli Ingegneri nel prologo si capisce dove vuole andare a parare il regista britannico, la potenza delle immagini con campi larghi magnificamente montati dal fido Pietro Scalia è il biglietto da visita di un film che cerca l’impatto visivo senza però dimenticarsi dei personaggi e del loro percorso narrativo.

 

Se in Alien la minaccia esplodeva per colpa di una creatura bestiale con acido al posto del sangue nel suo predecessore, ambientato circa trent’anni prima del massacro della Nostromo, il pericolo deriva dall’ignoto e dall’oscurità che esso produce. Quindi non una caccia all’uomo all’interno di un’astronave, ma un incubo che viene costruito per gradi dentro una struttura aliena cupa e dannatamente familiare nella sua costruzione. Scott imbastisce una tensione palpabile tramutandola in orrore puro mano a mano che i minuti scorrono, un ritornello sicuramente già sentito ma sempre funzionale nella sua semplicità. Il film ruota attorno alla figura di David: l’emblematico sintetico portato in scena da uno straordinario Michael Fassbender è la perfetta raffigurazione del tema principale di Prometheus, inizialmente curioso di scoprire di più sul conto degli Ingegneri, l’androide acquisterà sempre più forza cognitiva spinto da un’apatia emotiva sempre più costante con la conseguente ribellione dovuta ad un innato senso di superiorità. Un personaggio machiavellico che tira i fili dei burattini umani che, inconsapevolmente, stanno al suo gioco in un vero e proprio massacro psicologico e fisico.

 

Da questo punto di vista Sir Ridley è in perfetta forma, regalando allo spettatore una serie di sequenze devastanti nell’ottica dell’horror puro e semplice (come il cesareo nella capsula), mischiate ad elementi action forse un po’ troppo derivativi ma assolutamente adeguati per il ritmo che la pellicola richiede. Scott, inoltre, non si dimentica della sua creatura principale, lo xenomorfo creato dal visionario H.R. Giger e che ha fatto la fortuna non solo del franchise ma di tutto il cinema di fantascienza degli ultimi quarant’anni.  La presenza della bestia si percepisce, è palpabile, riesce ad essere dilagante pur non essendoci praticamente mai su schermo: Scott gioca con lo spettatore senza però accontentarlo, gli fa sentire il profumo della torta senza però farla assaggiare. Una chiara presa di posizione che eleva Prometheus a qualcosa di più, non un semplice slasher movie in salsa sci-fi ma un fanta-horror psicologico che ragiona su dinamiche completamente differenti e che funziona proprio nell’essere così distaccato (ma tremendamente vicino, concettualmente parlando) al film del ’79.

Recensione - Prometheus

Prometheus: considerazioni finali e dove vederlo in streaming

Prometeo rubò il fuoco agli Dei donandolo agli uomini, per il suo gesto venne incatenato ad una roccia e costretto a subire le peggiori torture per l’eternità. La storia di Prometeo è tornata in voga grazie a Oppenheimer di Christopher Nolan (QUI trovate la nostra recensione), tuttavia Ridley Scott nel 2012 precede il regista di The Prestige e Il Cavaliere Oscuro riportando in auge il mito greco in salsa sci-fi. Gli Ingegneri donano la vita all’uomo, tuttavia dopo più di duemila anni decidono di punirli per aver sprecato il dono nel modo più becero possibile. Un’allegoria potentissima che fa da traino agli eventi di Prometheus (disponibile su Disney+) che, grazie alla sua deriva di carattere religioso, espande le tematiche della saga di Alien in un film che si ricorda perfettamente del suo capostipite, omaggiandolo nelle atmosfere ma al tempo stesso portando in scena qualcosa di nuovo e di diverso. “Tutte le grandi cose hanno piccoli inizi”, dice l’androide David in una scena cruciale del film: Prometheus è un piccolo grande passo verso una saga che ha ridisegnato gli standard della fantascienza moderna, eppure nel suo essere così familiare il prequel di Scott è un film che riesce a camminare sulle proprie gambe senza per forza essere legato agli stilemi narrativi del franchise principale.

Voto:
4.5/5
Andrea Boggione
4/5
Gabriele Maccauro
4.5/5
Riccardo Marchese
4/5
Alessio Minorenti
4.5/5
Vittorio Pigini
4.5/5
Giovanni Urgnani
4/5
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Voto del redattore:
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