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Recensione – Gioco a due, film di John McTiernan con Pierce Brosnan

Remake de Il caso Thomas Crown del 1968, Gioco a due corre su binari non troppo omogenei e mette in difficoltà un John McTiernan che ritrova Pierce Brosnan tredici anni dopo l’esordio cinematografico di Nomads. Ecco la recensione di Gioco a due, film del 1999 con Pierce Brosnan e Renè Russo

La trama di Gioco a due

Thomas Crown (Pierce Brosnan) è un miliardario che si è fatto le ossa a Wall Street ed è un vero e proprio drago nel campo delle fusioni societarie. Annoiato dalla vita e dalla sua routine quotidiana, Crown le prova tutte pur di provare il brivido dell’avventura e del rischio; durante una sua visita al Metropolitan Museum of Art di New York, il miliardario assiste ad una rapina messa in atto da una banda di manigoldi stranieri, intenti a trafugare le numerose opere d’arte per poi rivederle al miglior offerente. Il furto finisce male per la banda che viene fermata dalle guardie del museo, tuttavia il dipinto San Giorgio Maggiore al crepuscolo di Claude Monet, del valore di cento milioni di dollari, misteriosamente sparisce. 


Sul posto, oltre alla polizia, giunge anche l’investigatrice assicurativa Catherine Banning (Renè Russo), decisa a recuperare il dipinto per incassare la lauta commissione. Banning non ci metterà molto a capire che dietro al furto del quadro c’è lo stesso Thomas Crown.

La recensione di Gioco a due

Errare è umano, perseverare è diabolico. Un modo di dire che John McTiernan deve aver imparato per bene, dato che è caduto nello stesso identico tranello in cui finì nel 1992, anno d’uscita di uno dei suoi peggiori film: Mato Grosso. Esattamente come nel film con Sean Connery, McTiernan fa il madornale errore (per citare un altro suo celebre lavoro) di infilarsi in un genere che non gli appartiene, accantonando l’azione a lui tanto cara a favore del thriller romantico. Gioco a due è il rifacimento del classico del 1968 Il caso Thomas Crown di Norman Jewison con Steve McQueen e Faye Dunaway (che nel remake compare nel ruolo della psicologa di Crown), seguendo le orme del predecessore in una sorta di copia-incolla attualizzato ai tempi moderni. 

 

La figura del ladro gentiluomo, un po’ Robin Hood, un po’ Arsenio Lupin, ben si sposa con la figura del distinto uomo di classe interpretato da Pierce Brosnan, ancora incastrato nella figura di James Bond e fresco di pubblicazione di Il mondo non basta, la sua terza performance come Agente 007. All’aplomb british di Brosnan si contrappone la bellezza affascinante di una suadente Renè Russo, l’attrice americana riesce bene nell’impresa di far perdere la testa al miliardario Thomas Crown ingaggiando con lui un’iniziale guerra di nervi che si trasformerà ben presto in una relazione amorosa. Purtroppo per McTiernan, questa è l’unica carta vincente di Gioco a due, la chimica tra i due attori protagonisti. Nonostante gli sforzi attoriali di Brosnan e Russo, il film del regista di Nomads e Predator non decolla e non ha quasi mai un picco autoriale degno di nota, con una fase centrale fin troppo soporifera che uccide letteralmente quel briciolo di buono che il regista aveva costruito (con fatica) nel primo atto, soprattutto nella sequenza della rapina al museo, l’unico stralcio del McTiernan che fu in questa pellicola. Inoltre il messaggio finale che il film comunica allo spettatore non è nemmeno dei più positivi anche se è terribilmente veritiero: con i soldi si può comprare qualsiasi cosa, dall’amore alle amicizie e persino la libertà se si ha il denaro giusto a disposizione. Un colpo di coda che non fa onore alla carriera di McTiernan che, specialmente dalla sua seconda metà in avanti, sembra sempre di più in parabola discendente.

Dove vedere Gioco a due in streaming

Gioco a due è un film fallimentare, nonostante l’incipit iniziale facesse sperare ad uno sviluppo interessante  o quantomeno intrigante, non è bastato un buon colpo di scena sul finale per salvare il nono film di John McTiernan dal baratro. Il regista newyorkese sembra aver diretto questo film da dietro un telefono piuttosto che dietro una macchina da presa: scialbo, svogliato e noioso, una pellicola che rispecchia ampiamente la voglia del regista di (non) metterci del suo in un prodotto che non è palesemente nelle sue corde. A nulla serve la chimica e la verve recitativa di Pierce Brosnan e Renè Russo che, per quanto bravi, comunque recitano col freno a mano tirato: Gioco a due è il fratello minore di Mato Grosso, magari non così brutto ma nemmeno troppo intelligente.  La pellicola è disponibile all’acquisto o al noleggio nella sezione film di YouTube e su MGM+, canale a pagamento di Prime Video.

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