“È un uccello! È un aereo! No, è Superman!” Queste prime parole con cui venne conosciuto Kal-El, meglio noto come Superman agli occhi del mondo, il quale al momento della sua nascita divenne il primo supereroe della storia nei fumetti, ma anche il primo supereroe con un lungometraggio di successo della storia del cinema. Sono state fatte le top dei film di Batman e quelle dei film di Spider-Man, ma senza l’uomo d’acciaio non ci sarebbe stato nessuno di questi supereroi, quindi è arrivato il momento di realizzare la classifica dei film di Superman dal peggiore al migliore.
8) “Superman III” (1983) di Richard Lester
All’ultimo posto tra i film di Superman c’è il film di Richard Lester. Probabilmente uno degli esperimenti più strani mai realizzati in un cinecomic (sembra quasi aver anticipato la follia di Taika Waititi nella Marvel), ma il disquilibrio si sente moltissimo, perché, con la fissazione di inserire la commedia nell’opera, Lester ha fatto diventare il personaggio di Richard Pryor protagonista in fin troppe seguenze, quasi come se si fosse dimenticato che si tratti di un film di Superman.
Si trovano degli elementi interessanti come un inedito Superman malvagio (a cui seguirà il miglior duello della saga) e delle sequenze d’azione spettacolari, ma i difetti citati impediscono l’opera di andare oltre il semplice filmetto.
7) “Superman IV” (1987) di Sidney J. Furie
Il film finale in cui Christopher Reeve presta volto all’iconico personaggio recupera degli elementi apprezzabili dai film di Donner, con un equilibrio maggiore nella commedia ed interessanti riflessioni politiche sulla guerra, sul potere economico e sull’esempio d’ispirazione pacifista che è la figura del supereroe stesso. Gli eccessivi tagli narrativi che causano problemi di struttura e gli effetti speciali non all’altezza dell’epoca hanno limitato il potenziale di un’opera che tutto sommato può definirsi gradevole da guardare.
6) “Superman Returns” (2006) di Bryan Singer
Al sesto posto tra nella classifica dei film di Superman c’è il lavoro del 2006. L’operazione di Singer ha anticipato di molti anni la tendenza dei requel, ovvero dei sequel che si riallacciano ai primi storici capitoli ed ignorano gli ultimi due (in questo caso i precedenti film citati). Questo rilancio ha una struttura particolare e vuole apparire molto più intimo, con degli elementi innovativi sul personaggio che mettono in crisi l’idea verso il futuro della speranza stessa. Le difficoltà di essere eccessivamente citazionista alle prime due opere crea dei forti cali di ritmo ed una trattazione superficiale di alcuni temi importanti, ma la grande regia ed alcuni elementi come il miglior Lex Luthor di sempre rendono il film assolutamente dignitoso.
5) “Superman And The Mole-Men” (1951) di Lee Sholem
Oltre ad essere il primo lungometraggio supereroistico della storia del cinema, l’opera va ricordata per essere uno dei primi film della fantascienza americana che ritrae gli esseri umani come dei mostri a dispetto delle creature mutanti presenti nel film. Si tratta di un grande attacco all’America conservatrice, troppo ignorante ed aggressiva per accettare l’ignoto e l’innovazione. La grande interpretazione di George Reeves ed i tanti dettagli ancora oggi attuali e diversi da molte opere del genere (il villain principale è un normale uomo del ceto medio) rendono l’esordio dell’uomo d’acciaio un film estremamente sottovalutato.
4) “Superman II” (1980) di Richard Donner
La prima opera che mette a nudo i problemi dualistici del personaggio, cercando di trovare un difficilissimo equilibrio tra l’importanza del mondo e la ricerca di umanità attraverso il suo delicato rapporto con Lois Lane. Oltre alle carismatiche scene della banda di Zod, le quale sono il pretesto per l’utilizzo di grandi effetti speciali, ciò che rimane più impresso è soprattutto la riflessione sull’eredità attraverso il rapporto tra Kal-El e Jor-El interpretato da uno splendido Marlon Brando. Quest’ultimo elemento si può trovare solo nella director’s cut di Richard Donner, superiore al montaggio cinematografico realizzato da Richard Lester.
3) “Batman v Superman” (2016) di Zack Snyder
In questo controverso crossover, Snyder pone i dubbi degli esseri umani sulla figura possente di Superman, chiedendosi se vale la pena provare speranza per un uomo che abbia tutto quel potere in una sola mano. I dubbi dello stesso Superman, che nonostante tutto continua a salvare la Terra per la ricerca della speranza, contrapposti al cinismo totale della figura di Batman, rendono questo film una bellissima discesa oscura che in realtà punta a trovare la luce della fiducia nel mondo. Anche questa grande opera, atipica per il genere, appare migliore nella sua director’s cut.
2) “Superman: Il Film” (1978) di Richard Donner
Spesso considerato una delle principali basi di riferimento quando si tratta del cinecomic moderno, l’opera di Richard Donner è stata una di quelle che ha cambiato la concezione di blockbuster, dimostrando per la prima volta che i supereroi al cinema potevano essere profondamente credibili (il film con George Reeves aveva comunque dei limiti visivi). Il film non rinnega le colonne del passato che però vengono completamente rimodernizzate (il bellissimo Lex Luthor di Gene Hackman è un’evoluzione dei villain del Batman di Adam West), creando un’icona che dimostra che dietro l’essere umano più impacciato si possono nascondere delle straordinarie virtù. L’incredibile performance di Christopher Reeve e la messinscena ancora oggi perfetta rendono il film un classico intramontabile.
1) “L’Uomo D’Acciao” (2013) di Zack Snyder
Al primo posto tra i film di Superman e, dunque, migliore film sul supereroe c’è il lavoro che apre il DCEU. Snyder si rifà a “L’Ultima Tentazione di Cristo” di Martin Scorsese, creando non solo un’analogia cristologica con il suo Superman, ma anche le più profonde fragilità che mostrano cosa vuol dire per un solo individuo portare il destino del mondo sulle proprie spalle. La ricerca dell’umanità ed il rapporto con i propri poteri creano delle splendide connessioni con il mondo che circonda il protagonista, come se fosse un’unica cosa con esso (non a caso anche Terrence Malick viene citato), realizzando uno dei più grandi esempi in cui il cinema prende il concetto di divinità sensibilizzandolo agli spettatori contro la freddezza dell’evoluzione tecnologica, rappresentata dal declino del pianeta di Krypton. Con questo film, Zack Snyder realizza il Superman più umano che il grande schermo abbia mai visto, aspettando il nuovo adattamento di James Gunn.
