“Cabinet of Curiosities” chiude ufficialmente i battenti – almeno per la sua prima stagione – con l’episodio conclusivo dedicato al tema delle “Visitations“, dopo aver affrontato precedentemente gli oscuri meandri degli “scavengers“, dei “loners” e dopo aver trattato l’oscura poetica di H. P. Lovecraft.
Cabinet of Curiosities su Netflix: trama e puntate della serie di Guillermo Del Toro
L’ottava puntata, “Il brusio” , chiude la prima stagione di Cabinet of curiosities, serie antologica su Netflix ideata e prodotta dal premio oscar Guillermo Del toro.
Quest’ultimo atto, diretto da Jennifer Kent e scritto dallo stesso Del Toro, cambia direzione rispetto agli episodi precedenti, portando in scena una storia d’amore, di emozioni inespresse e dove l’orrore è da ricercare più nel cuore dei protagonisti che tra le stanze della casa infestata.
Di seguito viene riportato un breve riassunto della trama e la recensione de “Il brusio”, ottavo ed ultimo episodio di Cabinet of curiosities.
Il Brusio: la trama (Spoiler)
La puntata, ambientata nel 1951, ha inizio con la presentazione della ricerca di Nancy (Essie Davis) ed Edgar (Andrew Lincoln), due rispettati ornitologi. Il loro studio analizza il volo degli stormi di piovanelli, uccelli capaci di realizzare in volo delle vere e proprie coreografie, chiamate brusii. Dalle discussioni con i colleghi si lascia intendere che i due abbiano vissuto una terribile tragedia, da cui non sembra si siano ancora ripresi.
La coppia si reca su di un’isola in Nuova Scozia , per continuare lo studio degli uccelli e portare avanti la ricerca. I due erano pronti a dormire in una tenda, ma sono piacevolmente sorpresi quando un uomo del posto trova loro una vecchia villa abbandonata dove passare la notte. Nancy ed Edgar passano il primo giorno sull’isola a sistemare microfoni e cineprese, attrezzature necessarie per registrare il volo degli uccelli. Durante la prima notta passata nella casa, Nancy sente un bambino piangere ed improvvisamente il suo registratore si accende, svegliando anche il marito Edgar.
Questo è solo il primo di una serie di eventi paranormali che condurranno la protagonista a delle scoperte terrificanti.
Il Brusio: la recensione dell’ottavo episodio di Cabinet of Curiosities
<< Un’antica credenza dice che gli uccelli portano le nostre anime, le nostre convinzioni, le nostre speranze fino agli dei. Sono messaggeri oscuri, che attraversano il cielo crepuscolare, formando schemi in continua evoluzione chiamati “brusii”. Ma quella… quella parola suggerisce anche una voce, un sussurro, una preghiera lanciata nel buio quando pensiamo di aver perso tutto.>>
Questa l’introduzione di Guillermo Del Toro all’ottava e ultima puntata di Cabinet of curiosities.
Nancy invidia la libertà degli uccelli, la possibilità di volare, scappare dalla sofferenza che è ormai divenuta abitudine quotidiana. Anche il rapporto con l’amorevole Edgar è ormai una prigione, la morte di Ava li ha allontanati, e ogni tentativo di riavvicinamento da parte di uno ha come risultato il maggior allontanamento dell’altro. Nancy è ormai un guscio vuoto, non trova alcun piacere nell’intimità con Edgar, che le rimprovera continuamente di non aver mai pianto per la morte della figlia.
Il brusio degli uccelli diventa quindi momento di contemplazione, di commozione e di sfogo. É triste vedere l’angoscia incisa sui volti di Edgar e Nancy, è devastante vedere il continuo fallimento nel far fronte ad un trauma così forte e nell’elaborare il lutto da esso dipeso.
Il mormorio è anche un grido d’aiuto lanciato da un mondo lontano, a tratti incomprensibile. É la preghiera rivolta dallo spettro del bambino a Nancy, troppo spaventato per raggiungere l’altro piano dell’esistenza. Un figlio vittima della furia omicida di una madre instabile, abbandonata dal marito in quella dimora isolata, circondata solo dal mormorio degli uccelli.
Nancy aiuta i fantasmi ad abbandonare la paura, a lasciarsi il passato alle spalle e tornare alla luce. Il brusio segue la loro ascensione, si fa portatore delle loro anime, delle loro convinzioni e speranze. la donna è ora libera dai fantasmi del passato, può tornare a vivere, piangere, ridere, amare e così gli uccelli le mormorano intorno, si fanno forze purificatrici, in un ultimo commovente brusio.
Il Brusio, la recensione: l’orrore di un amore da ritrovare
In questo ottavo episodio di Cabinet of curiosities il tema centrale è l’elaborazione del lutto , similmente a quanto visto nella sesta puntata, ma se in “Sogni nella casa stregata” il soprannaturale era causa del trauma della conseguente ossessione, in “Il brusio” gli spettri svolgono un ruolo terapeutico nel superamento del lutto.
Il rapporto tra i due protagonisti sono le fondamenta su cui si poggia l’intera struttura narrativa, un matrimonio diviso dalla terribile scomparsa di Ava, la cui causa è solo lasciata intendere, mai spiegata. L’orrore quindi non è tanto da ricercare negli spettri, quanto nell’incapacità della coppia di comunicare, condividere i propri sentimenti e quindi superare la morte della figlia.
Non è casuale la scelta di chiudere la prima stagione con un episodio più introspettivo e riflessivo, caratterizzato da un finale agrodolce in netta contrapposizione con il nichilismo delle scorse puntate. Forse si sentiva proprio il bisogno di chiudere con una storia forte, efficace e dai toni così profondi e delicati. Quest’ottavo e ultimo episodio è infatti il punto più alto toccato in questa prima stagione, una perfetta sinergia tra horror di grande efficacia, immagini allegoriche e sentimenti profondi ben raccontati.
La prima stagione di Cabinet of curiosities chiude in grande stile, confermandosi un grande successo, un’antologia horror di altissimo livello, piena di storie coinvolgenti e personaggi memorabili. Alcune puntate sono sicuramente più deboli di altre, ma quest’aspetto è praticamente inevitabile in una produzione di questo tipo. Ora non resta che sperare in una conferma da parte di Netflix, così che Cabinet of curiosities possa tornare a deliziarci con nuove terrificanti storie.
