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The Untouchables – Gli intoccabili: il grande classico di Brian De Palma

Brian De Palma è uno dei registi più influenti della storia del cinema, tra i più importanti ad aver contribuito alla nascita della cosiddetta “Nuova Hollywood”. La sua filmografia è costellata di capolavori e pietre miliari che hanno saputo radicarsi nell’immaginario comune: da “Carrie – Lo sguardo di Satana” a “Scarface”, da “Carlito’s way” al primo “Mission: Impossible”. Tra queste, vi è, senza dubbio, “The Untouchables – Gli intoccabili”.

Uscito nel 1987 e tratto dall’autobiografia dell’agente federale Eliot Ness, da cui era già stata precedentemente tratta una serie tv, il film narra, tra realtà e finzione, la sua lotta, in pieno proibizionismo, contro lo spietato boss di Chicago Al Capone, fino al suo arresto per evasione fiscale nel 1931, grazie al lavoro e al sacrificio, di un piccolo gruppo di incorruttibili, “Gli intoccabili”, da lui reclutati con l’aiuto del poliziotto Jimmy Malone

La sceneggiatura di David Mamet è lineare e senza troppi fronzoli, più incentrata sui dialoghi che sulla narrazione degli eventi (che forse avrebbe giovato di un minutaggio maggiore). I personaggi sono da subito riconoscibili nei loro rispettivi ruoli, ben caratterizzati ed approfonditi, e, sebbene non escano mai dai binari di ciò che ci si aspetterebbe da loro, non manca una certa dose di evoluzione, specialmente per i protagonisti. L’unico che resta fuori da questo discorso è l’Al Capone di Robert De Niro, un antagonista che, nonostante compaia molto su schermo, resta decisamente poco approfondito. Questo contribuisce, però, fortemente, a creare attorno a lui un’aurea di nemico invincibile ed inarrivabile, un obiettivo che è lì, a pochi passi da noi, ne vediamo le azioni e ne sentiamo gli slogan, ma nulla possiamo fare per raggiungerlo veramente.

Ciò che, però, eleva tutta l’opera sono cast, comparto tecnico e sopratutto la mano di De Palma.

Il regista, che in un certo senso ha ereditato lo scettro di Alfred Hitchcock, diventando il “re del Thriller” degli ultimi tre decenni del novecento, affronta una pellicola sulla carta un po’ fuori dalle sue corde con la sua solita maestria, inserendo in quella che è una narrazione piuttosto classica e quadrata elementi fortemente collegati al suo genere di riferimento. La costruzione della tensione è palpabile e ben congegnata sin dai primi minuti, sin da quella agghiacciante esplosione iniziale che da subito sconvolge lo spettatore, mettendolo di fronte alle regole efferate con cui si sta giocando e a quella che è la posta in gioco. De Palma mette in scena un Western metropolitano dalle forti tinte Thriller, ambientato in una Chicago minuziosamente ricostruita che tanto può ricordare nell’atmosfera, agli amanti dei fumetti, quella Gotham corrotta e degradata in cui si muovono le indagini da detective di Batman.

Non mancheranno momenti a dir poco iconici, dalla frase finale ripetuta più volte da Al Capone prima del suo arresto “Sei solo chiacchiere e distintivo”, alla immortale scena della carrozzina, palese citazione a “La Corazzata Potemkin“, la cui altrettanta iconicità è quasi riuscita a superare.

Vera ciliegina sulla torta sono poi le musiche di Ennio Morricone, tra le più ispirate delle sue produzioni anni ‘80. Prorompenti, di impatto e dalle sonorità uniche e subito riconoscibili.

Tutto ciò va ad incorniciare le interpretazioni di una ricchissimo cast. Oltre al già citato Robert De Niro, nei panni di un forse troppo sopra le righe, ma perfettamente funzionale, Al Capone abbiamo un Kevin Costner in stato di grazia che ci regala, forse, una delle migliori interpretazioni della sua carriera nei panni di un malinconico Elliot Ness, continuamente combattuto e tormentato dai dubbi su fin dove è possibile spingersi per perorare una giusta causa, su a cosa si è disposti a fare per affrontare un nemico che non si fa problemi a uccidere donne e bambini. Al suo fianco, ben più convinto sul fatto che ogni mezzo è lecito quando si ha a che fare con gente senza scrupoli, l’integerrimo Jimmy Malone di Sean Connery (Premiato con l’Oscar) disilluso e aggravato dal peso degli anni e dalla consapevolezza della corruzione dilagante nella sua città. Tanti i comprimari di livello, come il giovane emergente Andy Garcia e Charles Martin Smith nei panni degli altri due membri degli Intoccabili o il freddo sicario al soldo di Al Capone interpretato da un Billy Drago dagli occhi di ghiaccio. 

“The Untouchables – Gli intoccabili” è una pietra miliare del cinema, uno di quei film che merita di essere menzionati tra i grandi classici. Un film di largo consumo, nel senso più positivo del termine, con dietro una fattura autoriale di altissimo livello.

Un’opera che merita di essere scoperta, riscoperta e imparata a memoria!