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Pinocchio al Cinema: Pinocchio 3000 (2004)

Pinocchio 3000, conosciuto anche come P3K, è un film d’animazione franco-canadese del 2004, distribuito in Italia nel 2006, diretto da Daniel Robichaud. Il film, basato sempre sul romanzo di Carlo Collodi, narra le vicende del burattino Pinocchio in chiave futuristica nella città di Scamboville nell’anno 3000. All’epoca riuscì a ricevere una nomination al Giffoni Film Festival.

Mastro Geppetto qui è considerato uno dei massimi maestri dell’inventiva robotica, e con l’aiuto del cyber-pinguino Spencer e della fata olografica Cyberina, ha creato Pinocchio, un prototipo di robot dalle prestazioni eccezionali e dotato di un corpo di metallo, il cuore digitale e un software in testa che salva in memoria, come un hard disk, il bene e il male. Da notare come questa rappresentazione iper tecnologica e futuristica del romanzo ottocentesco abbia tentato, senza riuscirci troppo poiché banalizza, di dare nuova linfa al classicismo della storia cambiandone i tratti dei personaggi principali: il grillo parlante trasformato in un cyber-pinguino, tutore confuso ma rigoroso che da sempre sa cosa è bene per il suo burattino; c’è Cyberina, la fatina olografica che sveste i panni turchini e indossa abiti da Drag Queen, che dispensa consigli e pillole da mandare giù senza zucchero con la bella voce di Platinette, mentre in originale è Whoopie Goldberg a doppiarla (etnia afroamericana, Drag Queen, nel 2004.. e nessuno disse niente all’epoca, pensate un po’… il trailer del remake invece oggi è chiacchierato…); passando al villain invece, abbiamo Scamboli, moderno Mangiafuoco, costruisce grattacieli che soffocano il verde e una città dei balocchi con cui trasformare per sempre i bambini della città in robot, togliendo anche il verde metaforico dal mondo, ossia la speranza (il vero futuro, i bambini); Marlene, figlia ribelle di Scamboli è la versione femminile e rivisitata di Lucignolo, è un ecologista convinta in opposizione al padre; infine Cab e Rodo sono invece la cattiva coscienza tecnologica, gli epigoni maldestri del Gatto e la Volpe, comic-relief leggermente eccessiva. La balena sarà presente sempre in questa chiave, e avrà la stessa funzionalità di sempre, rifacendosi all’immaginario del classico Disney siccome nel romanzo è un pescecane, come abbiamo avuto già modo di farvi notare negli articoli precedenti della nostra rubrica.

Da un punto di vista tecnico sicuramente è un’animazione 3D quanto meno interessante in rapporto all’epoca. I movimenti sono fluidi, le espressioni e la mimica in generale riescono nell’intento di dare profondità ai personaggi (almeno quelli principali). Le scene risultano coloratissime e le texture dei modelli 3D sono lucidissime e realizzate con colori sgargianti, risultando forse però fin troppo fatiscenti e dalla colorpalette incerta, alternando il grigio e un arancio acceso, una combo che lascia perplessi. Anche le texture per la pelle umana danno un effetto cartoonesco. Dunque non parliamo di un’animazione invecchia troppo bene seppur interessante dal lato produttivo. La riproduzione dei personaggi di Collodi soffre di un esagerato buonismo, appiattendo la narrazione e i protagonisti, un’operazione diversa dal solito ma che rende l’opera modesta il cui target non potrà mai andare oltre i più piccini. A mani basse la trasposizione cinematografica meno convincente e infantile, giocandosela con quella di Benigni (2002). Un gran peccato perché si poteva prendere più sul serio.