Cerca
Close this search box.

“Cherry – Innocenza Perduta”: una storia divisa tra amore, guerra, tossicodipendenza e crimine

Cherry – Innocenza perduta” (“Cherry”) è un film del 2021 diretto da Anthony e Joe Russo (“Avengers: Endgame”) con protagonista Tom Holland, basato sull’omonimo romanzo del 2018 scritto da Nico Walker, in parte autobiografico. La pellicola è stata distribuita nelle sale cinematografiche statunitensi a partire dal 26 febbraio 2021 e trasmessa su Apple TV + dal 12 marzo dello stesso anno (anche in Italia).

I fratelli Russo dopo aver diretto il colossal Marvel tornano alla regia portando con sé lo Spiderman del MCU (Tom Holland appunto), scucendogli il costume da dosso e immergendolo nei panni di un ragazzo che ha difficoltà a trovare il suo posto nel mondo. Tornato dall’Iraq dove ha svolto servizio come medico militare, Cherry soffre di PTSD, ossia il disturbo post traumatico da stress, diventa dipendente dagli oppioidi e per pagare la sua dipendenza inizia a rapinare banche. La storia quindi si dividerà tra l’amore, la guerra, la tossicodipendenza e il crimine.

Iniziamo dicendo che il film è diviso in capitoli, con un prologo e un epilogo, e tra questi c’è anche quello della svolta intitolato non a caso Cherry, un appellativo con cui viene riconosciuto il protagonista ma di cui non sapremo mai quale sarà il suo vero nome, non vedremo mai la sua famiglia né tanto meno sapremo qualcosa del suo passato prima degli eventi narrati. Il simbolo della ciliegia ed il suo colore vengono sfruttati interamente nelle 2 ore e 20 della pellicola perché ogni qual volta c’è un cambio di capitolo, questo è accompagnato da una color palette interamente rossa, colore della passione, dell’amore, mentre la ciliegia può essere vista come qualcosa di innocente e puro. Ed è proprio di questo che si tratta, di un’innocenza che però viene perduta man mano che la vita va avanti e colpisce. Il personaggio di Tom Holland ci viene presentato quasi come un classico nerd dell’immaginario collettivo, ossia con capelli non particolarmente curati, un po’ imbranato e con gli occhiali da vista abbastanza grandi. La prima parte del film scorre veloce e riesce a catturare lo spettatore grazie ad una storia d’amore abbastanza teen e romanzata (con un’aura quasi surreale) tra Cherry ed Emily (Ciara Bravo) con cui empatizziamo, ed anche grazie ad un montaggio serrato con il quale i Russo hanno giocato molto, una fotografia capace di cambiare a seconda della percezione del protagonista e delle atmosfere, una regia dinamica ed ispirata volta a mettere in risalto la psicologia dei personaggi (bello anche l’utilizzo teatrale dell’ombra e della luce sulle persone). Tra la prima parte e la parte centrale invece abbiamo la storia di Cherry che si arruola e va in Iraq, e sarà quello il momento di svolta del film. Gli orrori della guerra, una guerra contro un nemico semi invisibile che rafforza la tensione anche se non ci viene mai mostrato nessun “cattivo”, eppure i momenti nel deserto iraniano riescono ad angosciare. Tra l’altro le scene dell’addestramento citano film come “Jarhead” e “Full Metal Jacket” quasi in chiave parodistica (dico quasi perché il film è sempre appeso ad un filo tra reale e surreale), evidenziando come i fratelli Russo critichino certe istituzioni americane sfiorando la presa in giro di quest’ultime.

Siamo oramai arrivati a metà film, la prima ora e qualche minuto sono passati in modo molto rapido, ed ecco che subentra una nuova atmosfera drammatica trattando altri argomenti quali la tossicodipendenza e il crimine; anche qui si fanno rimandi a grandi cult, ed è il turno di “Trainspotting”. Una volta tornato dalla guerra, il nostro protagonista si trova alle prese con il PTSD, ossia il disturbo post traumatico da stress. Come cerca di uscirne fuori? Nel modo più sbagliato possibile. Già nella prima parte del film, nell’innocenza pura, ci viene mostrata qualche scena dove Cherry fa uso di stupefacenti, mentre nella seconda parte prende questa inclinazione e si lascia completamente andare, rovinando non solo la sua di vita, ma anche quella di Emily che gli è sempre stato vicino da quando è rientrato per il grande amore che c’è tra loro. Amore che però, per citare un altro film (sta volta italiano, “Amore Tossico” di Claudio Calligari), diventa tossico in tutti i sensi. Infatti Emily non riesce più a stare dietro ai momentacci passati da Cherry ed inizia anche lei a fare uso di droghe e insieme iniziano una nuova vita (in realtà non vita) da tossici, non riuscendosi a staccare né l’uno dall’altro né dall’eroina (e le altre tantissime droghe che consumano). Entrambi vengono risucchiati dal dolore. Come si arriva alla criminalità? Semplice, comprare droga è super costoso e quindi si indebitano fino al midollo tanto che Cherry inizia a rapinare banche una di seguito l’altra, sempre col viso scoperto o al massimo indossando occhiali o cappelli particolari. Il romanzato ed il surreale qui entra in gioco, poiché è impossibile non arrestare il ragazzo dopo averlo visto svariate volta dalle telecamere delle banche, e proprio le banche rappresentano un altro elemento di questo tipo, usato dai registi per criticare nuovamente le istituzioni americane, perché i nomi sono “Banca del cavolo” e “Banca che frega gli americani”. Viene quindi sottolineato il disinteresse di istituzioni e società nei confronti di individui come Cherry attraverso le scenografie e questa messa in scena quasi sopra le righe (un altro esempio lo abbiamo quando il protagonista parla con un dottore chiamato “Dottor Qualcuno”, come possiamo leggere sul cartellino posto sulla scrivania). E arrivando alla fine del film, in realtà tutto torna: la parabola di Cherry che vede il proprio nucleo nell’amore (nessuno si salva da solo), termina con un ritorno simbolico all’innocenza perduta tanti anni fa (gli eventi narrati vanno dal 2002 al 2021) proprio grazie all’aiuto dell’amore della propria vita, alla certezza di una “casa” dove poter sempre tornare e su cui contare sia nei momenti più bui che in quelli di felicità, di innocenza.

Cherry (Tom Holland) ed Emily (Ciara Bravo) in una scena del film

Dunque abbiamo un film che ci racconta, in modo semplice e diretto e mixando reale e surreale, la storia dell’incoerenza delle istituzioni americane e di una delle vittime di queste, il nostro Cherry. Tom Holland qui è superbo, la sua migliore prova attoriale (nonostante una gran parte l’abbia portata avanti anche ne “Le Strade del Male) fatta di lacrime, sorrisi, risate, urla…insomma la vita a 360°, e mai un’espressione fuori posto o un secondo di overacting, riesce a mettere in risalto lo sviluppo psicologico del personaggio in modo maniacale. La sua spalla, Ciara Bravo, riesce ad essere all’altezza della sua performance e ci regala emozioni non da poco. La colonna sonora di Henry Jackman è fondamentale per marcare l’introspezione dei personaggi, perfetta per ogni occasione e ogni evento del film, semplicemente impeccabile. Una menzione va fatta al trucco e le acconciature che riescono egregiamente a rendere il cambiamento interiore ed esteriore. Poteva essere addirittura un prodotto migliore se non fosse per qualche difetto come l’eccessiva durata; infatti il ritmo veloce della prima ora e qualche minuto si abbandona ad una lenta drammaticità che colpisce al cuore lo spettatore ma che scade in delle ripetizioni non necessarie e che quindi porta poi ad una pesantezza eccessiva fino alla fine del film. Magari potevano essere gestiti meglio anche determinati momenti dove la differenza tra reale e surreale non è marcato benissimo e quindi disorienta un po’ quando non dovrebbe. Sicuramente non è un film originale nei temi e nei contenuti, ma il modo in cui raccontano al storia i Fratelli Russo riesce ad appassionare nonostante questo. Un capolavoro? Nemmeno lontanamente, ma è un ottimo film per un target di pubblico più o meno ampio, ed in quest’ottica, ce ne fossero di prodotti così per raccontare storie di base semplici e già viste.

– Christian D’Avanzo