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I Dimenticati: “Superman and The Mole Men” di Lee Sholem

I film di supereroi oggi sono un fenomeno gigantesco conosciuto da tutto il mondo e che continua ad attirare molta gente. Ma qual è stato il primo cinecomic supereroistico, nonché primo film di supereroi in assoluto, ad aver raggiunto gli schermi del cinema e a conquistare il pubblico? Molta gente pensa che il primo lungometraggio sia stato il celebre “Batman – Il Film” con Adam West negli anni 60, ma in realtà la prima apparizione risale al 1951, ovvero con “Superman and The Mole Men” diretto da Lee Sholem. Specifichiamo che le prime apparizioni dei supereroi al cinema risalgono ad ancora prima con dei cortometraggi e con i serial cinematografici, ovvero gli antenati delle serie tv con l’unica differenza che venivano dati al cinema perché ancora non c’era la televisione. Ma “Superman and The Mole Men” è in assoluto il primo lungometraggio della storia riguardante un supereroe, nonché il primo dedicato ad un personaggio della DC. Paradossalmente, nonostante l’importanza storica, in Italia questo film è sconosciutissimo e proprio per tale motivo lo abbiamo scelto “I Dimenticati”, ossia la rubrica dedicata alle opere da riscoprire nel nostro paese sia per quanto riguarda la valutazione che per quanto riguarda la distribuzione.

Il film parla di Clar Kent e Lois Lane che si recano al pozzo di petrolio più profondo del mondo, però gli operai hanno smesso di scavare per un motivo che non vogliono rivelare. Poco dopo, dal pozzo di petrolio usciranno delle creature che sembrano provenire dagli abissi della terra. Si tratta di creature umanoidi da un aspetto strano che spaventano enormemente gli abitanti della cittadina, i quali cercheranno di abbatterli. Tuttavia Clar Kent pensa che la reazione sia precipitosa e bisogna prima capire cosa vogliono questa creature, per questo, per calmare la folla, c’è bisogno che Superman intervenga.

Dal punto di vista registico il film non è proprio tra i migliori, anzi, a parte alcune inquadrature che si possono apprezzare molto, in generale ha un impianto registico abbastanza normale. Inoltre a volte ci sono dei tagli nel montaggio molto grezzi ed in una scena l’effetto dell’illusione notturna è venuto abbastanza male, tanto che sembra che sia ancora giorno nonostante nella narrazione la scena dovrebbe essere ambientata di notte. Pur essendoci la presenza di questi difetti tecnici, non si tratta di un film nel complesso brutto sul lato tecnico, soprattutto se si pensa agli effetti speciali che per l’epoca erano ben realizzati. Si sono infatti impegnati per rendere l’effetto di Superman che vola nel modo più convincente possibile, spesso evitando di mostrarlo esplicitamente ed hanno usato sistemi abbastanza efficaci. La prima scena in cui Superman affronta dei criminali è di un ottimo impatto: è fatta in maniera semplice ma che comunque allo stesso tempo rende benissimo la forza del personaggio.

A sorpresa, il primo minuto rende un fortissimo omaggio ai cortometraggi animati degli anni 40, considerati tra le opere d’animazione più importanti di quel decennio, con un inizio che descrive il personaggio di Superman in modo identico anche visivamente. Ed a proposito: George Reeves nel ruolo di Superman è meraviglioso. Lui è stato per anni la leggenda prima che Christopher Reeve superasse il suo mito, ma hanno fatto benissimo a sceglierlo. I suoi occhi trasmettono una totale fierezza indimidatoria che allo stesso tempo però ti rasserena. Ed è incredibile come mantenga una sicurezza anche nei panni di Clar Kent, ma in quel caso riesce ad avere reazioni che ti fanno pensare “No, questo non può essere Superman”. Phyllis Coates nel ruolo di Lois Lane ha invece dei toni quasi sempre indifferenti nei confronti del suo comprimario maschile, ma riesce bene ad evidenziare quando la sua altezzosità si trasforma in una vera sicurezza da giornalista. Splendidi poi gli attori che fanno le creature, i quali sono muti e cercano di avere degli sguardi strani che possano rendere l’idea della loro estraneità, ma allo stesso tempo, nel cercare di avere un’espressione stranita, riescono anche a mostrare tutta la loro sensibilità. Niente male pure il make-up, semplice ma efficace. Ed infine abbiamo un bravissimo Jeff Corey nel ruolo del villain, il quale riesce a dare sempre l’idea di un uomo comunissimo, che agisce facendo le peggio cose come se fossero giuste e quindi mantenendo sempre un’aria da contadino che sta semplicemente cacciando via gli insetti, ma quando le cose si fanno per lui peggiori, tira fuori tutta la sua meschinità con i suoi occhi.

E dopo aver parlato bene degli attori, passiamo alla sceneggiatura, ovvero il lato migliore della pellicola. Il primo quarto d’ora del film è strutturato in modo che all’inizio assuma i toni tipici di un thriller fantascientifico con un pizzico di mistero, in modo che lo spettatore sia tutto preso dagli eventi che accadono e sei curioso di scoprire che cosa andranno a fare queste creature. Quando però, dopo il primo quarto d’ora, viene subito capito che le creature non sono cattive, l’opera assume un tono completamente diverso. Essa infatti si trasforma in una vera e propria pellicola ansiogena in cui si ha una paura incredibile per le creature e Superman diventa colui che ha capito come stanno le cose, indicato come il simbolo dell’uomo buono che usa la ragione ed è molto più sensibile. Superman qui è il modello che lo spettatore deve seguire, perché per l’opera, l’antagonista più grande è proprio l’uomo comune. Gli alieni infatti sembrano avere una particolare pericolosità involontaria che è quella delle radiazioni, ma in generale sono normalissimi e sono diversi solamente per l’aspetto e per l’essere muti. Ma essendo diversi, le caratteristiche apparenti sono viste da questa cittadina come delle cose negative e provenendo da un altro posto sono sicuramente molto pericolosi agli occhi degli americani. perché sono appunto delle persone che non appartengono alla loro società, alla loro civiltà. E quindi le creature simbolicamente indicano il rapporto che c’è tra gli americani e popoli diversi come per esempio gli indiani. Perché se prima il cinema classico americano basava i suoi eroi sul combattere un nemico comune in modo da diventare più forti, gli anni 50 hanno iniziato a vedere le cose in un’altra maniera e “Superman and The Mole Men” per l’epoca era già molto avanti.

Luke Benson è il villain del film e forse è uno dei migliori cattivi che abbiamo mai visto in un film di supereroi. Prima di tutto perché vedere come antagonista principale del film un essere umano senza superpoteri e che è un cittadino normale, che non ha ricchezze o altro, è una cosa che anche oggi stranisce in un lungometraggio cinematografico. Nei serial le cose erano un po’ più comuni, però al cinema è qualcosa di più particolare, ma non solo perché è un cittadino comune, ma perché è l’uomo che continuamente aizza la folla. Appena lui vede dei segnali per cui le creature sono cattive, non riflette, non riflette pensando al fatto che in realtà sono stati gli esseri umani a creare guai, no. Le creature vengono da un altro mondo, hanno un aspetto diverso dal nostro e quindi vanno abbattute perché sicuramente sono cattive. E la cosa che si adora è il fatto che lui agisca in maniera normale, come se stesse facendo la cosa giusta e sentendosi quindi un uomo di giustizia. Si tratta di una cosa così normale che spaventa, non è mai stereotipato. E quando Clark lo rimprovera, ogni volta Luke dice “Ma perché degli stranieri ci devono dire cosa fare?” Ancora una volta, per rispondere, lui mette in mezzo le diversità e contagia tutti gli altri cittadini perché la società chiusa e cattiva è un problema. Non è un caso che ad un certo punto questa folla di persone che pensano di agire nel giusto, vengono paragonati ai nazisti. Ci sono anche degli esempi positivi tra gli esseri umani, non solo Superman, tra cui una scena che è mezza copiata dal primo “Frankenstein” degli anni 30, ma che funziona benissimo. Ed il film, più va avanti, più diventa sempre più cattivo e pessimista, pur mettendo un filo di speranza che però avvolge un contesto che è veramente difficile vedere in modo positivo, soprattutto in quegli anni.

“Superman and The Mole Men” è un film che pecca di una regia normalissima con difetti tecnici e di una scena d’azione riguardante un inseguimento che è davvero troppo lunga, ma allo stesso tempo è un film che, oltre ad ottimi interpreti, ha soprattutto una sceneggiatura davvero molto notevole che era già molto avanti negli anni. Non è di certo un capolavoro, ma si può considerare una delle opere più interessanti di quel decennio ed è sicuramente un film bellissimo che andrebbe riscoperto da più persone, oltre che ad essere importantissimo per essere stato appunto il primo lungometraggio supereroistico della storia. Inoltre dura molto poco: un’ora in tutto, la durata minima di un lungometraggio. Il film al cinema è andato veramente bene e George Reeves è stato apprezzatissimo nel ruolo del protagonista, tanto da spingere i produttori a continuare le avventure del personaggio. Però le avventure hanno continuato attraverso una serie tv che è stata un successo così grande da durare 6 stagioni per 7 anni, per poi interrompersi a causa della tragica morte dell’attore protagonista.

Purtroppo la serie non è mai arrivata in Italia e non si sa il perché. Inoltre nemmeno lo storico film cinematografico è mai approdato nei nostri schermi, anche se questa cosa viene attribuita al fatto che probabilmente i distributori italiani non volevano scommettere su una pellicola che durava solamente un’ora. Il film adesso è disponibile nel cofanetto blu-ray che contiene tutti i film di Superman dal primo film di Donner fino a “Superman Returns” con Brandon Routh. La trasposizione degli anni 50 è infatti tra i contenuti speciali con sottotitoli in italiano. Si spera però che prima o poi facciano un edizione singola e magari anche doppiata perché lo merita, sia per la sua importanza storica e sia perché di base è un film bellissimo che andrebbe riscoperto almeno dagli appassionati dei cinecomic. Recuperatelo perché ne vale la pena.

Andrea Barone