Articolo pubblicato il 17 Febbraio 2025 da Bruno Santini
Dopo una partenza a rilento, con gli ultimi episodi Dragon Ball Daima sta cambiando ritmo, con alcuni avvenimenti e colpi di scena che sono già storia dell’universo creato da Akira Toriyama: dalle origini di Majin Bu alla creazione di nuovi villain come Arinsu, Majin Kuu e Majin Duu, passando poi per Super Majin Rymus e le origini del multiverso, Daima sta entrando sempre più nel vivo. Il suo quindicesimo episodio, Il Terzo Occhio, prosegue la narrazione all’interno del Regno Demoniaco, introduce un nuovo misterioso e potente oggetto e spiana la strada verso una seconda ed ultima parte dell’Anime ricco di scontri memorabili. A seguire, trama e recensione di Il Terzo Occhio, il quindicesimo episodio di Dragon Ball Daima.
La trama di Dragon Ball Daima 1×15
Il quindicesimo episodio di Dragon Ball Daima, Il Terzo Occhio, è finalmente disponibile su Crunchyroll – come sempre, la puntata arriverà una settimana dopo anche su Netflix – e, nonostante un fisiologico rallentamento di narrazione ed eventi rispetto alle ultime settimane, ha soddisfatto le aspettative. A differenza degli ultimi episodi Sorpresa e Tabù, il ritmo aumenta nuovamente, con Goku e compagni che si trovano ad affrontare i guerrieri di Re Gomah che, nonostante non abbiano poteri speciali, sono muniti di armi da fuoco molto pericolose che danno filo da torcere ai nostri eroi. A rubare la scena è però l’omonimo terzo occhio (noto anche come oculus terziario), un misterioso oggetto di cui ci viene parzialmente raccontata la storia e che Re Gomah desidera ottenere, nonostante in questo momento sia nelle mani dell’ignaro Hybis. Il Re del Regno Demoniaco chiede a Degesu di impossessarsene, ma non tutto va per il verso giusto e l’oggetto finisce nelle mani di una ragazza demone.

La recensione di Il Terzo Occhio, episodio numero 15 di Dragon Ball Daima
Se nelle ultime settimane si parlava di come avesse rallentato il ritmo, concentrandosi maggiormente sul concetto di viaggio senza particolari scontri o avvenimenti degni di nota, Dragon Ball Daima torna con un quindicesimo episodio che catapulta nuovamente gli spettatori nel vivo dell’azione e, allo stesso tempo, introduce un nuovo fattore all’equazione, ovvero il terzo occhio che dà il titolo alla puntata stessa. Il risultato finale soddisfa a pieno le aspettative di un pubblico che però, va detto, ha storto la bocca vedendo Goku e Vegeta messi alle strette da un gruppo di guerrieri privi di poteri ma muniti di armi da fuoco molto potenti e questo è il punto fondamentale su cui dovremmo concentrarci.
Dragon Ball Daima è una serie per bambini, un anime indirizzato in primis ai più piccoli e solo successivamente ai fan di vecchia data, a tutti coloro che hanno seguito il mondo di Akira Toriyama sin dal principio, seguendo le puntate di Dragon Ball e Dragon Ball Z in televisione appena tornati da scuola e, per quanto il target fosse più alto, anche ai tempi non ci si rivolgeva di certo a degli adulti. A sentire le critiche sembra quasi che questo sia un difetto, ma la verità è che tali appassionati non riescono a vedere la questione con oggettività e ciò li porta a cadere in errore anche sul loro stesso campo: discutere ancora oggi dei livelli di forza in Dragon Ball non ha alcun senso.
Goku, Vegeta e gli altri eroi sono stati rimpiccioliti e ci viene detto immediatamente e più volte che abituarsi a questi nuovi corpi è complicato e, per quanto loro due possano trasformarsi in Super Saiyan – con Vegeta che ha addirittura raggiunto per la prima volta il SSJ3 – ciò non significa che siano inscalfibili: non esiste saga di Dragon Ball in cui abbiano avuto vita facile e, se così fosse stato, sarebbe stato impossibile creare suspense o, banalmente, portare avanti la storia per decine di episodi. Il Terzo Occhio parla di guerra, di lotta tra bene e male e collega nuovamente Daima ai fatti di Z attraverso la figura di Darbula e ad un nuovo misterioso oggetto, ovvero il terzo occhio. Certo, restano diversi punti interrogativi, tante domande senza risposta, ma arrivare a bocciare in maniera così drastica e prepotente questa puntata, significa davvero non riuscire a comprendere il tipo di lavoro che si sta portando avanti in Dragon Ball, che è un lavoro concentrato sì sul presente, ma soprattutto sul futuro.
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